Il silenzio degli organi provinciali in merito al ricorso del 30 marzo scorso riguardante il congresso cittadino del P.D. a Nardò, è diventato davvero imbarazzante.
Perciò, dopo che con senso di responsabilità abbiamo atteso e lasciato passare le diverse tornate elettorali, per non introdurre elementi che potessero prestare il fianco a strumentalizzazioni, abbiamo deciso di renderlo pubblico, per sollecitare le risposte dovute su una brutta vicenda che ha lacerato non poco il partito a Nardò.
E’ appena il caso di ricordare, come Copertino insegna, che un PD diviso e che assume decisioni sulla testa delle persone è destinato a soccombere e a pagare un caro prezzo elettorale.
Per noi restano incomprensibili i motivi della mancata risposta ad un ricorso argomentato e corredato di dati. Sappiamo però che questi tempi lunghi e dilatori, che di fatto si traducono in inerzia della politica, sono espressione di vecchia, vecchissima politica che, quando prova imbarazzo, tergiversa e si sottrae.
Rivolgiamo perciò un pressante appello anche a tutti gli eletti in indirizzo perché ciascuno faccia la propria doverosa parte affinché si definisca finalmente il problema da noi rappresentato.
Alla Commissione Provinciale di Garanzia P.D.-Lecce
Alla commissione di Garanzia Regionale-Bari
e p.c. Commissione di Garanzia Nazionale-Roma
Segretario Nazionale P.D.-Roma
Segretario Regionale P.D. – Bar
Segretario provinciale P.D. Lecce
Presidente Assemblea Provinciale P.D. – Lecce
Onorevole Teresa Bellanova- sottosegretario – Roma
Onorevole Salvatore Capone – Roma
Assessore Regionale Loredana Capone – Bari
Consigliere Regionale Sergio Blasi – Bari
Consigliere Regionale Antonio Maniglio – Bari
Oggetto: richiesta di annullamento del congresso cittadino di Nardò dell’1 e 2 marzo
2014 per aperta violazione delle norme vigenti
Premessa: i sottoscrittori del presente ricorso fanno presente alla commissione di garanzia che, prima di procedere alla stesura di questo atto formale, hanno atteso che la presidente provinciale del partito Paola Povero portasse a termine il tentativo di mettere intorno ad un tavolo tutte le aree del PD neritino per un confronto e chiarimento esaustivo. Il tentativo è fallito per la indisponibilità al confronto del segretario provinciale Piconese e del responsabile dei Circoli Abaterusso.
Antefatto: il 27 ottobre 2013 si è svolto a Nardò il congresso ordinario del circolo, preceduto da un’assemblea degli iscritti e da una serie di incontri preparatori fra le varie componenti in cui sono state fissate la data e le modalità organizzative del congresso stesso.
In sede congressuale, delle due candidature presentate, una non è stata accolta dal garante perché irregolare. Terminate le operazioni di voto, a norma del Regolamento Regionale 4 ottobre 2013, è risultato che l’unico candidato restato in pista, avendo riportato circa 160 voti, non è stato eletto.
Sono seguiti quattro mesi di “vacatio” in cui la sede del partito è restata chiusa. In questo periodo nessun intervento è stato fatto dal segretario provinciale volto sia ad ascoltare le diverse componenti del partito (eccetto una, quella del Sindaco Risi), sia a promuovere un confronto chiarificatore a tutto campo al fine di porre le basi per la costruzione di un partito unitario e inclusivo con una propria fisionomia e propri obiettivi per la città.
La richiesta di alcuni di noi al vicesegretario provinciale Toma di farsi portavoce di questa esigenza di confronto è stata senza esito.
I fatti : il congresso straordinario è stato convocato all’improvviso, con dei manifesti apparsi il 25 febbraio, all’insaputa dei più che non hanno neppure ricevuto regolare avviso, per l’1 (dedicato alla discussione) e il 2 marzo (dedicato dalle 8 alle 20,00 alle operazioni di voto). Non è stato preceduto né da un’assemblea degli iscritti, né da una riunione fra le diverse aree per concordare tempi e modi del suo svolgimento. E’ stato chiuso invece lo stesso 1 marzo in un’ora e tre quarti circa, con l’elezione del segretario per alzata di mano di circa 40 dei presenti, (più o meno gli stessi che poi sono entrati nel direttivo!) a fronte di oltre 700 iscritti. Ha deciso questa anomala modalità di elezione un imbarazzato Gabriele Abaterusso in veste di garante provinciale che, come si può vedere alla fine del video, (http://www.portadimare.it/politica/9150-ne-abbiamo-lette-tante-sul-congresso-pd-ora-vediamolo-e-sentiamolo-con-il-video-completo, 7 marzo 2014) ha detto di usare questa procedura “in deroga”. Ha egli il potere di “derogare” dai “principi inderogabili” sanciti dall’art. 15,comma 4 dello Statuto nazionale e di annullare la regolare votazione del giorno seguente ? Quale funzione di garanzia sarebbe venuto a svolgere?
