Nardò,28 dic:_Appuntamento alle ore 11 in via Marinai D’Italia per la prima apertura di un altro importante nodo della rete museale di Nardò. Dopo il Museo della Preistoria il Museo del Mare Antico di Nardò è il secondo Museo archeologico della Città. Al suo interno saranno esposti importanti reperti di età romana, provenienti dalle indagini archeologiche effettuate negli anni nel mare e lungo la costa di Nardò.

Gli ambienti del Museo ospiteranno:

– un nucleo dedicato all’esposizione e all’illustrazione del carico e della dotazione di bordo del Relitto della nave romana di Punta dell’Aspide, supportato da immagini ricostruttive, da riproduzioni dei particolari dello scafo e da un totem multimediale;

– un nucleo dedicato al Sito romano del Frascone nel quale saranno illustrate l’organizzazione e le fasi di frequentazione del sito, che in età repubblicana è stato occupato da una “villa” e in età imperiale da un villaggio di pescatori; i reperti archeologici esposti sono stati rinvenuti durante le campagne di scavo dirette dalla Professoressa Rita Auriemma, responsabile scientifica del Museo.
Anche questa sezione sarà munita di totem multimediale;
– un nucleo dedicato ad altri giacimenti che vengono illustrati attraverso reperti provenienti da rinvenimenti isolati e/o decontestualizzati e rappresentazioni di strutture costiere o infrastrutture portuali che ricostruiscono il Paesaggio Costiero del Salento nell’Antichità.

Ma il cuore della struttura, che la rende unica nel suo genere, è un importante Laboratorio di Restauro le cui attività saranno coordinate dalla Soprintendenza. Al suo interno saranno possibili il restauro, lo studio e la ricerca sui reperti archeologi rinvenuti durante le campagne di scavo archeologico.
Già definiti gli orari di apertura: l’allestimento museale sarà aperto nei giorni di martedì e venerdì, dalle ore 16,00 alle ore 19,00; per gruppi di visitatori , su prenotazione, sarà possibile visitare la struttura anche fuori dai giorni e dagli orari stabiliti.
La gestione provvisoria è stata affidata per circa due mesi a R.eTe. s.n.c. – Ricerca e Territorio, l’impresa culturale con la quale l’amministrazione ha sottoscritto un protocollo d’intesa finalizzato, tra l’altro, alla valorizzazione e alla fruizione del patrimonio culturale di Nardò.
Nel frattempo l’ente sta procedendo a programmare l’affidamento definitivo, che avverrà in esito ad una procedura di evidenza pubblica, previa intesa con la Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio per le Provincie di Lecce, Brindisi e Taranto.
“A gennaio – dichiara l’assessore Mino Natalizioverrà organizzato un convegno tematico che avrà come tema principale l’archeologia subacquea, a cui parteciperanno i rappresentanti di tutte le istituzioni artefici della realizzazione di questo importante tassello del sistema culturale del territorio, a partire dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Provincie di Lecce Brindisi e Taranto, guidata dall’Architetto Maria Piccareta, e dalla Regione Puglia, con l’Assessore Loredana Capone. Il Museo del Mare Antico di Nardò contribuirà ad arricchire l’offerta dei contenitori culturali di Nardò, che consta del Museo della Civiltà Contadina, dal Museo della Preistoria di Nardò, dal Museo Acquario del Salento, dal Museo della Memoria e dell’Accoglienza, dalla mostra permanente dedicata a Vittorio Bodini, dalla Biblioteca “Vergari” e del Centro Servizi Culturali e Bibliotecari della Regione Puglia, ai quali si affiancano il Museo Diocesano e il Museo Archeologico dei Ragazzi”.

Soddisfazione nelle parole del Sindaco: “ho dato alla mia giunta l’obiettivo prioritario di rendere funzionali, fruibili e sostenibili i contenitori culturali della città, di potenziarli e metterli in rete e di aggiungerne dei nuovi per rafforzare l’infrastrutturazione culturale di Nardò – ha spiegato il Sindaco, Pippi Mellone – per questo sono molto soddisfatto per l’obiettivo raggiunto e per la sinergia che si è creata con la Soprintendenza, che ha saputo cogliere il nostro entusiasmo ed ha creato, con estrema disponibilità e rigore, le condizioni per l’apertura del Museo del Mare Antico di Nardò, una struttura che era chiusa da oltre trent’anni, e che oggi diventa un importante riferimento culturale per la Città.

