Nardò,13 febbraio_ I leudi restituiscono altre storie affascinanti e quindi nuove conferme sulla loro presenza nelle acque dello Jonio durante il secolo scorso. Il geografo di Unisalento Giuseppe Piccioli Resta, che con la sua ricerca ha “svelato” le rotte commerciali tra la Liguria e la Puglia risalenti al periodo compreso tra l’inizio del ventesimo secolo e la seconda guerra mondiale, è riuscito adesso a identificare anche quale imbarcazione effettuò in quegli anni scambi lungo le coste joniche.

La ricerca, anche grazie alle testimonianze di alcuni pescatori di Santa Maria al Bagno, ha dimostrato che i caratteristici leudi dell’area intorno a Genova (probabilmente Riva Trigoso e Sestri Levante) raggiungevano il golfo di Gallipoli per acquistare il vino locale e altra merce e per vendere prodotti e manufatti liguri come le terrecotte di Albisola. Il leudo è una barca a vela latina di circa sedici metri di lunghezza e con una capacità di carico di una trentina di tonnellate, condotta da commercianti. La forma affusolata dello scafo permetteva a questa imbarcazione, in una epoca in cui i porti erano in numero esiguo, di esser calata in mare e tirata direttamente sulla spiaggia. Tanto da essere considerata “il Tir del Novecento”. Oggi l’Unesco ha dichiarato il leudo mezzo di valore storico e culturale.

Il nuovo segmento della ricerca, frutto di una recente trasferta di Piccioli a Sestri Levante e Riva Trigoso, è nato dalla consultazione di documenti molto importanti e dalla raccolta di testimonianze dirette dei discendenti degli ultimi proprietari dei leudi, tra cui i Bregante, i Castagnola, gli Zolezzi. Fondamentali, poi, sono stati i contatti con l’associazione “Amici del Leudo”, che cura l’ultima di queste imbarcazioni ancora navigante (il “Nuovo Aiuto di Dio”), e con il Museo Marinaro “Tommasino-Andreatta” di Chiavari. Dalle notizie e dai dati ottenuti risulta che, agli inizi del secolo scorso, il leudo “Felice Manin” attraversò in lungo e in largo il Mediterraneo, pilotato da Emanuele Ghio. Come i pugliesi, anche le famiglie liguri hanno nomignoli e soprannomi. Quello di Ghio, derivato dal suo intercalare, fu “cumbinèmu”, ossia “combiniamo (l’affare), ci accordiamo?”.

“I pescatori di Santa Maria al Bagno, alcuni dei quali purtroppo non più in vita – spiega lo studioso – mi hanno raccontato per anni decine di aneddoti. Alcune narrazioni, discese dai loro genitori e nonni, risalgono ai primi del Novecento, quando i bastimenti a vela ormeggiavano nel porto di Gallipoli a caricare olio lampante e vino per il nord Italia e l’Europa. Nel periodo dal 1918 al 1927 (quest’ultima data di nascita di Mimino Capoti, l’ultimo dei grandi “vecchi del mare” di Santa Maria) arrivavano in porto “li genuvesi” con il loro barcone da carico, ormeggiavano e mettevano in vendita la mercanzia. Poi si accordavano per l’acquisto di vino in botti, circa 300 quintali, e alla fine salpavano. Uno fra tutti diventò famoso per l’intercalare usato durante le contrattazioni, al punto che per un periodo di tempo qualcuno lo riconobbe anche qui: “cumbinèmu”, proprio Emanuele Ghio! E stando ai racconti pare che Ghio sia arrivato a caricare vino anche verso Nardò e Galatone, sbarcando a Santa Caterina o a Santa Maria al Bagno. Considerando che il leudo non attraccava, ma semplicemente toccava terra con la chiglia, è verosimile immaginare che lo abbia fatto proprio a Santa Maria, dove la spiaggia è di sabbia e non di sassi. Da lì Mimino racconta che a piedi “cumbinèmu” si sia recato nell’entroterra a cercare vino da acquistare nelle masserie”.

Il mercante ligure, dunque, fu affidatario del leudo “Felice Manin” per conto delle sorelle e navigò commerciando fino al febbraio 1926, quando morì per una polmonite (cercò di salvare la sua barca incagliata su un basso fondale in Liguria). Ecco perché, dalla nascita di Mimino Capoti in poi (1927) non si fece più vedere nel Salento. Il suo ricordo, invece, ha miracolosamente attraversato quasi un secolo. La vicenda ha dell’incredibile, ma la storia che racconta la barca, se possibile, è ancora più sorprendente: venne costruita in uno dei tanti cantieri genovesi, San Michele di Pagana, nel 1891; alla morte di Ghio cambiò proprietario e nome in “Giovanni e Paolo Castagnola”, attraversò miracolosamente la guerra, nel 1957 passò ancora di mano e fu denominata “Padre Carlo”. Con il terzo cambio di armatore, Cappellini, nel 1981 fu reintrodotto il nome originario. Così, nel 1985, il “Felice Manin” ebbe anche l’ardire di affrontare l’Oceano Atlantico, al punto da presentarsi in Florida per il cinquecentesimo anniversario della scoperta dell’America, di risalire la costa orientale degli Usa, attraversando addirittura la regione dei Grandi Laghi fino a Chicago. Lì, però, fu abbandonato e languì, danneggiandosi gravemente per moltissimo tempo sulla banchina, fino all’intervento della Marina Italiana, che lo riportò in patria su una nave portacontainer. Fu deposto in banchina a Genova e purtroppo, complice l’immobilismo delle istituzioni italiane, venne dimenticato da tutti. Ancora oggi si trova in quel luogo, ormai irrecuperabile. Dunque vicende che hanno un sapore epico quelle svelate dal docente neretino, che ha il merito di essere riuscito con amore e caparbietà a restituirci uno spaccato di vita ormai lontano nelle memorie.

