Scorrendo tra le pagine della rassegna stampa mattutina balza agli occhi il provincialismo e il pressapochismo cronico che avvolge i paesi del sud e del Salento in particolare. Esempio è la vicenda  tra la città di Porto Cesareo che giornalmente lancia strali con minacce più o meno velate nei confronti della vicina Nardò sol perchè quest’ultima non accetta i reflui da scaricare a mare dalla vicina cittadina. La logica fanciullina usata per affermare questa linea è il mare è vostro e a noi interessa solo che la nostra comunità riceva i benefici(?) prodotti da questo progetto. Nardò d’altro canto continua a procedere ,in modo esclusivo ,con la via della polemica sterile senza aver ben compreso, sino a oggi , gli indirizzi progettuali intrapresi da coloro che decidono sulle sorti di un intero territorio.

La sola manifestazione di piazza, programmata da un gruppo di cittadini non potrà mai dare la giusta misura di compattezza territoriale vista l’atavica indolenza a partecipare a simili eventi da parte della popolazione neritina. Occorre si informare,ma occorre fare fronte comune con chi oggi tra gli scranni della Regione Puglia ha le sorti del futuro di un territorio che di tutela ambientale e di turismo vorrebbe trovare una collocazione imprenditoriale.

Tra l’altro lottare contro i mulini a vento non ha mai prodotto i risultati sperati.

In questo momento dove non si hanno certezze sul nuovo progetto portato avanti dagli organi che gestiscono la questione Ministero ambiente , Regione e Aqp protestare contro il nulla lascia il tempo che trova. Più logico supportare una delegazione dei paesi interessati a questi eco-mostri Nardò , Manduria e Avetrana portando fisicamente la voce del dissenso sotto il palazzo della Regione al fine di chiarire in via definitiva la strada intrapresa senza sotterfugi e vaghe promesse.

Se fossero vere le voci di un voler mantenere , nonostante il parere contrario dei territori coinvolti, gli scarichi a mare per periodi limitati di tempo sarebbe l’ennesima sconfitta subita da parte di una città, la nostra, già martoriata da progetti infami che la porteranno inevitabilmente all’abbandono e alla completa distruzione.

Una città che vive di mare e di un riscoperto turismo ,secondo i dati positivi forniti dallo Iat, che tenta lentamente di risollevarsi da decenni di abbandono totale rischierebbe di precipitare nuovamente nel baratro se la salubrità del nostro mare ,richiamo principe estivo, venisse ad essere messa in discussione. Le strette di mano in piazza servono a poco molto meglio un incisiva informazione e una presa di posizione forte, non solo a parole, con azioni che facciano davvero capire ai diretti interessati che Nardò non ha alcuna intenzione di cedere alle nuove barbarie decise da ambienti esterni che non hanno a cuore le sorti della città.

La crescita del Salento passa anche attraverso la salvaguardia del territorio e tutti i paesi dovrebbero lottare uniti per mantenere inalterate le bellezze paesaggistiche. Per ottenere questo risultato occorre abbandonare le logiche miopi che portano alla difesa sterile del proprio orticello solo seguendo questa strada potremmo giungere ad un aumento esponenziale dei turisti verso il Salento attratti dal mare, dall’accoglienza, dai profumi e dai sapori che solo la nostra regione sa regalare.

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