Nardl,6 aprile_ Volutamente abbiamo aspettato qualche giorno, prima di affrontare il tema della sentenza riguardante la vicenda: <<refezione scolastica e intossicazione alimentare dei bambini- sentenza n. 932/2020 Tribunale di Lecce>>.
Un po’, per l’emergenza sanitaria gravissima come quella che stiamo vivendo in questi giorni, un po’ perché volevamo verificare l’effetto della notizia sui tabloid social cittadini; specie, quelli che, a ridosso dei fatti gravi in questione, sembravano interessati, esclusivamente, a evidenziare il possibile fallimento dell’azione amministrativa della Giunta Mellone, sotto la scure di un principe del Foro come l’avv. Pietro Quinto, uno che le cause è abituato a vincerle.
Ed ecco che, la pagina locale della Gazzetta del Mezzogiorno e, soprattutto, indovinate un pò, la derivazione web:Porta di Mare, sembrano trascurare l’ultima notizia.
A dire il vero, la sola Gazzetta le ha dedicato, venerdì 3 aprile 2020 , un piccolo trafiletto, rispetto a quanto fatto dal corrispondente del Quotidiano di Lecce nella stessa giornata.
Per converso il blog, forse, per l’interdizione al <<mare>> attuata con ordinanza da Mellone non ha aperto affatto la <<porta>> alla notizia.
Di certo, il trafiletto di sabato scorso ha occupato meno spazio rispetto a quello concesso dai due “giornali” a ridosso della prima soccombenza subita dalla Ditta dopo il Giudizio Cautelare il famoso art. 700, che portò Quinto a dirsi pronto a ribaltare tutto nel merito, perché le ragioni erano tutte per la Ditta.
La scelta editoriale fu quella di dare voce all’anziano professionista di Lecce e alle sue fin troppo esibite, a quel tempo, sicurezze di ribaltamento dell’esito nel giudizio ordinario; il senno del poi, evidentemente, è un Giudice inclemente e non risparmia nessuno, ivi compresi, i Principi del Foro.
Il nostro attento lettore, non mancherà di ricordare che i fatti che hanno originato il contenzioso si sono verificati a pochi mesi dall’insediamento del Sindaco Mellone, fine ottobre 2016; in giunta siedevano ancora Daniela Dell’Anna e Graziano De Tuglie, successivamente dimissionari.
Non parve vero a Risi, all’epoca ancora in consiglio comunale, di pontificare sempre sulla Gazzetta e su Porta di Mare, (siamo certi che non vi stupirete), circa il “Caos Amministrativo” seguito alla vicenda e a pretendere, testualmente:<<la stessa qualità dei controlli applicata precedentemente>>, dimenticando, però, un particolare di dettaglio, (sarà stata distrazione involontaria) che,l’affidamento dell’appalto alla Ditta in questione risale proprio al suo mandato politico.
Per cui solo uno come Mellone, <<il sindaco pop>>capace di confondere e rovesciare i tavoli, di stupire e modificare gli scenari preconfezionati, sempre asimmetrico ai cliché imposti da un vocabolario della politica ormai in disuso, poteva assumersi una responsabilità cosi importante, risolvere un contratto di appalto di servizi pluriennale del valore di alcuni milioni di euro.
I detrattori, i soliti noti, avranno pensato alla fortuna del principiante, ovvero, alla risposta ovvia e scontata, a fronte di una pressione serrata da parte di un comitato di genitori di oltre 170 bambini, attinti dai dolori addominali e da dissenteria con febbre, ai quali si aggiunsero associazioni, come gli Avvocati dei Consumatori e tanti altri che soffiavano sul fuoco di un atto risolutivo verso la Fenice S.r.l., che per tutta una serie di circostanze, da subito, sembrava essere la vera responsabile della triste vicenda.
Ma se la fortuna è vero che aiuta gli audaci, il Sindaco Pop, in quell’occasione non dimostrò audacia, ma di avere una leadership naturale e la prudenza dell’accorto amministratore pubblico.
Non può, infatti, non ascriversi a prudenza e lungimiranza il coinvolgimento nella valutazione del rischio rispetto alla platea di azioni da assumere di un esperto di diritto amministrativo e di public procurement come l’avv. Vincenzo Candido Renna.
Di più, questo ‘coinvolgimento’ non costò nulla al Comune, in quanto reso dal citato professionista <<pro bono publico>>.
Ecco che appare evidente come: la deliberazione di Giunta e la determinazione dirigenziale di risoluzione del contratto La Fenice non sono stati atti improvvissati, frutto di una scommessa, ma il risultato ponderato di una valutazione analitica dei rischi assunta senza costi con l’aiuto di esperti esterni alla Pubblica Amministrazione.
Si comprende perchè il risultato conseguito ha portato il Primo cittadino a manifestare oltre la soddisfazione per aver tutelato la ragione dei cittadini anche una risposta piccata ai pochi detrattori, che per la verità, sin da subito, ricordiamo attinsero con vignette di cattivo gusto, e non quelle del solito satiro de no altri, anche gli avvocati successivamente incaricati della difesa rispetto alle azioni intraprese dalla Ditta La Fenice –Paolo Gaballo e Riccardo Renna.
Il procedimento amministrativo adottato dalla Giunta Mellone si è dimostrato all’evidenza dei fatti un caso di scuola, un esempio di buona amministrazione, così solido, da consentire ai bravi e giovani avvocati Gaballo e Renna di averla vinta rispetto al navigato Pietro Quinto, che questa volta si è guardato bene, al meno sino a questo momento, di rilasciare dichiarazioni guerrafondaie rispetto ad una impugnazione in appello per conto della propria cliente.
Il risultato di immagine per l’amministrazione comunale di Mellone è evidente ed è importante; specie in un periodo come questo, in cui la salute è attentata da questo nemico invisibile e pericoloso come il covid-19, riviene dal messaggio destinato ai gestori e fornitori dei servizi della nostra città.
Questi ultimi sapranno, infatti, che le obbligazioni previste dai contratti inerenti la città di Nardò non sono solo inchiostro su carta bianca, ma adempimenti concreti, che ove non realizzati comportano per la parte inadempiente conseguenze gravi ed importanti come la risoluzione contrattuale e la segnalazione all’Osservatorio dei lavori pubblici per la relativa annotazione a tutela del mercato.
A tal proposito, siamo certi che gli uffici preposti non mancheranno di provvedere all’esecuzione della sentenza la Fenice nonché alle comunicazioni conseguenti all’ANAC, di cui siamo certi verrà data adeguata pubblicità.
Un conto salatissimo a vantaggio della collettività.
La redazione.
dELIBERA DI GIUNTA REVOCA APPALTO (2)[2563]