“Scoprire delle radici così forti, così profonde, così significative – aggiunge – segna l’anima, perché si conoscono popoli e persone, distanti mille e più chilometri, in realtà uniti grazie a un “vecchio” veliero. Questo mi rende giustizia della fatica, degli sforzi e delle notti insonni. Per carità, ben poca cosa rispetto alla fatica durissima di quelle genti ma, certamente, è una fatica che ci avvicina a loro perché ci rende consapevoli di essere diventati noi, oggi, i loro testimoni. Speriamo degni”.

Ricercatore dal 2001, componente di importanti progetti di ricerca, Giuseppe Piccioli Resta dal 2005 è Professore Associato di geografia presso l’Università del Salento, nel Dipartimento di Società, Storia e Studi sull’Uomo. Dal dicembre 2013 è il Responsabile Scientifico del Laboratorio di Fotografia Subacquea e Monitoraggio dei sistemi Costieri dell’Università. È anche un fotografo subacqueo di importanza internazionale, con oltre 130 concorsi vinti e i suoi lavori (tutti realizzati nelle nostre acque) sono esposti ovunque in Italia e all’estero. Da un paio di anni, il Laboratorio e il Comune di Nardò stanno collaborando per realizzare un grande modello navale di leudo in scala 1:15, da esporre per la fruizione come prodotto culturale.

Privacy e Cookies

Ultimo aggiornamento: 02/01/2025
La presente Privacy Policy illustra le modalità di raccolta, utilizzo e protezione delle informazioni personali degli utenti che visitano il nostro sito web lorasalento.it (di seguito "il Sito").

1. Informazioni Raccolte
Il Sito non richiede la registrazione degli utenti e non consente commenti. Pertanto, non raccogliamo informazioni personali identificabili come nome, indirizzo email o altre informazioni di contatto.
Il Sito, realizzato in wordpress, direttamente o tramite plugin di terze parti potrebbe raccogliere automaticamente alcune informazioni sui visitatori, come:

- Indirizzi IP
- Dati di navigazione (ad esempio, pagine visitate, tempo trascorso sul Sito)
- Informazioni relative al dispositivo utilizzato (tipo di browser, sistema operativo)

l'eventuale raccolta di dette informazioni, eventualmente ci fosse, avrebbe lo scopo espresso al punto seguente.

2. Utilizzo delle Informazioni
Le informazioni che dovessero, eventualmente, essere raccolte automaticamente, sono generalmente utilizzate per:

- Migliorare l'esperienza utente sul Sito
- Analizzare il traffico e le interazioni con il Sito
- Monitorare la sicurezza del Sito

nello specifico la questione relativa alle informazioni non cedute direttamente dall'utente perchè da noi non richieste, nè necessarie allo scopo della divulgazione dell'informazione che si pone il presente sito, potrebbe avvenire principalmente per mezzo dei cosiddetti "cookies" descritti al seguente punto.

3. Cookie
Il Sito utilizza certamente cookie di sessione per l'autenticazione degli utenti amministratori. Per i visitatori generici nessun cookie dovrebbe essere utilizzato, ma essendo il presente sito basato su tecnologia di terze parti, tale tecnologia potrebbe farlo all'insaputa degli amministratori del sito: tale possibilità di raccolta dati non può essere esclusa al di là di ogni ragionevole dubbio dagli amministratori del sito in quanto non in grado di analizzare ognuna delle decine di migliaia di righe di codice che lo costituiscono. I cookie sono piccoli file di testo che vengono memorizzati sul dispositivo dell'utente da diversi siti. Gli utenti possono gestire le preferenze relative ai cookie attraverso le impostazioni del proprio browser e le informazioni su come bloccare la registrazione di tali cookies è facilemnte reperibile sul web con una ricerca in merito al browser e al sistema operativo utilizzato.

4. Condivisione delle Informazioni
Non conosciamo, conserviamo, vendiamo, scambiamo o trasferiamo a terzi alcuna informazione degli utenti.

5. Diritti degli Utenti
Gli utenti e visitatori di un sito web possono esercitare i seguenti diritti:

- Richiesta di accesso ai propri dati
- Richiesta di cancellazione dei propri dati
- Richiesta di rettifica dei propri dati

Tuttavia in base a quanto riportato ai punti precedenti tali diritti non sono rivendicabili in quanto non esiste per il presente sito alcunchè a cui accedere, da cancellare, o rettificare

6. Sicurezza dei Dati
Il sito è protetto da teconologie elettroniche di difesa da attacchi informatici: tali tecnologie hanno lo scopo di proteggere ogni qualsiasi dato contenuto nel sito, incluso eventuali, incidentali, frammentari e comunque sconosciuti, dati riconducibili ad utenti visitatori

7. Modifiche alla Privacy Policy
Ci riserviamo il diritto di modificare questa Privacy Policy in qualsiasi momento, soprattutto in quei casi in cui dovessero cambiare le modalità di relazione con gli utenti e dovesse verificarsi una qualche necessità di raccogliere qualsivoglia tipo di dato in maniera consapevole, intenzionale e volontaria. Gli utenti saranno informati delle modifiche tramite avviso sul Sito.

8. Contatti
Per domande riguardanti questa Privacy Policy, si prega di contattarci all'indirizzo email: loradinardo chiocciola hotmail punto it