Nardò 21Apr:_Si è tenuto ieri mattina 20 aprile alle ore 12 presso la Prefettura di Lecce un incontro per trovare una soluzione condivisa al problema della presenza dei lavoratori stranieri che ogni estate popolano Nardò per la raccolta dei prodotti, principalmente angurie, ortofrutticoli. Nella riunione è risultato inspiegabilmente assente il sindaco Mellone che in passato si era proposto come paladino di questa annosa causa. Erano presenti,in sua vece, l’assessore comunale Sodero e la consigliera provinciale Mita che si sono dimostrate disponibili, per nome del comune, alle richieste rivolte dai presenti all’assemblea e di cui giovedi prossimo alle 12 in prefettura  ci sarà un nuovo incontro.

In questa assemblea sembrerebbe che, contrariamente al passato, una delle associazioni di categoria abbia depositato un documento contenente precise indicazioni per la risoluzione definitiva della questione ancora aperta. In particolare lo scritto individua un’area di proprietà comunale, estesa per oltre 2ha (2 ettari), in parte già recintata, all’interno della quale si potrebbero allestire tende e servizi igienici.

Le aziende agricole fornirebbero il loro contributo realizzando a proprie spese un pozzo artesiano utile all’approvvigionamento idrico del campo visto che lo stesso è già provvisto di possibilità di allaccio alla rete elettrica. Tale luogo dovrà essere gestito da associazioni di volontariato, che avranno l’obbligo di tenere un registro delle presenze, lasciando la responsabilità di controllo alle forze dell’ordine.

Per accedere al sito i braccianti agricoli di diverse nazionalità dovranno esibire il permesso di soggiorno e il foglio UNILAV, mentre le aziende agricole dovranno mettere a disposizione un elenco separato dei lavoratori assunti. Naturalmente per quanto riguarda le questioni attinenti la salute dei dipendenti e le condizioni di sicurezza le imprese garantiscono l’osservanza di tutte le norme di legge in materia.

Una nota particolare è stata espressa sulle limitazioni di lavoro in presenza di temperature elevate e a tal proposito viene indicato nello SPESAL l’organo terzo indipendente che stabilirà la soglia, in termini di grado termico, superata la quale tutti i dipendenti saranno esentati da qualsiasi attività lavorativa.

Volendo trarre delle considerazioni redazionali va stigmatizzata l’assenza dal tavolo delle trattative del sindaco Mellone che sino a ieri sembrava avere a cuore la questione migranti e fretta di trovare nel breve una soluzione concreta mentre oggi davanti a evidenti difficoltà nel raggiungere accordi con gli organi preposti e soprattutto dopo aver ricevuto un diniego sulla presenza dei containers, che sono riusciti a tamponare l’emergenza nella stagione trascorsa ma che al momento sono giustamente impiegati nelle zone terremotate ,ha pensato bene di defilarsi lasciando l’ingrato compito ai suoi subalterni.

Dalle indicazioni prospettate e depositate negli Uffici della Prefettura possiamo affermare come si evidenzino:

– Un rispetto assoluto delle leggi con un controllo capillare del territorio a garanzia dei residenti e degli stagionali;
– Una garanzia delle condizioni di vita degli ospiti della struttura e la certezza dell’individuazione dei richiedenti dimora grazie ai registri in possesso delle parti;
– L’ingresso certificato, nella zona messa a disposizione dalle parti proponenti, potrà dare, infine, la possibilità di vedere rispettati i diritti degli stagionali e nel contempo eviterà il sicuro sovraffollamento della struttura purtroppo evidenziato nel corso degli anni.

Nonostante il dibattito rimanga aperto e siano già state prefissate delle ulteriori date per raggiungere a un accordo condiviso tra le parti sedute intorno al tavolo di trattativa, crediamo che con questi punti fermi siano stati compiuti dei notevoli passi avanti per fornire una chiara soluzione che tenga ben in mente la necessità di fornire un alloggio adeguato ai numerosi stagionali che si riversano sul nostro territorio ma nello stesso tempo ristabiliscano l’ordine e la certezza tra coloro che possiedono un diritto acquisito e altri che non ne sono provvisti e spesso risultano del tutto irregolari.

Senza regole certe si penalizzano sia i datori di lavoro che i braccianti che vogliono prestare la loro opera nel rispetto delle leggi lasciando il libero arbitrio a tutte quelle forme di illegalità diffusa che non rendono un lavoro utile all’immagine del territorio e soprattutto ai diritti dei lavoratori agricoli.

Evidenziare che esiste una terra di nessuno farà accorrere molti disperati in cerca di un appoggio a spese della comunità ospitante, inversamente instaurando certezze e delle inflessibilità concordate farà rifiorire il libero scambio tra domanda e offerta che è alla base del vivere civile.

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