Nardò,22 ottobre_di COSIMO POTENZA_ Il manifesto del Sindaco di Nardò sulla riapertura di un presunto reparto di mammografia in un presunto ospedale situato nella nostra città, ha innescato ,tanto per non smentirsi ,una sentita e ferma disapprovazione da chi , bontà della libertà di critica prima e di una virale informazione poi , da cittadino si è visto defraudato di un ospedale divenuto un distretto socio sanitario per giunta territoriale. Critica mossa che non fa una piega se poi il maldestro fotografo ha preferito riprendere uno scorcio suggestivo della struttura dell’ex nosocomio cittadino senza informarsi prima magari della polemica che avrebbe innescato la galeotta azione.
Ancora una volta il “sindaco di tutti” si presta a sfoggiare le “distrazioni” manipolando prospettive di pensiero che dovrebbero arrivare a fini nobili, secondo il suo entourage di menti pensanti a quanto pare, ma alimenta quella sottile disinformazione che demoltiplica il consenso proprio chi nella frase ad effetto: “Il Sindaco di Tutti” proprio con tutto l’anima non si rispecchia . Una comunicazione sulle plance della città che non è nuova. Figlia di un modus operandi dove “dimostrando con la prassi quotidiana il proprio valore“o presunto tale, si cerca di anestetizzare la mente debole di cittadini che ignorano che Nardò non ha un ospedale ne,di conseguenza, reparti . Un tallone di Achille in un governo che vorrebbe fare ma che disperde energie e consensi proprio quando vuol dribblare una realtà che sotto gli occhi di tutti … Sotto gli occhi di tutti come a pochi chilometri una città, Casarano, a denti stretti e con tanta forza di volontà e partecipazione di tutti si sta ribellando alla chiusura del suo ospedale. La chiamano riforma ospedaliera, la chiusura degli ospedali territoriali per concentrarli in tre poli nella sola provincia di Lecce con il Vito Fazzi fulcro o meglio parafulmini di tutte le mancate promesse e delle prese in giro di una politica che non ha cuore i suoi cittadini. Foto che si ripetono con una certa imbarazzante ciclicità, dove il protagonista non è una comunità che dissente con le forme democratiche ma è le scelte perpetrate da chi dovrebbe essere il primo difensore della carta costituzionale, se è vero che è democraticamente eletto e non certamente il suo carnefice …