“Non esistono cure per salvare gli ulivi infetti da Xylella, unica strada è la convivenza con il batterio attraverso la pratica dell’innesto per salvaguardare almeno gli ulivi monumentali. Per questo abbiamo costituito il Consorzio Innesti tra Coldiretti, UNAPROL E Consorzio DOP Terre d’Otranto, di cui fa parte un Consiglio scientifico, per mettere a regime una pratica a cui si sono dedicati tecnici ed esperti finora in maniera volontaria e a proprie spese, coadiuvati dal CNR, che hanno in questi anni sperimentato la pratica degli  innesti e sovrainnesti sugli ulivi”, annuncia il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia.

Sul piano agronomico l’innesto consiste nell’unire due organismi vegetali viventi per mezzo di una saldatura biologica – dice Coldiretti Puglia – di cui la nuova parte aerea fruttifera ne modifica così la varietà.

“E’ necessario che la Regione Puglia definisca quanto prima un “un protocollo” tecnico di utilizzo, in modo da avere riferimenti chiari. L’innesto può rappresentare una speranza per il mondo produttivo olivicolo-oleario, ma soprattutto può rappresentare la speranza della tutela paesaggistica del Salento – aggiunge il presidente Muraglia – contemporaneamente, gli impianti olivicoli mediante queste prime varietà resistenti consentiranno la ripartenza del settore olivicolo-oleario, in attesa che ulteriori sperimentazioni possano ampliare il panorama idoneo a convivere con il batterio killer”.

“Ci siamo ispirati ai Consorzi Anti-fillosserici nati con legge nel 1901 – spiega David Granieri, presidente di UNAPROL – con lo scopo di diffondere la tecnica dell’innesto per contrastare la fillossera della vite. Un percorso virtuoso di speranza che intendiamo replicare e che le istituzioni hanno il compito di supportare con massima efficienza con Unaprol in prima fila, anche attraverso l’innovativo sistema Olivo.net progettato in collaborazione con Horta S.r.l., uno strumento informatico di ultima generazione che consente il monitoraggio in tempo reale dell’oliveto, controlla i dati inseriti e dà informazioni utili all’imprenditore per le scelte strategiche da prendere sulle attività di irrigazione, concimazione e coltivazione”.

“In mancanza di cure per salvare il patrimonio monumentale della Puglia – incalza Giovanni Melcarne, presidente del Consorzio DOP Terra d’Otranto – l’unica speranza è innestare gli ulivi con varietà resistenti. È bene precisare che al momento è solo una speranza confortata da alcune evidenze empiriche emerse da tre anni di sperimentazione sugli innesti ed emerse da alcune piante innestare da molti anni sul territorio salentino ormai devastato dal batterio. L’innesto è una pratica agronomica reversibile che ci consente di avere una chance per tutelare i nostri alberi monumentali”.

Sul fronte della ricerca Donato Boscia del CNR ribadisce le 4 linee di attività di contrasto alla Xylella con le ‘osservazioni continue in area infetta per la ricerca di olivi asintomatici, i campi sperimentali per la valutazione della suscettibilità di cultivar diverse all’infezione di Xylella fastidiosa, il sovrinnesto di alberi infetti per una più rapida identificazione di fonti di resistenza e la Selezione e caratterizzazione di olivi spontanei asintomatici”.

XYLELLA: COLDIRETTI PUGLIA, IN DECRETO EMERGENZE FRANTOI DEL SALENTO GRANDI ESCLUSI

Grandi assenti nel Decreto Emergenze i frantoi dal Salento che, a distanza di 5 anni da quando la Xylella ha iniziato a dilagare nel Salento, risultano ancora esclusi da tutto, denuncia Coldiretti Puglia, con 251 strutture di trasformazione, frantoi cooperativi, aziendali e industriali nella sola provincia di Lecce al collasso, alcuni dei quali già parzialmente inattivi.

“Prima che ci sia la conversione in Legge, devono essere previsti interventi per i frantoi del Salento. L’Assessore regionale all’Agricoltura non aggiunga il danno alla beffa e si assuma la responsabilità di segnalare immediatamente la grave mancanza al Ministro Centinaio, che ha chiesto a Lecce una verifica degli emendamenti presentati per poter intervenire prima che il Decreto diventi Legge”, dice Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia. “A partire dalla moratoria sui mutui, per garantire la sopravvivenza dei frantoi, sono necessarie misure ad hoc che prevedano integrazioni al reddito per 5 anni per le aziende di trasformazione che dimostrino di restare attive e produttive e interventi economici – insiste il presidente Muraglia – a supporto della rottamazione parziale e totale degli impianti, per i frantoi che vogliono dismettere o riconvertire l’attività”.

Sono 491 i frantoi operanti nel Salento, di cui 251 in provincia di Lecce, 143 a Brindisi e 97 a Taranto e “qualunque misura si andrà a definire per sostenere le realtà della provincia di Lecce, dove lo scenario è apocalittico – aggiunge il presidente di Coldiretti Lecce, Gianni Cantele – e i frantoi non hanno più olive da molire, potrà essere replicato e messo a patrimonio comune anche delle realtà operanti nelle altre province pugliesi, dove la malattia sta mietendo vittime. Non è ancora stato profilata alcuna misura ad hoc per le sole aziende di trasformazione in forma cooperativa, privata che industriale”.

“La malattia – dice ancora il presidente Cantele – ha minato profondamente l’intero tessuto produttivo olivicolo e oleario del Salento con una perdita progressiva della Produzione Lorda Vendibile dai 50 milioni di euro della campagna 2016-2017 ai 300 milioni di euro della campagna 2018-2019. I frantoi cooperativi, aziendali e industriali, hanno registrato un calo significativo del quantitativo di olive molite del 50% nella campagna 2016- 2017, del 75% nella campagna 2017-2018 e del 90% nella campagna 2018-2019, con l’equivalente crollo del fatturato e la riduzione del personale impiegato del 90%, oltre al danno stimato per difetto al patrimonio olivetato di 1,2 miliardi di euro”.

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