Abbiamo letto nelle scorse ore una puntuale inchiesta giornalistica che confermava le nostre storiche denunce riguardanti la telefonia e le spese sostenute dal nostro Comune per le linee bollenti. Un’inchiesta che, confermando i nostri dati (293.000 euro spesi nel 2013) svelava come il rapporto spesa per cittadino fosse altissimo presso il nostro Comune con un quoziente pari al doppio rispetto alle grandi metropoli Roma e Milano. Dati quindi paragonati, in quel caso, correttamente, pro capite.

Ebbene abbiamo deciso di applicare il giochino ad un’altra voce sottovalutata del nostro bilancio comunale: quella per “pubblicazioni, giornali e riviste”. Stavolta il risultato è stato ancor più sconvolgente. La voce “editoria” per il Comune di Nardò comporta, infatti, una spesa annua di 48.499,08 euro. Ebbene è il raffronto con le piccole e grandi realtà comunali a lasciare sbigottiti. E stavolta, si badi bene, non parliamo più di spesa pro capite ma di spesa in termini assoluti.

Per intenderci le vicine realtà di Galatina e Galatone spendono per la stessa voce rispettivamente 7.930,52 euro e 2.184,82 euro. Per intenderci 1/15 e 1/24 rispetto a quello che si spende a Nardò. E fin qui, si potrebbe dire, ci sta, Nardò è un pò più grande.

Paragonando però la nostra realtà con quella di Sarno (31.000 abitanti), molto simile alla nostra, si scopre una difformità enorme: 4.353,60 euro spesi dal comune campano. Ma a lasciare sgomenti è, tanto per cambiare, il raffronto con le Metropoli. A Roma la Giunta Marino ha speso 47.721 euro (750 euro in meno rispetto a Nardò) nel 2014. E a Napoli De Magistris è riuscito a fare addirittura meglio, 32.952,18 euro totali nel 2014 (18.500 euro in meno rispetto al nostro Comune).

Insomma Nardò recordcity di spese per editoria. Ma ciò che non riusciamo a capire è a cosa servano questi soldi. Non abbiamo infatti notizie di bollettini ufficiali o fogli istituzionali. D’altronde il sindaco ha ben poco da comunicare, anche se, è bene ricordarlo, tenga alle sue dipendenze (e a nostre spese) una addetta stampa (32.000 annui lordi di spesa) e una portavoce (18.000 euro annui lordi).

Convocherò, dunque, un’apposita seduta della Commissione Controllo e Garanzia per chieder conto di questa enorme cifra sostenuta a spese dei cittadini. In un periodo di vacche magre dell’acquisto di libri e brochures redatti da menti illuminate se ne può fare volentieri a meno. I signori di Palazzo, forse, scontenterebbero qualcuno ma troverebbero i fondi per finanziare la social card in favore delle famiglie più povere anzichè ridurla del 60%.

Pippi Mellone

Consigliere comunale

Comunità Militante

Andare Oltre

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