Nardò – ha aggiunto Mellone – è tra le poche Città ad avere ben due Musei inseriti nella Rete Nazionale dei Musei del Mare e della Marineria Italiana, network culturale che mette in rete i musei del mare, al quale abbiamo aderito di recente, sia con il Museo del Mare Antico di Nardò sia con il Museo Acquario del Salento, che si trova nel meraviglioso borgo marinaro di Santa Maria al Bagno.

Con questa operazione rafforziamo la posizione di leadership culturale che la Città, con i suoi bravissimi operatori, si sta conquistando sul campo”.

 

Nome Museo                                     MUSEO DEL MARE ANTICO DI NARDO’

 

Indirizzo                                      Via Marinai d’Italia
Città                                      Nardò (Lecce)
Email                                      ufficio.europa@comune.nardo.le.it
Sito Internet                                      www.comune.nardo.le.it
Email segreteria                                      ufficio.europa@comune.nardo.le.it
Ente proprietario                                       Comune di Nardò
Ente gestore                                       Comune di Nardò
Orari di apertura al pubblico                                       10.00 – 13.00 / 16.00 – 21.00
Prezzo biglietto € 3,00
Accessibilità per diversamente abili                                     Accessibile ai diversamente abili
                                    STORIA E PATRIMONIO MUSEALE
Data di fondazione                                       1982
Storia del Museo (max 1500 battute) Il progetto del Museo del Mare a Nardò – e con esso  l’esigenza di istituire un luogo culturale dedicato all’archeologia subacquea –  nacque a seguito della scoperta nel 1982, in località Santa Caterina, a pochi metri di profondità, del relitto di una nave oneraria romana datata, in base al carico di anfore, al II sec. a.C., affondata contro la scogliera di Punta dell’Aspide, a 300 metri dalla costa.

Il rinvenimento suscitò all’epoca grande clamore anche per l’intervento del Pretore di Nardò che con ordinanza del 3.8.1982 pose sotto sequestro il tratto di mare relativo.

Si susseguirono varie vicende che portarono al recupero di alcune anfore e alla realizzazione del Laboratorio di restauro necessario al recupero del relitto. Tra le numerose pubblicazioni relative all’argomento, l’articolo della professoressa Rita Auriemma, docente di Archeologia subacquea del Dipartimento di Beni Culturali dell’Università del Salento, pubblicato sulla rivista scientifica “L’Archeologo Subacqueo” nel gennaio 2000, che si allega, è quello che forse meglio ripercorre tutte le vicende e maggiormente mette in evidenze la valenza scientifica del ritrovamento.

Le proposte articolatesi nel tempo intorno all’ipotesi di un Museo del Mare risultano talvolta limitative rispetto alle enormi potenzialità archeologiche di tutto il comprensorio neretino e della relativa fascia costiera. Il relitto della nave oneraria romana di Punta dell’Aspide costituisce infatti un documento di una più vasta rete di traffici commerciali marittimi e terrestri che nella prima età ellenistica vedono l’insediamento di NERETUM svolgere un ruolo di primaria importanza. Una struttura museale che realizzi questa notevole potenzialità dovrà mettere in evidenza proprio i fattori di originalità rispetto alle altre realtà del sistema museale pugliese.

Tale offerta culturale si articola intorno a tre temi fondamentali, sui quali non esistono in Puglia, ma anche in Italia meridionale, esperienze che possano definirsi analoghe:

–         Settore di archeologia subacquea, incentrato sul relitto di S. Caterina, con settori che mettono in evidenza i rapporti commerciali di portata mediterranea ai quali le anfore fanno riferimento;

–         Settore topografico, relativo all’evoluzione insediativa lungo la fascia costiera a cui NERETUM è collegato, da Torre dell’Ovo a Gallipoli;

–         Progetto di archeologia urbana a Nardò, che presenta una complessa stratificazione dell’età del ferro ai nostri giorni.

Il “Museo del Mare”, ubicato oggi in via Marinai d’Italia, è destinato al restauro dei reperti di provenienza subacquea, aperto anche alle visite didattiche, completato con la realizzazione di spazi espositivi.

