Nardò 24 giugno_ Lo immaginiamo così, solitario, di fronte allo specchio mentre si rivolge domande “scomodissime” e, dopo un sospiro dalemiano, si risponde, con piglio, deciso, disinvolto. È l’ennesima, triste, diapositiva della carriera politica di Marcello Risi, caduto nell’ultimissima e impensabile delle sciagure personali: l’autointervista.
Gianluca Fedele
Non fosse la contraddizione per antonomasia, penseremmo di trovarci di fronte a una trovata geniale. Invece è soltanto un atto disperato. Nemmeno l’Emilio Fede di casa nostra, dalla sua scrivania “pubblica” ha trovato stavolta cinque minuti per fargli la solita, incalzante, emozionante e scoppiettante intervista.
Ma non fate l’errore di essere superficiali, perché la sostanza dell’autointervista colpisce forse più della forma. “Mellone è ben al di sotto del 50% dei consensi” tuona Risi a se stesso con una prodezza a metà tra mago Otelma e Nando Pagnoncelli. Quindi aggiunge che lui è per una caratterizzazione “civica” della coalizione che sfiderà l’attuale sindaco. Giusto, come un lupo convertito al veganesimo… tanto mica fa politica da 350 anni, mica ha frequentato una segreteria di partito prima della scuola dell’obbligo, mica ha militato in tutte le versioni moderne del Pci italiano, fino a uscirne (per finta). Infine, la “bomba”: la coalizione anti-Mellone dovrà essere formata da Pd, Forza Italia e Movimento Cinque Stelle. Buona idea, in effetti non ci ha ancora pensato nessuno. Consigliamo aperture decisive a Sel, a Sudtiroler Volkspartei, al movimento dei forconi e, se non dovesse bastare, all’elettorato di Galatone. Forse solo così correrebbe davvero il rischio di vincere!
Gianluca Fedele
Consigliere comunale
Capogruppo Andare Oltre

Dalla pagina “Nardò Liberal”

NARDO’. VERSO LE COMUNALI 2021.
MARCELLO RISI: “AL LAVORO PER LA SVOLTA”

DOMANDA. Nella primavera del 2021 Nardò tornerà alle urne per eleggere la nuova amministrazione comunale. Che tipo di confronto ci attende?

RISI. E’ ancora presto per delineare, seppure con qualche approssimazione, il quadro delle prossime amministrative. Per almeno cinque motivi: 1. L’elettorato è sempre più fluido e modifica con disinvoltura i propri orientamenti. 2. A livello comunale le coalizioni si compongono non solo sulla base di affinità politiche, ma anche per motivi squisitamente locali. 3. Fra un anno in Puglia si vota per le regionali e il risultato avrà dei riflessi anche sulle comunali di Nardò del 2021. 4. Alle amministrative Il quadro definitivo delle coalizioni tende a delinearsi a poche settimane dalla chiusura delle liste. 5. La figura dei candidati alla carica di sindaco ha un impatto diretto sugli schieramenti perché quasi tutti i candidati al consiglio comunale scelgono da che parte stare sulla base del candidato sindaco che vogliono sostenere.

D. E’ noto però che sia già stata avviata la discussione sulla fisionomia della coalizione alternativa a Mellone.

R. I rappresentanti dell’attuale minoranza hanno cominciato ad incontrarsi per un primo scambio di valutazioni. E’ normale che lo facciano. Sembra prevalere l’obiettivo di uno schieramento “civico” costruito sul programma e sulle cose da fare. Io concordo con questa impostazione. “Nardò Liberal”, l’associazione e la lista che promuovo da alcuni anni, proporrà una coalizione dal carattere “cittadino”, che si ritrovi su alcuni punti cardine: ambiente, sviluppo economico, cultura, qualità della vita, servizi ai cittadini. Insomma, su un programma condiviso. Per scriverlo a più mani bisognerà però prima ritrovarsi su alcuni “valori” fondamentali: libertà, solidarietà, trasparenza, cittadinanza. Sì, proprio quelli che l’attuale sindaco Mellone calpesta quotidianamente con disinvoltura.

D. Di questo schieramento civico faranno parte anche i partiti tradizionali?

R. Una comunità moderna senza partiti è destinata a farsi risucchiare prima dal populismo più gretto e poi, a stretto giro, dalla miseria e dalla negazione dei diritti. Per me i partiti devono essere protagonisti di una coalizione “civica” di svolta. “Nardò Liberal” è dell’avviso che Partito democratico, Forza Italia e Movimento Cinque Stelle debbano sforzarsi di costruire un’alleanza comune per le prossime amministrative. Accanto alle liste civiche che saranno in campo.

