Saranno offerte, prima, in una riunione di maggioranza, convocata per venerdì  9 maggio, poi, in Consiglio comunale, in assise lunedì prossimo 12 maggio, le comunicazioni del Sindaco di Nardò Marcello Risi in merito allo sviluppo della vicenda “ Condotta sottomarina”.

 

Dopo l’incontro di ieri mattina che ha visto un tavolo tecnico convocato a Modugno, presso gli uffici della Regione Puglia al  quale hanno partecipato, oltre al sindaco  Marcello Risi, l’assessore all’Ambiente Flavio Maglio e i rappresentanti dell’Acquedotto Pugliese e che  ha ripreso  il filo di un discorso interrotto nel dicembre 2013, il primo cittadino allarga la platea dei contributi coinvolgendo la maggioranza politica,  il Consiglio Comunale e la Consulta dell’Ambiente.

Il work in progress della tormentata vicenda della condotta sottomarina, ad otto mesi dall’incontro di Bari  del 3 settembre – nel quale il Comune di Nardò aveva ribadito ferma contrarietà all’ipotesi di progetto proposto dall’Aqp così come deliberato dal Consiglio comunale del 28 maggio 2012 – sarà così  condiviso con tutti i segmenti dell’apparto  politico amministrativo a dimostrazione della ferma volontà del primo cittadino di operare e procedere  nella più ampia trasparenza e partecipazione.

Un  punto sembra essere  stato chiarito nel vertice di ieri mattina:  per la  realizzazione del sistema di smaltimento dei reflui fognari di Nardò e Porto Cesareo non si potrà prescindere da un sistema di affinamento e riutilizzo delle acque reflue. “Su questo “ – spiega il sindaco Risi – “ si è  registrata un’ampia apertura da parte della Regione e anche dell’Aqp. Niente condotte in mare per scaricare reflui fognari “tal quale”. Si punta alla realizzazione di un impianto di affinamento o lagunaggio e al riutilizzo delle acque ai fini irrigui “

“Tre le opzioni messe sul tavolo da Regione e Aqp” continua il sindaco – “ Nel dettaglio si tratta della  costruzione di un impianto di affinamento e riutilizzo delle acque a fini irrigui; della realizzazione di una sistema di lagunaggio dei reflui; infine della realizzazione di barriere di acqua dolce anti-intrusione salina nella falda acquifera.

La sensazione dunque – conclude – è che possiamo registrare una svolta importante  anche se, ritengo che ancora serva molta prudenza. L’obiettivo ora è  quello di coinvolgere il Consiglio comunale e la Consulta dell’Ambiente anche perché è importante e determinante mettere sul tavolo del confronto con Regione e Aqp  proposte concrete e dettagliate  del Comune di Nardò.

Come si ricorderà la Consulta dell’Ambiente lo scorso settembre 2013 aveva espresso parere negativo in merito alla “Realizzazione della condotta sottomarina dall’emissario dell’impianto di depurazione di Nardò, innesto dello scarico di Porto Cesareo” evidenziando  numerose criticità tra cui vale la pena di ricordare la non efficienza della rete fognante del Comune di Porto Cesareo definita “a macchia di leopardo , con una copertura di circa il 30%, con carenti impianti di sollevamento e di collettamento ad un depuratore fatiscente e mal funzionante.

Pertanto” aveva sentenziato la Consulta “  è prematuro parlare di collettamento finale. Tra i  rilievi della Consulta  anche quello che punta l’indice contro l’attraversamento della ipotetica  condotta  di due SIC ( siti di importanza comunitaria ) di grande rilevanza ambientale ed archeologica ,quello di Serra Cicora e quello della Palude del Capitano, protetto da un severissimo vincolo idro-geologico.

 

Altra questione affrontata ieri mattina a Modugno, nel corso della riunione con  i vertici regionali e Aqp, è stata quella della precaria efficienza del Depuratore di Nardò .E stato l’assessore all’Ambiente Flavio Maglio a contestare,  infatti, all’Aqp  il cattivo funzionamento dell’impianto di depurazione in alcuni periodo dell’anno in presenza di criticità ambientali

Secondo quanto emerso  l’Aqp si sarebbe quindi  impegnato a portare  l’impianto di Nardò ad un  livello di affinamento  delle acque compatibile con  i parametri previsti dal Decreto del Ministero dell’Ambiente n185 del 12 giugno 2003 recante  “norme tecniche per il riutilizzo delle acque reflue”.

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