LECCE – Donato Pentassuglia ha un tono categorico: «Il direttore generale dell’Asl di Lecce deve chiudere l’ospedale di Poggiardo immediatamente». L’assessore regionale alla sanità, non transige. Per un attimo fa un accenno al passato, a quattro anni fa, al 16 giugno del 2010, quando la Regione decise di «cassare» l’ospedale di Poggiardo scrivendolo a chiare lettere nel regolamento sul riordino ospedaliero che ancora oggi resta norma di riferimento. Ufficialmente l’ospedale di Poggiardo ha finito di esistere proprio nell’estate del 2010, da quando sono iniziate le operazioni per riconvertirlo in struttura sanitaria territoriale con servizi ambulatoriali che non prevedono letti di degenza. Ma ancora oggi, nello stabilimento ospedaliero salentino funzionano tre reparti: Medicina,

Lungodegenza e Gastroenterologia, che messi insieme fanno oltre 50 posti letto. Una anomalia che perdura, secondo il manager dell’Asl leccese, Valdo Mellone, per ragioni strettamente «politiche». Il direttore generale ha accennato a presunte pressioni dell’ex assessora alla sanità, Elena Gentile, e del consigliere regionale dei Democratici autonomi ed ex sindaco di Poggiardo, Aurelio Gianfreda che ha risposto per le rime smentendo di avere esercitato tentativi di condizionamento e minacciando querele.

Assessore Donato Pentassuglia, la vicenda dell’ospedale fantasma di Poggiardo è anche divenuta un caso politico, dal momento che Forza Italia, con il consigliere Aldo Aloisi, la invita a prendere in mano la situazione.

«Su questa faccenda c’è una delibera che va rispettata e osservata».

Per chiudere quell’ospedale non sono bastati quattro anni. Come intende procedere?

«Semplice. Il direttore generale deve applicare subito la delibera. Affronterò la questione a Lecce tra qualche giorno».

Mellone sostiene che l’ospedale non è stato ancora chiuso per motivi politici.

«Mi auguro che il mio lavoro sia condiviso dai più, anche da coloro che continuano a difendere, a volte in maniera inopinata e inopportuna, i campanili o gli orticelli di qualcuno, da qualunque parte esso provenga».

Secondo il consigliere Gianfreda, prima della dismissione dell’ospedale di Poggiardo andrebbe completato il piano di riconversione con l’acquisto della Tac, per la quale sono stati stanziati 600 mila euro.

«L’ospedale va chiuso subito e va anche attuato il progetto di riconversione. Io mi fermo agli atti ufficiali. Quell’ospedale era da dismettere e va dismesso nell’ambito di quello che diceva la norma. Il casus belli di Poggiardo sarà superato e la struttura potrà diventare una eccellenza della nostra sanità».

Darà una scadenza a Mellone?

«Non serve. La delibera deve essere attuata. Domani (oggi per chi legge, ndr) porterò in giunta la delibera sulla rete di emergenza – urgenza proprio per chiarire il lavoro che ho fatto in questi tre mesi, quali sono i presìdi di primo intervento e gli ospedali di primo livello. Poi andrò avanti anche su altre cose».

Quali?

«Per esempio sulle liste di attesa, un falso problema». Cosa farà? «Il 31 ottobre le Asl dovranno relazionare sul tema».

Se per lei è un falso problema, vuol dire che qualcosa non va. E se i report di fine mese non la convincessero?

«Ricorrerò agli organi accertatori».

Andrà in Procura?

«Andrò a chi di competenza, e la competenza ce l’hanno gli organi accertatori e gli apparati interni che noi mettiamo in campo per verificare l’operato del personale e fare le valutazioni di merito.

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