(AGI) – Roma, 10 giu. – Nel giorno in cui il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, richiama l’obiettivo primario di rinnovare il Paese, liberandolo dagli schemi del passato e lancia un appello per le riforme, anche istituzionali, il ministro Maria Elena Boschi si dice ottimista: ” siamo vicini ad un accordo e siamo nei tempi previsti”. Ma, in Senato, scoppia il caso Mauro.

 

Dopo la tensione registrata nei giorni scorsi sul ddl del Governo per le posizioni critiche dell’ex ministro della difesa sul ddl del Governo, i senatori di ‘Per l’Italia’, a maggioranza, hanno votato la sostituzione di Mario Mauro in Commissione Affari costituzionali. Al posto dell’ex ministro il capogruppo Lucio Romano. Lo hanno fatto in una riunione, in cui sarebbero coppiate scintille fra il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini e lo stesso Mauro: io non mi fido di te, avrebbe detto l’uno. Per ottenere in tutta risposta: io neanche mi fido di te. Per Mauro la decisione e’ una purga staliniana: Renzi chiede e Casini esegue, e’ l’accusa del leader dei Popolari per l’Italia, che ha convocato una conferenza stampa a stretto giro di posta per contrattaccare. “In pieno stile di purga staliniana un gruppo di senatori di per l’Italia ha disposto la mia rimozione dalla commissione Affari costituzionali”, ha osservato a caldo Mauro, “arrivando a un voto formale preteso da Pierferdinando Casini nonostante abbia fatto mettere a verbale la mia disponibilita’ a votare secondo le indicazioni del gruppo”. “Gia’ questa mattina il sottosegretario Delrio aveva anticipato a membri del mio gruppo il contenuto di questa imboscata parlamentare”, ha osservato, “che grave errore da parte del governo pretendere l’uniformita’ di opinioni, su una materia delicata come quella costituzionale. Che grave errore per quello che poteva essere il governo della speranza trasformarsi in un soviet da quattro soldi”. Poi, incontrando i giornalisti, ha rincarato la dose (“Se non ci si concepisce come il Dudu’ di Renzi difficilmente si puo’ partecipare a questo lavoro”) parlando di imboscata parlamentare. Sconcerto arriva dal senatore democratico Vannino Chiti per la rimozione. E solidarieta’ da Forza Italia per “l’epurazione”. Non cosi’ il renziano Marcucci: “Il collega deve aver fatto indigestione di fantascienza, penso che il premier Renzi abbia ben altro di cui occuparsi” dice. Ma non e’ detto che nel Pd, nei giorni a venire, si possa riaprire anche la questione del senatore Corradino Mineo, in commissione Affari costituzionali al posto del sottosegretario Minniti. Mineo in dissenso con la maggioranza del partito, sulle voci circolate nei giorni scorsi a proposito di una sua possibile sostituzione, ha confermato che votera’ gli emendamenti al ddl che ha firmato e ha spiegato ai cronisti: “non capirei, non accetterei”. (AGI) .

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