Un’intera giornata è stata dedicata a Renata Fonte, ma il ricordo sia completo con l’intitolazione della sala consiliare all’assessore repubblicano neretino!
Il 31 marzo, come ogni anno, sono stati tanti gli eventi organizzati per ricordare Renata. Ad uno, molto commovente, durante la notte, sono riuscito a partecipare. Nei giorni scorsi presentai una mozione consiliare sottoscritta da diverse associazioni tra cui Libera di Don Ciotti (presente ieri a Nardò per il trentennale), col plauso della famiglia che abbiamo voluto naturalmente preliminarmente contattare per avere il “via libera” da parte di chi a Renata volle un bene incondizionato.
Ebbene quella mozione, protocollata il 12 marzo, non è stata ancora ufficialmente discussa sebbene lo statuto comunale preveda che vada discussa nel primo consiglio comunale successivo al protocollo. Ebbene nonostante una seduta si sia svolta (il 17 marzo), niente discussione. E nessun altro consiglio è stato convocato in una stasi amministrativa ingiustificata. Sarebbe stato molto significativo che il Consiglio fosse convocato prima del 31 marzo approvando così la mozione e rendendo “completo” il ricordo nel trentennale dalla morte.
Ebbene l’atmosfera e le intenzioni attorno alla mozione non sembrano, però, essere le migliori. Non tanto forse per il primo firmatario di quella mozione (il sottoscritto, noto rompiscatole non troppo simpatico a questa gente, amabilmente ricambiata, sia chiaro) quanto per l’oggetto stesso. Nei giorni scorsi si è tenuta un’apposita riunione della Conferenza dei capigruppo, ebbene in quel contesto l’orientamento maggioritario sembrava essere di contrasto all’idea.
C’è stato chi si è spinto a chiedermi il ritiro della mozione, chi ad invitarmi a decentralizzare la proposta verso la sala Giunta e chi ha fatto proposte alternative di intitolazione. Insomma accanto al formale ricordo all’unisono, ma solo di facciata, a trapelare sembrerebbe essere un orientamento maggioritario contrario. Orientamento trasversale, sia chiaro, con gran parte dell’Assise (non tutti badate bene) contraria per i motivi più disparati.
Si va da chi pensa che “siccome non era un omicidio di mafia, allora non bisogna intitolarle la sala”, a chi dice che “siccome non è morta per Portoselvaggio non bisogna intitolare la sala”, a chi si dice imbarazzato dal fatto che il consigliere Mellone abbia voluto contattare prima la famiglia e non i Consiglieri comunali (come se Renata non appartenga prima di tutto ai suoi cari), a chi si spinge a dire che siccome non lo ha fatto nessuno in passato non dovremmo farlo neppure noi (e pensare che c’è ancora chi si ostina a chiamarli progressisti e riformisti!), a chi dice che troppe strutture le sono state intitolate, dalla stele al cimitero a quella a Portoselvaggio, dalla scuola alla Piazza, dimenticando che forse la sala dove riecheggiano i suoi discorsi e dove si è consumata la sua memorabile storia amministrativa sarebbe dovuta essere la prima struttura da intitolarle. Insomma una serie di motivi piuttosto risibili che la dicono lunga sull’ipocrisia di molti, maestri del ricordo pubblico e dell’ostracismo privato.
Faccio un appello al sindaco, presente in queste ore agli appuntamenti per ricordare l’assessore Fonte: alzi il telefono e convinca, come è solito fare con successo, i suoi consiglieri, e non solo, riscopertisi (sulla cosa piu sbagliata, peraltro) improvvisamente capaci di spirito critico e li spinga a dare dignità e memoria perenne a Renata là dove il suo ricordo è più “utile”. Altre Città come Genova lo hanno già fatto intitolandole Palazzo Verde. I professionisti dell’antimafia a parole verranno portati alla pubblica gogna nazionale, lo sappiano da subito, lor signori…
Il sindaco da me avvertito delle perplessità di molti nei giorni scorsi mentre era a Roma mi ha anticipato di voler avviare una serie di consultazioni tra gli ex sindaci, a mo’ di Capo dello Stato, neanche stessimo parlando di affidare l’incarico di formare il nuovo governo. Intitolarle la sala consiliare è un gesto semplice, dovuto e gratuito (piacevole novità per l’Amministrazione Risi). Dedichiamole la sala consiliare cosicché gli amministratori di oggi e di domani, la ricordino per sempre e si levino il cappello quando varcano quella soglia.
Pippi Mellone
Consigliere comunaleComunità MilitanteAndare Oltre