Nardò 10 ottobre: “Verità e giustizia per Gregorio Durante”, questo il testo dello striscione affisso da CasaPound Italia alla vigilia del processo di appello che vedrà coinvolti gli imputati per la morte del giovane neretino, avvenuta nel carcere di Trani il 31 dicembre 2011, con responsabilità ancora tutte da chiarire.
“Abbiamo voluto riportare l’attenzione dell’opinione pubblica su una torbida vicenda giudiziaria che tra qualche giorno vivrà un nuovo stadio. Gregorio Durante soffriva di crisi epilettiche associate a crisi psicomotorie, una malattia tenuta sotto controllo negli anni grazie ad una terapia adeguata che, però, fu bruscamente interrotta una volta entrato nel carcere di Trani“, si legge nella nota diffusa da CasaPound Italia.
“Uno dei farmaci prescritti a Gregorio – spiega la nota di Cpi – non era disponibile nel carcere della città della Bat e non fu fatto evidentemente il necessario per procurarlo, anche perché gli operatori del carcere dubitavano della veridicità delle crisi epilettiche di cui soffriva il giovane neretino. Dopo nuovi malori e un ricovero la situazione precipitò tragicamente: Durante non venne curato adeguatamente ed anzi fu messo in regime di isolamento dove, la notte di capodanno del 2011, morì”.
“Le circostanze in cui è morto Gregorio sono note grazie alla tenace battaglia di verità e giustizia portata avanti dalla sua famiglia, che non ha avuto però il giusto esito in sede di udienza preliminare difatti conclusasi con una sentenza che ha celato le responsabilità di diversi operatori. Alla luce della recente sentenza sul caso Cucchi – conclude la nota – non vorremmo dover assistere ad uno caso di malagiustizia, bensì ad una sentenza che possa restituire dignità al concetto di giustizia e che faccia veramente chiarezza sulle responsabilità”.