Ci siamo, il politico scende in piazza, per le vie del paese, nelle sedi più disparate, tutto impettito con giacca e cravatta e un sorriso che arriva fino alle orecchie a cercare la sua preda preferita, il caro cittadino-elettore. Come sei bello come sei importante come sei interessante per me, ti ho cercato, ti ho telefonato ma non mi hai risposto e via con concetti intrisi di retorica e di falsità strumentalizzate a proprio piacimento.
Roba da rimanere scioccati, con gli occhi sgranati per lo stupore! Tant’è che di getto ti verrebbe di prendere una mazza di quelle dure e scatenarsi come non mai, poi, pensi e dici: ma se sono mesi che io cerco te, ti chiamo e non mi vedi, ti telefono e non rispondi, qualcosa non torna, vuoi vedere che qualche “PIRIPEO” si è candidato o sta per candidarsi?
A questo punto ci sembra doveroso tornare sul concetto di dignità che l’uomo in questa era moderna vive con non poche contraddittorietà. Da un lato, si può senz’altro affermare che l’uomo sia degno di rispetto ma parrebbe usarlo diciamo così a piacimento, a seconda della situazioni che la società moderna offre va!
Per questo motivo azzardiamo l’idea che l’uomo non intende minimamente riprendersi il futuro che si è visto scivolare lentamente dalla propria disponibilità indipendentemente da chi lo ha fatto “scivolare”; il potere di decidere liberamente senza alcun condizionamento per non dire altro.
Come ogni ricorrenza che si rispetti, quasi ciclicamente, anche per il “futuro e la dignità” dell’uomo, arriva il momento del suo anniversario, le votazioni! Mai come nei giorni in cui si vota il potere è nelle Vostre mani,in quel momento il potere non appartiene a nessun politico.
Tutti i politici sono in attesa delle nostre decisioni, per una volta!
… Che momentanea soddisfazione!
Riflettere su questo amici è doveroso perché la linea di demarcazione è molto sottile!
A tal proposito ricordiamo cosa ebbe a dire un noto statista: “La politica è stata definita la seconda più antica professione del mondo. Certe volte trovo che assomigli molto alla prima.” (R. Reagan)
Potremmo dire che ci è andato molto vicino? Infatti il quel contesto meritricio si diceva un prezzo e poi si mediava, la sola cosa che ci rende un po’ tristi in tutta onestà, é che ora sembrerebbe non essere cambiato proprio nulla.
Quello che si delinea all’orizzonte, é che, né il presente di questa città tantomeno il futuro, passeranno dalle vostre mani, non è sufficiente combattere la cattiva politica, informando chi vive in questa città sui fatti politici che più direttamente lo riguardano, anche attraverso una dissacrante ironia, se non vi è la volontà di cambiare e la consapevolezza di poter esercitare il cambiamento.
Ci rendiamo conto, in realtà, di quante storture politiche si siano macchiati questi personaggi, nel tempo, figli del passato ma che comunque continuano disperatamente ad aggrapparsi a quelle poche briciole rimaste per contare ancora qualcosa, influenzando scelte politiche che contrastano nettamente e fisiologicamente con quello di cui ha bisogno il cittadino e la sua terra.
Per questo motivo, per scardinare certe logiche di potere che a Nardò influenzano TUTTO da troppi anni, indignarsi non basta più. Occorre sfidare un modo vecchio di fare politica, quella politica interessata solamente al proprio interesse e non a quello dei cittadini, alle poltrone -ben pagate- delle partecipate, al denaro e al potere.
Siamo tutti convinti che ad una politica che non riesce a chiudere con il proprio passato non si può delegare il compito di ricostruire il futuro.
Chi leggerà queste poche righe, si identificherà di certo in qualcuno o qualcosa, magari abbassando la testa, speriamo vivamente che non si identifichi nel “PAMPASCIONE!”