Numero sale e metratura                                      Numero 3 sale

Metratura complessiva 500 mq circa

Argomenti delle sale e percorsi museali L’esposizione si sviluppa secondo un criterio cronologico, nella prima sala ci sono i seguenti nuclei espositivi:

sezione GEOLOGIA

in questa prima parte si esporranno le testimonianze delle diverse ere geologiche, della fauna, ora in stato di fossile e delle modificazioni climatiche, partendo dal racconto della formazione della crosta terrestre fino alla deriva dei continenti

sezione Preistoria

questa parte, quasi in continuo con la precedente, sarà suddivisa in piccole sezioni: Paleolitico Inferiore, Paleolitico Medio, Musteriano quinsoniano, Protoaurignaziano, Musteriano Levallosiano, Paleolitico Superiore, Mesolitico, Neolitico, Eneolitico e saranno illustrati attraverso i testi e i reperti esposti i seguenti temi: la morfologia del territorio dell’Italia durante le varie ere glaciali, gli insediamenti preistorici in Italia, l’evoluzione del genere homo, gli insediamenti preistorici nel Salento, dolmen, menir e specchie del Salento, l’evoluzione del paleoclima  del Salento.

Al termine della prima sala sarà installato uno schermo TV 3D, dove visionare contenuti specifici elaborati in modalità 3D, già in possesso del Gruppo Speleologico e relativi a suggestivi ambienti in grotta. Altri contenuti, già prodotti, potranno in futuro resi disponibili.

La seconda sala, posta trasversalmente alla prima, si caratterizza per la presenza di piccoli ambienti, le antiche celle del convento, dove si è scelto di posizionare i reperti di maggiori dimensioni al fine di dare loro maggiore risalto, mentre sulla parete opposta agli ambienti sarà realizzato lo stesso impianto espositivo presente nella prima sala, costituito da vetrine e parete autoportante.

I nuclei espositivi sono:

sezione Archeologia

nel primo degli ambienti sarà esposto un calco di sepoltura dando spunto così all’illustrazione delle metodologie di ricerca e di scavo archeologico, mentre nel secondo ambiente saranno esposte alcune anfore provenienti dallo scafo di nave onoraria romana presente sul fondale delle costa neretina. La parete espositiva relativa a questa sezione sarà un “link” al Laboratorio del Mare e al Museo Acquario di S. Maria al Bagno, illustrandone le attività di ricerca e restauro che si effettuano all’interno e dando una breve descrizione dei reperti presenti. La presenza del totem multimediale permetterà una visita virtuale al Laboratorio del Mare e al Museo Acquario.

sezione di Speleologia

il terzo degli ambienti sarà dedicato all’attività speleologica con l’esposizione delle attrezzature necessarie alla progressione in grotta, i sistemi di illuminazione, e nella parete espositiva dirimpetto al piccolo ambiente, trattati vari speleotemi: le stalattiti fossili, le stalagmite, il ciclo carsico.

 

Collezioni più importanti Sezione Consultazione

in questa area, collocata al termine della seconda sala, saranno ospitati testi e pubblicazioni scientifiche donate al Gruppo Speleologico da vari Enti scientifici e ricercatori, tra cui l’Istituto Italiano di Preistoria. La ricerca e consultazione dei testi sarà organizzata attraverso l’immissione dei dati in un data base accessibile agli utenti attraverso due terminali multimediali

Pezzi significativi e di pregio

Il relitto di Santa Caterina

Questo nucleo esporrà ed illustrerà i materiali archeologici del carico e della dotazione di bordo recuperati nella campagna del 1984 ed immagini ricostruttive e riproduzioni dei particolari dello scafo. Questa sezione sarà munita di totem multimediale.

Il sito di Frascone

Sarà illustrato il sito, le sue vicende, le fasi di frequentazione: la “villa” di età repubblicana, il villaggio di età imperiale; la vita quotidiana: le pratiche domestiche, i contenitori di derrate, il vasellame da cucina e da tavola; gli ornamenti e gli oggetti d’uso, le monete; gli utensili. Le principali attività svolte nel sito: la pesca e la lavorazione del pescato. Questa sezione sarà munita di totem multimediale.

Gli altri relitti

Questo nucleo vede la presentazione di una serie di altri giacimenti e di rinvenimenti isolati e/o decontestualizzati, insieme a strutture costiere o infrastrutture portuali, che aiutano a ricostruire il paesaggio costiero del Salento nell’antichità, come il relitto ellennistico degli Scogli delle Tre Sorelle: il grande sviluppo dell’agricoltura e il commercio del vino in Italia meridionale in età ellenistica.

 

Biblioteca e/o centro di documentazione interno             E’ presente un centro di documentazione interno
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