Si è svolto ieri sera 11 novembre 2016 a Porto Cesareo l’incontro dibattito sul tema “Rete fognaria e idrica un nodo gordiano da sciogliere”. Da questo incontro è emerso in modo esplicito e senza alcun dubbio utilizzando una frase manzoniana che “Questa condotta sottomarina (non) s’ha da fare”. Questa certezza è venuta fuori dalla volontà evidente degli intervenuti che hanno sostenuto la necessità improrogabile di realizzare quest’opera dilungandosi sui vantaggi che derivano dalla stessa criticando di seguito, con l’intervento della consigliera  del comune di Sava Francesca Franzoso(FI), le posizioni del governatore Emiliano prima e del Sindaco Mellone poi rei di aver reso pubbliche delle false informazioni fuorvianti affermando ,dopo il tavolo di trattativa del 3 novembre scorso in Regione, che lo scarico a mare non sarebbe stato riproposto solo allo scopo di ottenere consensi elettorali .

Su questa falsa riga Il discorso del consigliere regionale Ernesto Abaterusso (PD) che parla di una regione ostaggio dei territori e per superare questa situazione di stallo che si protrae da lungo tempo è necessario un intervento autorevole che ripristini la situazione quo ante al fine di ottenere il rispetto del protocollo d’intesa sottoscritto dalle parti e disatteso in parte, recentemente, dall’amministrazione neritina.

Per ribadire il suo intento ha richiesto, nei giorni scorsi, con un interrogazione la nomina immediata di un commissario che imponga nell’immediato di rispettare i vecchi accordi e di dare inizio ai lavori secondo gli indirizzi fissati in precedenza (collettamento con Porto Cesareo, depurazione in tab 1 o 2 dei reflui fognari e scarico diretto in condotta sottomarina ndr). Ancora più aspro il messaggio inviato dalla consigliera cesarina Monica Viva (PD) che afferma  chi si oppone alla condotta sottomarina mette a rischio i fondi comunitari, i rapporti con la città di Nardò e la salute pubblica. Continuando nel suo discorso precisa che l’unico modo di superare l’infrazione europea pendente sul comune di Porto Cesareo è di velocizzare l’inizio dei lavori secondo quanto già sottoscritto senza indugi o ripensamenti.

Dello stesso avviso ,sostiene ancora, anche il Ministro dell’Ambiente Galletti (UdC) che ha preso le distanze dalle posizioni di Nardò e ha ribadito da Roma che la condotta sottomarina va realizzata. Identico spartito utilizzato dall’onorevole Federico Massa (PD) che attesta che l’unico recapito finale per i reflui fognari in una terra che non possiede alternative possibili è il mare e quindi la sola strada percorribile è quella tracciata dalla vecchia linea. Parlando successivamente del riuso in agricoltura dei reflui depurati dichiara che ” è una scelta illogica” e quindi ritardare i lavori per realizzare questa scelta “solo una pazzia”.

Per sostenere questa teoria ricorda uno studio sulle trincee drenanti fatto da Aqp otto anni orsono dal quale è emerso l’ inidoneità di questa soluzione e la sentenza del Tar che per Manduria ha stabilito che l’unica soluzione compatibile per lo scarico dei reflui nella nostra Regione è il mare. Questi atteggiamenti emersi durante la serata dalla parte politica filo governativa, presente tra i relatori, vanno in chiaro contrasto con quelli palesati sugli organi di stampa e attraverso atti ufficiali dal Governatore Emiliano che di recente ha anche intimato, per Manduria, ad Aqp la sospensione dei lavori sino al completamento dei nuovi progetti che stabiliranno un recapito finale diverso del mare per i reflui depurati, nota del dipartimento opere pubbliche della regione n 0003369 del 8/11/2016.

A dare man forte ai relatori il moderatore Biagio Valerio che sosteneva con i suoi commenti le opinioni affiorate durante le relazioni sino ad affermare ad un certo punto del convegno che:“non fare la condotta sottomarina è pura eresia e lo scarico in battigia una vergogna assoluta”. Questa diatriba ininterrotta tra il Governatore Emiliano , la parte filo Renziana del suo partito e Aqp rischia di mettere in ginocchio un’ intera regione, un braccio di ferro inutile che provoca malintesi e nebulose verità.

Le stesse dichiarazioni del Ministero dell’Ambiente sono interpretate a seconda della squadra di appartenenza noi , per dovere di informazione, citeremo la nota in risposta del 11/07/2016 prot 0013062 alla richiesta proveniente dalla regione Puglia per vagliare e dare il benestare ai progetti che proponevano un recapito alternativo al mare per il depuratore consortile di Manduria. Nel giudizio emesso ,il ministero, pur riconoscendo l’assoluta validità delle opere proposte si vedeva ,suo malgrado, costretto a respingere i disegni per il divieto presente sulle normative vigenti del ravvenamento della falda con acque reflue.