Inoltre non si è proceduto a nessun appello o registrazione dei presenti. Siamo sicuri che i presenti avessero tutti la tessera del partito? Non è stata fatta neppure alcuna registrazione dei votanti, né conteggio, né infine è stata resa pubblica la lista di appoggio al candidato segretario. Solo ex post è stata data lettura frettolosa della lista su richiesta esplicita di qualche iscritto.
Tutto ciò nonostante il preside Cosimo Sasso, già sindaco di Nardò, a congresso appena iniziato, avesse proposto al segretario provinciale di rinviarlo perché, per le modalità di indizione e conduzione, gestite dalla sola componente Risi, appariva chiaro volesse escludere tutte le altre componenti e di cercare invece di trovare una soluzione unitaria. La richiesta non è stata accolta.
Tutto questo è ampiamente documentato nel video su citato.
Si può celebrare un congresso in aperta violazione delle norme?
Il Regolamento per l’elezione dei segretari e dei direttivi dei circoli, approvato dalla Direzione Regionale del PD Puglia il 4 ottobre 2013 (che recepisce i principi inderogabili dell’art.15, comma 4 dello Statuto nazionale) all’art. 9, comma 1 infatti così recita: “L’iscritto/iscritta esprime il suo voto tracciando un segno nel riquadro che contiene il nominativo del candidato Segretario prescelto, oppure – nel caso di un solo candidato a segretario – tracciando un unico segno in uno dei riquadri che contiene il SI e il NO”, mentre l’art. 8 comma 7 prescrive: “L’elezione degli organi provinciali e di circolo avviene in ogni caso a scrutinio segreto”. Non c’era quindi nessuna possibilità, a norma del vigente regolamento, che Abaterusso annullasse il voto del giorno seguente e procedesse, seduta stante, al voto palese per alzata di mano dei presenti. Perché nel congresso del 27 ottobre si segue il regolamento del 4 ottobre 2013 e in quello dell’ 1 e 2 marzo, che è una riedizione di quello del 27 ottobre, si deroga arbitrariamente?
Le componenti che non hanno partecipato al voto rappresentano la minoranza?
Per formarsi un’idea in merito occorre fare riferimento agli unici dati disponibili: i risultati della votazione per l’elezione del segretario provinciale nel congresso del 27 ottobre scorso che furono: PICONESE (Sindaco +assessori Falangone e Marinaci + giovani democratici): Voti 260; RAMPINO (Antonio Tine + Lorenzo Siciliano): voti 104; TOMA (Noi x Nardò + Costruire Insieme): voti 167; SANTORO (assessore Leuzzi): voti 26; Schede nulle 3, bianche 7; votanti 561. (Per la cronaca di detto congresso vedi: http://www.portadimare.it/politica/7995-il-congresso-del-partito-democratico-la-foto-da-dietro-l-analisi-cattiva-i-numeri-e-tutti-i-voti-di-una-giornata-delirante, 28 ottobre 2013) Questi risultati evidenziano chiaramente che la componente che fa riferimento al Sindaco Risi ha conseguito 260 voti contro i 291 delle altre componenti che non hanno partecipato al congresso. Possiamo correttamente ancora dire che non ha partecipato al congresso del 1° marzo la minoranza del partito ?
Conclusioni: dai fatti documentati su esposti risulta con chiarezza che il congresso cittadino dell’1 e 2 marzo 2014 a Nardò è stato celebrato in violazione delle norme e solo da una parte non maggioritaria del partito, facente capo al Sindaco Risi. Ne consegue che gli organismi eletti non possono che essere ritenuti illegittimi. Questa operazione ha avuto il solo risultato di sancire la spaccatura del PD a Nardò, che con tanta buona volontà eravamo riusciti a ricomporre in unità nel precedente congresso del febbraio 2013.
A chi giova tutto questo? Certamente non giova al partito, che ne esce sconfitto e mortificato.