Nardò,16 febbraio_(rainews)Sarà Parma la capitale italiana della cultura 2020. La designazione è stata effettuata dalla giuria presieduta da Stefano Baia Curioni ed annunciata dal ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini, in un incontro con la stampa al Mibact.

Erano dieci le città finaliste: oltre a Parma, Agrigento, Bitonto, Casale Monferrato, Macerata, Merano, Nuoro, Piacenza, Reggio Emilia e Treviso. “Già entrare nella shortlist è motivo di vanto, è come entrare nelle nomination agli Oscar – ha osservato il ministro dei Beni Culturali – i film poi si scrivono ‘ha ottenuto la nomination agli Oscar’. Quindi bene e grazie a tutte le città”.

La competizione per l’assegnazione del titolo di Capitale Europea della Cultura 2019, che nel 2014 ha visto prevalere Matera tra le sei città finaliste, ha portato all’istituzione della Capitale Italiana della Cultura. Un milione di euro che ogni anno il Governo mette in palio per stimolare le amministrazioni a perseguire un modello di sviluppo sostenibile che vede la cultura al centro della crescita sociale, economica e civile del territorio attraverso il coinvolgimento delle realtà pubbliche e private.

Dopo Cagliari, Lecce, Ravenna, Siena e Perugia-Assisi, Capitali Italiane della Cultura ex aequo nel 2015, è stato il turno di Mantova nel 2016 e di Pistoia nel 2017, mentre per il 2018 il titolo è stato attribuito a Palermo. In ogni sua edizione la capitale italiana della cultura ha dimostrato di dar vita a uno sviluppo armonioso della realtà urbana puntando sul proprio patrimonio storico, artistico e architettonico, sulle esperienze associative, sulla capacità di unire energie pubbliche e private, sul coinvolgimento dell`intera cittadinanza nella preparazione del dossier di candidatura e nella sua realizzazione.

Il ministro Franceschini ha letto le motivazioni addotte dalla giuria per la scelta di Parma: “Esempio virtuoso di elevata qualità nella progettazione territoriale a base culturale. I suoi punti di forza sono rappresentati in particolare: dalla capacità di attivare e coordinare un sistema estremamente complesso di soggetti, allargato su base territoriale estesa. Il progetto infatti enfatizza un forte e attivo coinvolgimento dei privati delle imprese del territorio, una stretta relazione con il mondo dell’università e della ricerca, con il mondo della cultura e del welfare, nella presenza di un rapporto consapevole tra rivitalizzazione urbana, promozione sociale, produzioni culturali, con riferimento esplicito all’attivazione di distretti; da un sistema di offerta culturale di ottimo livello realizzato con esplicita attenzione ai giovani nell’integrazione di discipline artistiche, con particolare riferimento alla tradizione musicale; da una forte capacità di gestione dei sistemi di accoglienza e gestione della creatività in vista della sostenibilità complessiva”.

Pizzarotti più emozionato oggi che il giorno delle elezioni “Sono più emozionato oggi delle elezioni… forse nelle elezioni c’è una consapevolezza di un percorso e qui c’è una giuria. Vincere ci dà una grande possibilità: aver creato un dossier, un’idea di città, ci avevamo già provato nel 2016, ha fatto mettere le persone intorno a un tavolo, tutti i sistemi istituzionali e imprenditoriali per creare un’idea e un percorso di città”.

Così il sindaco di Parma, Federico Pizzarotti, partecipando al Ministero dei Beni culturali alla premiazione di Parma come Capitale italiana della Cultura 2020. “Quindi felice di aver vinto e altrettanto felice che in finale ci fossero delle città con dei progetti così belli. Tre città dell’Emilia (Piacenza, Reggio Emilia e appunto Parma, ndr) erano in finale, anche questo è un cambio di passo della politica, che un territorio si esprime per le sue eccellenze: vogliamo continuare a lavorare insieme”, ha concluso. – (rainews)

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Ultimo aggiornamento: 02/01/2025
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