Tuttavia nella stessa relazione metteva in evidenza che in commissione europea è in uno stato di avanzata evoluzione il riordino delle linee guida per modificare questa norma anacronistica in zone in cui la risorsa acquifera è un patrimonio da non sprecare inutilmente. Le decisioni sulla materia dovrebbe giungere a compimento entro la fine dell’anno 2016. Una risoluzione che certificherebbe l’inefficienza della strada che porta alla costruzione delle condotte sottomarine, visto che una volta cadute le barriere odierne la soluzione ottimale, in special modo in Puglia il cui rischio desertificazione è già in stato avanzato, è sicuramente la via tracciata dal progetto presentato da Manduria e ora in fase di programmazione anche a Nardò con prospettive che prevedono come recapito finale il ravvenamento della falda e in principal modo il riuso agricolo in prima istanza .

In virtù di queste notizie appare inspiegabile la chiusura a progetti alternativi da parte dei relatori intervenuti .

La scelta operata da Emiliano è sicuramente la più saggia e la meno dispendiosa in ottica futura per la Regione Puglia. Come non considerare una scelta illogica e fuori da ogni buon senso stanziare capitali per costruire condotte sottomarine devastanti per l’eco-sistema marino che, tra pochi mesi , una volta licenziata la nuova direttiva europea diventerebbero obsolete , dannose e provocherebbero uno spreco di risorse idriche oltretutto inquinando il mare ?.

Per questo è difficile comprendere e avallare le scelte dei relatori intervenuti sopra. Molto più pacato e condivisibile l’atteggiamento tenuto dal Sindaco Albano che ha spiegato in termini precisi il percorso effettuato insieme al sindaco Mellone prima sul tavolo tecnico della provincia e poi riportando le stesse posizioni in regione.

In virtù di tale accordo è stato stabilito il ripristino del depuratore di Porto Cesareo e il potenziamento dello stesso per poter depurare i reflui in Tabella 4S al massimo consentito per legge e il collettamento verso il depuratore di Nardò a sua volta modificato per affinare anch’esso in Tabella 4S .

Una volta conseguita la depurazione a questi livelli qualsiasi recapito finale , in attesa del cambio di rotta europea oramai alle porte, sarà valido e la condotta sottomarina ancora una volta non necessaria visto che con uno scarico in battigia i controlli sulla qualità dei reflui diventerebbero sicuramente più serrati ed eventuali mal funzionamenti subito evidenziati. Questi atteggiamenti sordi e ciechi da parte di alcuni enti della regione sono stati ribaditi anche dal consigliere Angelo Patera che con il suo apporto tecnico ha spiegato in modo chiaro come allo stato attuale il riutilizzo dei reflui in agricoltura risulta anacronistico dispendioso e poco richiesto.

La colpa di tale inefficienza è da ascrivere totalmente ad Aqp che non vuole modificare in modo assoluto costi e tracciati di condotte per rendere appetibile alle aziende agricole il consumo di questi reflui depurati piuttosto che altre fonti di approvvigionamento idrico.

Emblematico l’esempio di Gallipoli che pur depurando in tabella 4 e avendo disponibili 1000 ettari di terreni raggiunti da Aqp solo il 4% di questi vengono irrigati con questo sistema rendendo tale prassi una passività per l’ente in questione dovuta sicuramente alla cattiva impostazione delle tariffe. Presenti in Sala anche una nutrita presenza di figure politiche provenienti dalla vicina Nardò,  sostenitori in passato della condotta sottomarina , dal ex onorevole Rino Dell’Anna al segretario del PD Rino Giuri , al consigliere Piccione al consigliere My per finire all’ex assessore Mino Natalizio che ha nel suo breve intervento evidenziato il cattivo funzionamento, in alcune zone dove sono state impiegate, delle trincee drenanti che a suo avviso sono una soluzione peggiore della condotta sottomarina poichè provocherebbero nel tempo disagi più evidenti della seconda ipotesi valutata.

Come giudicare questa nutrita presenza a sostegno della serata?Certamente un ritorno ad un passato mai del tutto dimenticato.

Anche in questo caso continua a persistere una mancanza di chiarezza voluta che sfocia in un tira e molla ininterrotto che perennemente  confonde le idee alla cittadinanza neritina . Nell’esprimere un giudizio finale sulla serata possiamo affermare che si è svolta in maniera interessante soprattutto nel mettere in guardia coloro che esprimevano certezze sull’ abbandono della condotta sottomarina da parte degli organi interessati.

Occorre vigilare costantemente e non abbassare mai l’attenzione per arrivare a raggiungere una soluzione voluta dai cittadini e osteggiata da pochi.

Abili prestigiatori sono sempre pronti a mescolare le carte per ottenere i risultati prefissati è evidente e lampante che esiste un partito della condotta sottomarina sordo alle alternative che pur ricevendo conferme dal ministero dell’ambiente circa il cambio di indirizzo ,a breve in sede Europea, del recapito finale dei reflui spingono senza alcuna motivazione verso un progetto superfluo e impattante che danneggerebbe irrimediabilmente il nostro mare, l’economia del Salento e la salute dei cittadini.

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