L’APPARATO AMMINISTRATIVO è costituito dall’insieme dei dipendenti pubblici assunti a tempo indeterminato, determinato o a convenzione o con contratti di servizio stipulati con imprese e cooperative.
Il rapporto di dipendente comunale si stabilisce per concorso, per chiamata diretta o per convenzione temporale. Comunque sia la natura di selezione il rapporto è di tipo fiduciario, di riconoscimento di capacità valide, di provata professionalità, di serietà morale e attitudinale, di impegno produttivo, di preparazione culturale e di idoneità all’ufficio o alla mansione per i quali si è chiamati.
Far parte dell’apparato comunale significa essere inseriti in una squadra di professionisti ai quali viene affidato il compito delicatissimo della gestione di tutti i servizi e di tutti gli affari comunali.
Lavorare nel/col Comune comporta una disposizione di lealtà professionale, morale e psicologica sentita e determinata. Si lavora per la collettività e non per l’individualità, né tanto meno per il compenso mensile o annuale che sarebbe una offesa alla propria dignità di persona e di cittadino.
All’interno dell’apparato occorre che ognuno faccia la propria parte, ritenga di amministrare la cosa pubblica come se fosse proprietà privata, servire e non servirsi della stessa. Essere costantemente modello, esempio di rettitudine morale, sociale, culturale ed economica.
Accade spesso che qualcuno (amministratore o dipendente) ritenendosi “onnipotens” confonda il proprio ruolo ritenendosi proprietario unico del settore o dell’incarico ricevuto e metta in atto clausole, atteggiamenti e metodi non ortodossi causa poi di straordinarie maldicenze e denigrazioni. Ciò vale soprattutto per gli amministratori la cui azione deve essere la più trasparente e democratica possibile evitando di mascherare interessi personali dietro attività subdole e pericolose per l’erario comunale e per se stessi. All’interno dell’Amministrazione esistono, previsti dalla legge e dalla giurisprudenza, dei ruoli ben presici:
gli AMMINISTRATORI indicano le linee programmatiche e gli obbiettivi temporali da perseguire;
i DIRIGENTI sono preposti a realizzare in collaborazione dell’apparato interno o esterno i fini indicati;
l’APPARATO, che costituisce il nerbo centrale della struttura, il peso maggiore del lavoro, deve offrire il meglio di sé come impegno, presenza, partecipazione e realizzazione degli obiettivi in tempo stabilito.
Nessuno nella gestione della cosa pubblica può chiamarsi fuori dalle responsabilità! Il cerchio delle responsabilità è inclusivo, coinvolge tutti nel giudizio operativo dei risultati.
Il merito dei risultati non è ascritto in particolare a nessuno ma va assegnato alla struttura che nella polivalenza degli interventi personali ha realizzato il progetto o il programma previsto.
I cittadini questo chiedono agli Amministratori e agli Operatori dell’apparato comunale!
Quest’ultimi, non bisogna mai dimenticare, sono cittadini come gli altri preposti alla speciale funzione di rendere la Città più vivibile e godibile attraverso la realizzazione di servizi vari sempre più funzionali e adeguati all’evoluzione culturale, sociale, civile ed economica della comunità.
Il lavoro di dipendente comunale, di impresa appaltante o di convenzionato va svolto con amore, cura e attenzione ritenendo la propria attività un servizio di base rivolto al Bene comune della comunità che il cittadino deve apprezzare per qualità, quantità, cortesia e sensibilità.
Il lavoro affidato deve essere svolto con puntualità e correttezza, non può essere seguito a metà, con disattenzione, con superficialità, senza verifiche iniziali e finali, , senza ispezione dei luoghi o approfondimenti familiari e sociali, senza presa visione effettiva del problema e del suo riverbero sul futuro rimandando il tutto a PANTALONE che paga (tutti noi cittadini).
Lo Stato, la Regione, la Provincia, Il Comune rappresentano sempre noi cittadini, noi collettività, noi comunità, noi inclusività e non invece degli ENTI istituzionali diversi da noi stessi, dalla nostra umanità, dal nostro modo di vivere sulla terra; per cui non possono essere oggetto personale di sfruttamento, di rapina, di dissacrazione, di abbrutimento, di disprezzo o di offesa.
Temporalmente, spazialmente e socialmente essi sono il nostro grande BENE COMUNE al quale tutti siamo chiamati a contribuire per preservarlo, valorizzarlo rendendolo sempre più gradevole qualitativamente, efficace e utile nei servizi all’uomo, accettabile in un impegno culturale e sociale a spirale sempre più evoluta e civile.
Queste le premesse di un funzionamento corretto, serio, amato e condiviso.
Prossimamente avremo modo di constatare pregi e difetti nei quali si muove l’APPARATO COMUNALE della nostra Città.