Nardò, 10 gennaio _ Poco più di un anno fa l’iniziativa censoria verso gli avvocati Pippi Mellone e Vincenzo Candido Renna avanzata dalla responsabile locale dell’Associazione dei Consumatori, Signora Moira Epifani, veniva riportata sulla pagina locale della Gazzetta del Mezzogiorno e, si fa per dire, su qualche “rinomato” webmagazine.

Per giorni, a tamburo battente, sembrava essersi scatenato l’inferno verso i due legali, l’uno sindaco di Nardò, giovane iscritto all’albo; l’altro, in quel momento, “Componente del Nucleo di Valutazione dei dirigenti del Comune” e, per comune sentimento, tra i professionisti più noti della città.

Ricordiamo a noi stessi che, l’accusa mossa ai due professionisti citati, dagli Avvocati dei Consumatori Neretini, era quella di aver violato le norme deontologiche che, in sintesi estrema, impongono agli iscritti all’albo di usare una semantica decorosa in ogni caso ed occasione anche al di fuori dell’esercizio della professione.

Renna – Mellone

Al contrario, i due professionisti si sarebbero, ad avviso della Associazione citata, macchiati di condotte meritevoli di censura disciplinare ed amministrativa per aver in più occasioni usato dichiarazioni volgari e irrispettose dei canoni richiesti agli iscritti all’albo forense.

L’esposto, oltre a far visita, grazie al c.d. effetto drag along (trascinamento) tipico dei social media, le bacheche di numerosi utenti e followers a vario titolo interessati alle iniziative di questa associazione di tutela dei consumatori e della sua paladina in salsa nostrana, cosa di per sé rilevante, per una ipotetica diffamazione, ha attinto alcune importanti Autorità del nostro Paese: al di là dell’Ordine degli Avvocati della Corte di Appello di Lecce anche l’Ordine Nazionale e non bastasse anche il Prefetto di Lecce e il Ministro degli Interni.

Orbene, era evidente secondo l’Associazione degli avvocati difensori dei consumatori il rischio di turbamento dell’ordine e la sicurezza pubblica visto l’interessamento delle massime Istituzione poste a presidio di  tali valori.

La montagna, però, ha partorito un topolino visto che: il Consiglio Distrettuale di Disciplina organo preposto a sindacare sotto il profilo disciplinare le condotte  degli avvocati ha ritenuto non meritevoli di censura i “post social” attinti dall’esposto della signora Epifani.

Il nostro webmagazine, da sempre interessato ai fatti e non alla strumentalizzazione degli stessi e che non veste le notizie in favore o contro nessuno; fu, unico, molto tiepido allora, rispetto all’iniziativa  della Epifani, che sembrava claudicante ed incerta sotto molteplici profili e soprattutto viziata da una connotazione politica, che ne depotenziava le finalità e, poi, grondava dello stesso livore che a parole sembrava voler fronteggiare.

A voler richiamare facili aforismi “ Chi di spada ferisce ….” siamo certi che la vicenda avrà un seguito del quale saremo ben lieti di informarvi.

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