Ci dicevano che gli studenti riuscivano a mobilitarsi solo d’autunno, giusto per saltare qualche giorno di scuola.
Tuttavia, se ci danno motivo di farlo, non possiamo fare a meno di tornare nelle piazze. Mesi fa, infatti, il non eletto Governo Renzi proponeva quella “Buona Scuola” che dietro ad un nome che poteva far pensare ad un benvenuto interesse nei confronti della scuola da parte delle Istituzioni, nascondeva pagine e pagine di demagogia e vere e proprie minacce alla scuola pubblica.
La “Buona Scuola” era ed è tutt’ora un documento che, in caso venisse approvato, aumenterebbe sempre più il divario tra le diverse scuole accentuando il concetto di “scuole di serie A e di serie Z” con il finanziamento degli Istituti da parte dei privati e con il preside, che ora potrebbe essere paragonato ad un manager d’azienda, il quale dovrebbe al contempo gestire l’Istituto e fare di tutto per pubblicizzare la scuola e raccogliere fondi.
La “Buona Scuola” andrebbe inoltre ad esaltare il modello di valutazione invalsi esportandolo anche alle scuole paritarie (facendole quindi finanziare sempre di più dallo Stato in barba all’articolo 33 della Costituzione); alimenterebbe la competizione tra docenti con gli aumenti di stipendi impartiti dai presidi e renderebbe gli stage formativi degli Istituti tecnici e professionali del semplice lavoro sfruttato sulla base di quelli tedeschi.
Il Premier Matteo Renzi continua a rilasciare interviste in cui dice che la Buona scuola è il futuro dell’Italia: che porterà giustizia, qualità e “ispirazione” per gli studenti, ma il testo di ciò che sta andando a proporre parla chiaro e, anche alla luce dei bonus fiscali che il governo darà in favore delle scuole paritarie, sembra chiaro come le sue siano solo belle parole per nascondere quello che ha effettivamente intenzione di fare ai danni della scuola pubblica.
Tuttavia, da anni studenti e professori insieme lavorano ad una proposta di legge popolare (LIP) già depositata in Parlamento che al contrario va a dare alla scuola pubblica un finanziamento del 6% del PIL italiano, incentiva la collaborazione tra i docenti come mezzo didattico in favore degli alunni; incentiva la democrazia studentesca; prevede una riforma dei cicli che andrebbe ad incentivare le passioni e le esigenze dei singoli alunni.
Dunque, contro la “Buona Scuola” e a favore della “LIP” il 12 marzo studenti, professori, presidi e ogni persona da tutta Italia che abbia a cuore il futuro della scuola pubblica scenderanno in piazza per avere una possibilità di realizzare il proprio ideale di Scuola. Il corteo a Lecce avrà inizio alle 9 da Porta Napoli. L’invito a partecipare è rivolto a studenti, professori, dirigenti scolastici e chiunque viva quotidianamente all’interno delle scuole.