Ho letto con attenzione la nota ON LINE inviata da Noi x Nardò e Andare oltre alle varie testate neretine, relativa ad una polemica “fra esaltazione per pochi spiccioli e colpe per la perdita di milioni di €” non richiesti all’UE e quindi persi.

Laddove altri Comuni della stessa provincia di Lecce, puntualmente elencati, più diligenti, presenti e attivi hanno potuto presentare istanze e progetti ottenendo importanti finanziamenti.

Indubbiamente la nota dimostra la tempestività politico amministrativa di seguire i problemi, evidenzia il generoso e puntuale impegno dei rappresentanti delle due liste civiche e mette a nudo le “defaillances” in cui ci si incorre quando non si pone la dovuta attenzione tecnico-professionale a certe imperdibili e irripetibili occasioni.

All’Assessore alle Politiche Comunitarie, che non ha bisogno di difensori, né questo scritto intende farlo, a mio modesto parere, non si può addossare “in toto” la responsabilità di quanto accaduto poiché la gestione pratica della presentazione delle istanze e dei progetti va ascritta anche alla STRUTTURA AMMINISTRATIVA (la Burocrazia) che evidentemente ha sottovalutato o poco stimato, studiato e approfondito le Direttive comunitarie.

La mancata presentazione di istanze e progetti, fatto gravissimo in clima di penurie economiche, va addebitata più al funzionamento della struttura, al suo modo di partecipare, alla sua possibile carenza o alla sua disattenzione o al suo disamore per l’ufficio o al gravame dei lavori o all’incompetenza culturale o alla poco partecipazione e coinvolgimento alle sorti ammnistrative, laddove l’Assessore e la Giunta hanno solo il compito di indirizzare, controllare e seguire le pratiche che gli addetti devono materializzare secondo le opportunità che i vari canali finanziari, volta per volta, mettono a disposizione: Regione Puglia, Provincia, Ministeri e UE.

 

L’attività di questa l’Amministrazione in verità suscita molte perplessità (non è questa la prima svista, il primo assordante silenzio su problemi vitali della Città) soprattutto sul modo di amministrare la cosa pubblica (e i tanti problemi non affrontati, né accennati lo dimostrano) che da tempo la tiene lontana dal dibattito reale cittadino, dall’arretrato da recuperare, dall’ esigenza di innovare e di uscire dal piccolo cabotaggio culturale ed economico.

Nardò, 2 settembre 2014

 

​ Giovanni PERO’​

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