La decisione della Giunta di cambiare profondamente la dislocazione degli uffici comunali è davvero apprezzabile, non solo per il cospicuo risparmio sui fitti. Ma è anche l’occasione per ricordare la storia recente dell’ex Tribunale di via XX Settembre che ho seguito personalmente in questi mesi su delega del sindaco Mellone.

Se oggi il Comune di Nardò può disporre di un immobile così importante e così grande, è merito di questa amministrazione il cui impegno tempestivo ha consentito di evitare che diventasse, probabilmente per sempre, il triste archivio di tutto il materiale di giustizia di Lecce e provincia.

 

E’ utile ricordare ai cittadini che lo scorso 7 giugno l’amministrazione Risi pensò “bene” di non partecipare in alcun modo ad una riunione fondamentale sul futuro della struttura tenutasi presso la Corte d’Appello di Lecce, nella quale, inaudita altera parte, fu deciso di trasformare l’immobile di via XX Settembre in archivio provinciale del Tribunale e dei vari uffici del Giudice di Pace di Lecce. Un vero spreco per un immobile inaugurato solo a gennaio del 2008 e costato diversi milioni di euro.

L’assenza clamorosa del Comune di Nardò a quella riunione decisiva emergeva solo lo scorso 14 settembre in occasione di un’altra riunione tenutasi a Lecce cui questa amministrazione ovviamente partecipava con il dirigente Cosimo Tarantino.

A quel punto il sindaco Mellone si è attivato immediatamente presso gli organi competenti, Presidente del Tribunale e della Corte d’Appello, ( facendo visitare a quest’ultimo la struttura) nonché, presso il Ministero della Giustizia nel tentativo di sventare l’ipotesi “archivio” e far entrare l’immobile nella disponibilità del Comune di Nardò. Cosa che è avvenuta, al culmine di una lunga e faticosa opera di persuasione e di spiegazione della bontà di tale percorso, con il parere del Ministero che ha autorizzato l’amministrazione ad utilizzare l’ex Tribunale come sede di uffici comunali (destinando ad archivio giudiziario solo il seminterrato).

Mi sembra il caso di dare a Cesare quel che è di Cesare. L’inerzia di chi ci ha preceduto su questa vicenda sarebbe stata l’ultima brutta pagina di un capitolo amministrativo della storia della città che va chiuso definitivamente. Soprattutto è il caso di evidenziare l’impegno concreto di chi lavora per il bene e gli interessi di Nardò.

 

Eleonora Colazzo

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