Le dichiarazioni rilasciate a mezzo stampa sui quotidiani di oggi da Giuseppe Spano, ex consigliere comunale e ex Presidente della farmacia comunale lasciano alquanto perplessi.

Sempre riguardo ai fatti, osserviamo una sequenza tutta particolare, dapprima, una campagna mediatica volta a costruire un “fumus” di dubbio e discredito, con la diffusione di notizie proposte e interpretate spesso senza un’effettiva preverifica: anche per questo sono emersi clamorosi, oltre che gravissimi, errori interpretativi su questa faccenda, cioè sulla comprensione dei loro contenuti, sugli ammanchi, sui motivi e sulle circostanze che l’hanno resa attuabile.

Mentre la stessa amministrazione comunale sta provvedendo a valutare in queste ore i margini per azioni legali a tutela della propria onorabilità, ricordiamo che è stata già depositata una denuncia-querela, quindi la probabile apertura di un fascicolo giudiziario al fine di svolgere accertamenti preliminari a un’eventuale inchiesta.

Infine, dichiarazioni rilasciate con una certa tempestività alla stampa sui contenuti che per certi versi invita in una direzione il prosieguo dell’azione giudiziaria che si potrebbe profilare. Notiamo uno stile nuovo, sino ad ora assente o assai raro: il far politica con segnalazioni a mezzo stampa, per lo più di autoaccusa, con lo spauracchio del gioco d’azzardo e probabile strozzinaggio di un politico locale, una modalità che certo non sfuggirà agli inquirenti i quali non avranno difficoltà a ricostruire un quadro che individui i vari attori e relative responsabilità

Il dato appare ancora più interessante se confrontato con la tragica scansione temporale degli eventi che ha contraddistinto l’uscita del vecchio e l’entrata del nuovo anno. Sotto gli occhi di tutti, tranne quelli dei pennivendoli, che fanno attenzione a non sbagliare, gradassi e spavaldi, chinano la testina e si muovono sulle uova quieti quieti.

Non possiamo nemmeno sottovalutare il peso che il diffondersi di un clima di sopraffazione ha su un certo degrado della vita civile. Dove servizi elementari non funzionano, dove al potente si offrono privilegi e al debole si negano diritti, dove in cima alle aspirazioni di molti ci sono potere e denaro non c’è da meravigliarsi che prosperi la decadenza di valori e si giunga con disinvoltura a fatti gravi.

La politica come al solito è spesso assente quando il tessuto della democrazia, dei diritti, delle responsabilità di gestione della cosa pubblica si presenta vacillante. Li vediamo solo quando è garantito loro un ritorno mediatico di una certa importanza. Ovviamente questo palcoscenico non interessa a nessuno, si coglie con le mani nella marmellata un politico e si corre subito a denunciare i fatti come a dire abbiamo fatto il nostro dovere, ma il dovere è un’altro egregi signori ed è quello di far si che queste cose non accadano.

Questa considerazione non vuole essere un giudizio negativo sul lavoro di quanti istituzionalmente preposti alla tutela dell’ordine pubblico o all’amministrazione della giustizia. I fatti balzati alla cronaca di recente, infatti, non fanno che sottolineare la necessità di misure straordinarie: quantità e qualità adeguate di uomini e di mezzi, ma anche, pensiamo, chiarezza e semplicità di procedure, migliore coordinamento di interventi e più coraggio e fiduciosa collaborazione tra istituzioni e cittadini.

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