D. Detta così sembra un nuovo laboratorio politico.

R. E’ più semplicemente una proposta politica che ritengo coerente con il lavoro che dobbiamo fare per la nostra città nei prossimi dieci anni. I laboratori lasciamoli ai chimici.

D. Per la Lega non c’è spazio?

R. Oggi la Lega esprime valori nettamente in conflitto con l’anima, la storia e le ambizioni di Nardò. I nostri concittadini che la votano commettono un errore gravissimo. Fanno male alla nostra città e ai nostri giovani. Sbagliano. Magari in buona fede, ma sbagliano. Salvini specula, per motivi elettorali, sui poveracci che rischiano la vita per sfuggire alla miseria e alle torture. Mi fa accapponare la pelle. Ha perfino la sfrontatezza di dileggiare Papa Francesco. E non scordiamoci mai che ha fatto carriera sputando sul nostro Sud. E’ disgustoso.

D. Chi potrebbe guidare una coalizione come quella che propone?

R. Una coalizione fra Pd, Forza Italia, Cinque Stelle e civiche non può che essere guidata da una figura molto autorevole, capace, disponibile al confronto e soprattutto individuata in modo condiviso. Prima le idee e le qualità umane, poi i nomi e i cognomi.

D. Di fronte ci sarà Pippi Mellone.

R. Forse sì, forse no. Il suo consenso è ben al disotto del 50% e non credo che abbia margini di recupero nei prossimi mesi. Ha deluso moltissimo e la sua amministrazione è stata completamente assente sulle grandi questioni di governo della città: il grave inquinamento della discarica di Castellino e del canale Asso, lo scarico dei reflui di fogna nel nostro mare, il nuovo piano urbanistico generale, il sostegno alle imprese. Aggiungiamo l’aumento, al di là di ogni previsione, della tassa sui rifiuti, una rete infinita di illegalità, il territorio senza controllo, le frazioni e le periferie abbandonate. Mellone cerca di mascherare la sua paurosa inadeguatezza assumendo insopportabili atteggiamenti da “bulletto der quartierino”. Anche per questo non può rappresentare Nardò.

D. Le indagini della procura su Mellone e la sua giunta potrebbero divenire un ostacolo alla sua ricandidatura?

R. L’argomento giudiziario non mi appassiona quando faccio politica. Non mi piace la politica che cerca nella magistratura delle scorciatoie per regolare il confronto con gli avversari. Destra e sinistra cadono spesso in questo errore perverso. Io non ho mai amato “Mani pulite”. E ho sempre pensato che il mio partito (allora si chiamava Pds), abbia pesantemente sbagliato a schiacciarsi in quegli anni sul cosiddetto “pool” di Milano. Naturalmente vi furono delle eccezioni fra di noi: Emanuele Macaluso e Giovanni Pellegrino, ad esempio, contestarono con lucidità tante storture, ma furono inascoltati. Tirava di più la voglia di “ghigliottina”. Venendo a noi, la procura faccia il suo lavoro. Agli amministratori coinvolti auguro di dimostrare la loro innocenza. Le battaglie politiche ce le giochiamo nelle urne.

D. In diverse occasioni ha rimproverato all’amministrazione Mellone di operare violando le leggi.

R. Purtroppo è così. Mi sono capitati fra le mani una decina di procedimenti con violazioni di legge gravissime. Dalla nomina di nuovi dirigenti, alla vicenda dei campetti di Via XXV Luglio, dalla vendita “taroccata” del gerontocomio, a innumerevoli affidamenti diretti di servizi, dai pacchi alimentari acquistati dal comune e distribuiti tramite CasaPound al bilancio fasullo della tassa sui rifiuti, da “forzature” nell’abbattimento dell’immobile “incompleto” dell’Incoronata al conferimento di diversi incarichi professionali contro le direttive della Corte dei Conti. Il segretario generale e i dirigenti sonnecchiano un po’ troppo.

D. Vede Mellone in difficoltà. Potrebbe essere più facile per la coalizione che ha chiamato della “svolta”?

R. Le elezioni amministrative sono sempre difficilissime, a prescindere. Sull’esito del voto giocano sempre tanti fattori e il risultato finale resta in bilico fino alla fine. Vinceremo se sapremo offrire un’idea di futuro alla città, se saremo compatti e se daremo l’anima fino all’ultimo secondo.

D. Chiudiamo con le regionali. Nel centrosinistra si prefigura uno scontro interno fra chi spinge per la riconferma di Michele Emiliano e chi propone una candidatura alternativa.

R. Ripresentarsi con Michele Emiliano sarebbe un suicidio per noi. Molti militanti del centrosinistra non lo voteranno perché ha dimostrato di non poterci rappresentare. Emiliano non possiede i requisiti minimi per guidare il centrosinistra. Con un altro candidato possiamo giocarcela.

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