(AGI) – Roma, 30 dic. – Ci sono anche tre italiani tra le 11 vittime accertate del disastro del Norman Atlantic. E in attesa di chiarire il giallo dei dispersi, ovvero quanti passeggeri – eventuali clandestini compresi – mancano all’appello, il bilancio indirettamente riconducibile al naufragio si aggrava con la morte di due operai albanesi, al lavoro su un rimorchiatore: ad ucciderli e’ stato un cavo di acciaio che stavano cercando di disincagliare dal traghetto incendiato.

I nostri connazionali, due nella lista dei deceduti e un terzo in quella dei dispersi, sono Giovanni Rinaldi, 34 anni, e Michele Liccardo, 32 anni, le cui salme sono gia’ state riconosciute dai familiari in un primo confronto fotografico, e Giovanni Balzano, 55 anni: tutti e tre lavoravano come autotrasportatori per la “Eurofish”, una ditta di prodotti ittici di Volla.

Si erano recati in Grecia nei giorni scorsi per prendere un carico di anguille. Balzano, sposato e padre di 3 figli, residente a Napoli, era disoccupato e aveva ottenuto da “Eurofish” un contratto per un mese; Rinaldi era originario di Torre del Greco, ma viveva a Sirignano, in Irpinia, con la moglie e i due figli; Liccardo era di Villaricca e aveva due figli. I tre erano riusciti a salire su una scialuppa che pero’ si e’ ribaltata: sarebbero morti per ipotermia in mare.

Con le ore cresce invece a Rocca di Capri Leone, nel Messinese, l’angoscia per Giuseppe Mancuso, il camionista di 57 anni che era sul traghetto e di cui non si hanno notizie certe: l’ultimo contatto con i familiari risale a domenica mattina quando ha chiamato casa comunicando dell’incendio che era divampato a bordo e chiedendo di stare tranquilli.

 

Nave San Giorgio della Marina militare, individuata e recuperata l’undicesima salma, e’ in arrivo a Brindisi con oltre 200 naufraghi. Stamane, era stato il procuratore di Bari, Giuseppe Volpe, a confermare i dubbi che ancora sussistono sulle reali dimensioni del disastro. I messi in salvo restano ufficialmente 427, tra membri di equipaggio e passeggeri (44 in tutto gli italiani) ma secondo una stima attendibile a bordo del Norman Atlantic c’erano 499 persone.

 

“A partire da questo numero – ha spiegato Volpe – e detraendo il numero dei morti accertati e delle persone salvate resterebbero 179 persone di cui non conosciamo la sorte: tra questi moltissimi, noi speriamo quasi tutti, se non tutti, sono imbarcati su mercantili che hanno prestato soccorso e diretti in Grecia”. “Essendo stato accertato – ha ammesso il procuratore – che la nave trasportava anche dei clandestini nascosti nelle stive, il nostro timore e’ che una volta recuperato il relitto troveremo altri morti”.

 

Sul fronte dell’accertamento delle responsabilita’, il comandante del traghetto, Argilio Giacomazzi, e l’armatore della nave, Carlo Visentini, sono stati iscritti nel registro degli indagati dalla procura del capoluogo pugliese con le ipotesi di reato di naufragio colposo, omicidio colposo plurimo e lesioni colpose. Volpe ha confermato che dopo una serie di contatti con le procure di Brindisi e Lecce e’ stata raggiunta l’intesa che la competenza territoriale dell’inchiesta sulla tragedia della Norma Atlantic e’ della magistratura barese.

 

Del recupero del relitto e’ stata incaricata la societa’ brindisina Barretta gia’ intervenuta con rimorchiatori in zona: ottenuto l’ok dall’autorita’ giudiziaria albanese, e’ stato disposto che il relitto venga agganciato e rimorchiato fino a Brindisi. Operazione resa molto difficile dalle cattive condizioni del mare. Da Tirana, dove si e’ recato in visita ufficiale, il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha ribadito che “il salvataggio, per come e’ stato condotto, in quelle condizioni, e’ stato eroico. Le cause? Sara’ la magistratura a fare chiarezza”.

 

Il premier ha detto di essere vicino “con le preghiere” alle famiglie delle vittime e annunciato di voler incontrare “nei prossimi giorni il pilota dell’elicottero che per ore ha fatto da spola con la nave in fiamme”.

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