L’Amministrazione comunale di Nardò è in crisi per la seconda volta. Il malessere sempre presente non è stato estirpato, ma traligna fra gli addetti ai lavori, anfibiolicamente emergendo ad ogni stormir di fronda,ad ogni avance non esaudita!  Ciò che sta accadendo è frutto di peccato originale, di affastellamento di liste civiche, di inadeguatezza di alcuni addetti che pur avendo la tessera PD continuano disinvoltamente a restare civici, di mancanza di “ savoir faire” con amici e alleati o di un uomo solo al comando, accentratore solitario come i più sostengono?

Probabilmente qualcuno, di vetero-formazione politica, usa questa rigida seconda veste, che non gli consente cambiamenti comportamentali, anzi lo costringe a perseverare negli errori, affrancando la propria coscienza, attribuendo agli altri il mancato raggiungimento degli obbiettivi elettorali.

Riflettendo sul magro percorso di questi quattro anni amministrativi di comando si scopre che il risultato conseguito è frutto di una affievolita sensibilità di uomo solo al comando, senza staff, senza collaboratori di spessore, senza UN VERO PARTITO!

Come giudicare altrimenti certe azioni politico amministrative, assunte contro il sentire del popolo e di certi disinteressati e illuminati consiglieri comunali della stessa maggioranza?

Esempi eclatanti:

Ospedale S. Giuseppe Sambiasi: nessuna presa di posizione personale, nessun grido di allarme, nessun incatenamento ai cancelli, nessuna protesta plateale né condivisione o appoggio al Comitato civico spontaneo, nessuna richiesta o protesta ai responsabili politici regionali, nessun richiamo ai parlamentari nazionali e regionali, nessuna azione giudiziaria nei confronti della Regione Puglia. Solo timida riverenza! Tutti i Consiglieri, chi in un modo e chi in un altro, hanno sollecitato prese di posizione forti ma nessuno è riuscito a smuovere il governo cittadino!

Anzi, lo stesso ha accolto la chiusura dell’ospedale in cambio di un Protocollo d’intesa faraonico con la ASL a tutt’oggi irrealizzato ed enormemente ridimensionato. Malgrado molti consiglieri comunali dissentissero platealmente dall’accettarlo qualcuno in solitudine, improvvisamente, senza interpellare il Consiglio comunale, accetta i ragionamenti politici e le promesse dell’allora amico Vendola e firma il documento!

Debiti fuori bilancio: in verità alcuni di questi vengono da lontano, da Amministrazioni precedenti, mai regolarizzati con atti temporali e tempestivi nell’assestamento di bilancio. Molti di questi debiti sono stati certamente generati da interventi di amministratori dalla finanza allegra, dalla spesa facile senza regole, e da funzionari e dipendenti poco rispettosi del proprio ruolo. Considerato che il debito fuori bilancio non regolarizzato subito comporta responsabilità personali dell’amministratore che lo impone e del funzionario che avalla prestandosi all’operazione. Su queste vicende, l’attuale Governo cittadino non è intervenuto, facendo luce sugli accaduti, non ha voluto minimamente indagare risolvendo il tutto accollando il debito, quasi manto pietoso, sulla Comunità intera e per evitare il dissesto finanziario, che non avrebbe consentito assunzioni successive per un po’, ha messo su un balletto di cifre e di considerazioni, che a lungo andare sono finite inevitabilmente sotto la lente d’ingrandimento della Corte dei Conti. Eppure molti amici avevano consigliato di dichiarare il dissesto finanziario subito, onde risolvere la questione in un paio di anni di magra finanza, per avere successivamente un bilancio corretto e verace. Queste indicazioni, oggi, si rimpiangono e i Consiglieri comunali che hanno votato a favore diversi atti vivono con patema d’animo il risultato delle decisione della Corte dei Conti.

Cerim: dopo la disastrosa gestione fallimentare della San Giorgio, un appalto tutto particolare realizzato dalla gestione precedente, si passa alla CERIM.

Col suo insediamento iniziano le bollette pazze, un data base lacunoso, un via vai di cittadini costretti ad attendere negli uffici tralasciando spesso le proprie necessità lavorative e di svago. Disagi e malcontenti all’infinito uniti a giudizi negativi nei confronti dell’organizzazione comunale.

Anche per questa situazione, molte critiche inascoltate sono state sollevate da vari esponenti amministrativi e politici, ma anche qui come per i precedenti esempi l’Amministrazione non ha intrapreso alcuna azioni volta a ricercare e addebitare responsabilità alla San Giorgio, ma ha proseguito bonariamente sulle lacune finanziarie ereditate dalla stessa.

Migranti: anche questo argomento, che ha suscitato tante discussioni, pro e contro, alla fine è stata adottata una misura che ha portato alla ribalta Nardò dei telegiornali come paese razzista.

Eppure le voci che consigliavano altro atteggiamento più civile e democratico, a salvaguardia del buon nome della Città non è stato mai intrapreso, anzi ha costituito motivo per defenestrare un assessore.

Condotta sottomarina: l’argomento, poco ponderato inizialmente dall’amministrazione ha avuto un percorso molto ambiguo. Inizialmente favorevole al solo allungamento in mare della condotta e successivamente costretto dalle argomentazioni oggettive delle opposizioni e delle varie associazioni, a votare all’unanimità il rigetto del progetto dell’AQP per una proposta alternativa. A tutt’oggi il problema è sospeso e l’Amministrazione non incalza (malgrado i tanti mesi di silenzio).

Case dell’acqua: è giunta all’Amministrazione una richiesta per realizzare una o più case dell’acqua, al momento caduta in oblio.

Queste case se realizzate nel territorio consentono ai cittadini di approvvigionarsi di acqua purissima, filtrata e garantita, senza ricorrere all’acquisto di quella minerale a minore prezzo. I vantaggi sono notevoli perché: si usa l’acqua dell’acquedotto purificata al massimo, si diminuiscono i prezzi di acquisto, si disperde meno plastica a beneficio dell’ambiente, si riduce l’onere verso la ditta di smaltimento, si genera risparmia nelle famiglie. La tempestività dell’azione, purtroppo, non è forte per questo Governo cittadino.

Questi brevi argomenti testimoniano l’operosità inadeguata di questo governo cittadino, le prese di posizione sbagliate e retrograde, la timidezza nell’affrontare i grossi problemi per non dispiacere al guidatore e perdere future posizioni politiche personali.

Se questa è la temperie politico amministrativa, se questo è il modo di operare per il Bene della Città, se le crisi sono sempre dietro la porta, se il malessere dopo quattro anni non è stato stemperato, se sulle grandi problematiche l’atteggiamento è passivo, occorre allora che qualcuno metta fine a questa bassa mediocrità amministrativa.

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