Roma 11 nov:_ (AGI)Meno tasse, nel senso del numero delle imposte, niente più condoni, niente più dichiarazione dei redditi, nemmeno quella precompilata. Lo Stato ha abbastanza dati per fare da solo i calcoli in tasca ai contribuenti, basta incrociarli bene. È questa la rivoluzione del Fisco in 5 anni annunciata dal direttore dell’Agenzia delle Entrate Ernesto Ruffini, in una intervista a Repubblica.
“Nel momento in cui il Fisco possiede tutti i dati, ti presenta l’elaborazione di quegli stessi dati e tu da controllato diventi controllore del fisco. Ti fornisco un servizio e hai il diritto di vedere se ho lavorato bene”, spiega. Per abolire completamente la dichiarazione dei redditi, dice Ruffini, ci vorranno cinque anni. “L’Italia ha, senza dubbio, un numero di imposte superiore alla media europea. In Svizzera ci sono 25 leggi fiscali, la Germania ha 35 testi unici. Noi abbiamo 388 leggi e 396 decreti attuativi. Solo il testo unico delle imposte sui redditi ha 76 mila parole. Dal 1994 il numero di caratteri è più che raddoppiato. Dal 1986 ha subito 1.200 modifiche. Ma tutti i Paesi, Stati Uniti compresi, lamentano gli stessi problemi”.
Dice ancora il direttore delle Entrate: “Quando il Fisco commette un errore, può e deve restituire i soldi con gli interessi. Quest’anno, per esempio, abbiamo già restituito 10 miliardi di Iva e 2 di imposte sui redditi. Ma il tempo sottratto non lo si può restituire alle imprese e ai cittadini. Né a chi lavora qui dentro. E il tempo ha una sua sacralità”. Aggiunge: “Il termine ‘Fisco amico’ non mi piace. Gli amici si scelgono. Il Fisco può essere al massimo un parente, visto che i parenti non si scelgono. Ma a patto che non sia indigesto né invadente. Il recupero dell’evasione è uno degli ambiti operativi dell’Agenzia, ma non l’unico. Centinaia di miliardi entrano spontaneamente: poi, certo, ce n’è anche una parte che entra grazie ai recuperi. Dobbiamo cambiare visione: l’interlocutore di Agenzia non dovrà essere un codice fiscale, ma il cittadino. Con la C maiuscola”.
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