Lo sblocco sul divieto di reimpianto ci allontana dall’impasse che si è venuta a creare in questi anni, ma è solo il punto di partenza per tornare ad una gestione più ordinaria della malattia che ha colpito i nostri ulivi”. Lo dichiara il consigliere del M5S Cristian Casili, che ribadisce l’importanza di far partire una ricerca a 360 gradi sulla malattia degli ulivi.

Eravamo stanchi delle inique misure europeecontinua il vicepresidente della Commissione Ambienteche hanno vessato oltremodo i nostri olivicoltori e vivaisti. Finalmente avremo la possibilità di autodeterminarci a casa nostra. Ora bisogna pensare a completare gli studi che fino ad oggi sono rimasti confinati solo su alcuni canali. Si tratta di ricerche che nei prossimi mesi serviranno a farci comprendere che con questa malattia dobbiamo conviverci per i prossimi anni”.

 

Casili torna a chiedere l’attivazione di una cabina di regia regionale che possa indirizzare gli olivicoltori verso scelte più corrette.

“Ho l’impressione –  incalza il consigliere cinquestelle che nei prossimi mesi, senza una corretta pianificazione, ci sarà ancora più confusione e occorrerà isolare chi vorrà speculare sulla testa dei produttori salentini, con il prezzo delle piante di ulivo che potrebbe impennare vertiginosamente.”

 

Casili ribadisce che per il rilancio dell’olivicoltura è necessario il coinvolgimento dei piccoli produttori, dato che oltre il 70% della superficie olivicola della provincia di Lecce è coltivata da produttori che hanno meno di due ettari, con una forte incidenza di chi è al di sotto di un ettaro.   

 

Fino ad oggispieganessun indennizzo è arrivato alle aziende colpite ed eventuali misure finanziarie saranno destinate solo alle imprese agricole più strutturate, che costituiscono una percentuale minima sul territorio. I piccoli produttori  detengono la quasi totalità della superficie coltivata ad ulivo e non possono essere esclusi dalle misure poste in essere. Significherebbe abbandonare a se stesso l’intero Salento. Si abbia il coraggio di essere chiari di fronte ai nostri agricoltori – conclude – serviranno anni e una buona strategia per affrontare questa difficile situazione”.