Nardò 2giugno_di COSIMO POTENZA_I toni accesi usati durante la riunione della commissione bilancio all’interno dell’aula consiliare cittadina nella giornata di ieri si vanno a sommare a quelli oltremodo simili utilizzati in moltissime altre occasioni.

Non avere il coraggio e il buon senso di fare un passo indietro per annullare le richieste di rilascio degli immobili di proprietà comunale avanzate verso delle Icone sacre, come possono essere considerate la “Società Operaia” e l’associazione “Emigranti”, che da sempre rappresentano l’immagine della laboriosità e delle eccellenze della nostra città, significa non conoscere la storia e i benefici apportati per lunghi periodi all’intero territorio dai membri di questi sodalizi che ora si vogliono mettere in disparte parte come delle vecchie ciabatte che non si vogliono indossare per la vergogna perchè fuori moda. I giovani al potere hanno più volte dimostrato,con la loro arroganza, di non comprendere il termine della parola “rispetto” .

Come pure “la riconoscenza”, certamente dovuta, verso coloro che hanno fatto arricchire molti dei genitori di questi ragazzi visto che hanno trasferito per anni in città il sudore dei loro guadagni facendo prosperare a lungo l’intera economia locale.

Termini desueti per le nuove generazioni che continuano a mettere in evidenza solo l’opportunismo , la boria che deriva dal potere e la voglia indomita di abbattere a cannonate ogni ostacolo  senza pensare dove e cosa si andrà poi realmente a colpire. Identica considerazione si deve ovviamente  tenere poi verso i soci  della società operaia associazione che ha dato lustro all’intera comunità oltre che aiuto economico, morale e in termini di sostegno lavorativo  verso quelle attività artigianali e i loro familiari che hanno vissuto momenti di difficoltà affinchè potessero superare con dignità i periodi dolorosi che la vita presenta a molti di noi.

Opere meritorie portate avanti per 150 anni sin dalla nascita della nostra Nazione come poterle dimenticare in un attimo? Inoltre occorre a questo punto ricordare per coloro che lo hanno volutamente dimenticato che amministrare la cosa pubblica non significa disporre a proprio uso e consumo dei beni dei cittadini e le azioni portate avanti da questi uomini di governo negli ultimi tempi lasciano aperto il dubbio che non abbiano bene in mente la differenza  che esiste tra delega e possesso nel loro significato letterale .

Essere delegati per amministrare per un periodo stabilito le sorti di una città non equivale a diventare possessori dell’intero patrimonio della stessa ma solo essere custodi del bene pubblico, per un tempo limitato, e soprattutto serve dare necessariamente conto delle proprie azioni  ai cittadini che sono i veri proprietari della ricchezza locale. Ma quando si vede assegnare in affitto, 14 anni, con un contratto diseconomico tanto da far ridere anche i polli a un gruppo di persone i cui membri sono stati premiati sul campo solo per il numero dei nemici uccisi in battaglia nel gioco tra sceriffi e indiani rivisitato in chiave moderna si riesce a capire quale concetto di conoscenza, di radici storiche e di cultura è presente nel  bagaglio personale dei nuovi generali di palazzo.

Se i termini dell’affido dei beni cittadini dovessero continuare su questi binari è facile prevedere che oltre allo stadio comunale, che sarà assegnato prossimamente per 4 anni sino a un max di 28 sempre che non dovesse giungere in questo arco di tempo rinuncia anticipata a dei privati, anche i prossimi immobili che rientreranno a breve nella disponibilità di questi giovani leoni saranno consegnati “ad aeternum” a dei soggetti, da decidere in seguito, sempre in cambio  di imponenti opere di ristrutturazione a carico dei locatari ma con l’obbligo non scritto ma palesemente evidente che le finalità delle stesse siano destinate a  uso e consumo degli utilizzatori degli edifici storici. Siamo sicuri che a breve il prossimo cartello di “benvenuto” nella nostra città avrà inciso a chiare lettere Nardò paese gemellato con il Bengodi di Boccaccesca memoria.

Dopo questi passaggi così accorti e meritevoli di attenzione per la loro oculatezza economica che hanno riempito di somme faraoniche le esigue casse comunali ci piacerebbe conoscere il numero dei cittadini disponibili ad affidare incarico di un qualsiasi contratto di affitto di un immobile di loro proprietà al professionista o ai signori che hanno consigliato o redatto i contratti di locazione degli immobili comunali. Noi crediamo a ragione che nessuno “cum grano salis” avrebbe il coraggio di vagliare questa ipotesi ma siamo sicuri oltre tutto che identica scelta sarebbe fatta dagli stessi  uomini di palazzo che hanno dato l’incarico di portare a termine il contratto sopra citato.

Quindi continuare a parlare di incompetenza, arroganza e nessuna capacità amministrativa non ci sembra poi essere una menzione tanto lontano dalla realtà.

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