(AGI) – CdV, 3 apr. – “In te, Divino Amore, vediamo ancora oggi i nostri fratelli perseguitati, decapitati, crocifissi per la loro fede in te, sotto i nostri occhi o spesso con il nostro silenzio complice”. Papa Francesco ha pregato cosi’ al termine della Vi Crucis.
“Imprimi Signore nel nostro cuore – ha invocato il Papa – sentimenti di fede, di speranza, di carita’, di dolore per i nostri peccati e portaci a pentirci per i nostri peccati che ti hanno crocifisso”.
“Portaci a trasformare – ha chiesto ancora Bergoglio ad alta vice – la nostra conversione fatta di parole in conversione di vita e di opere. Portaci a custodire in noi un ricordo vivo del tuo volto sfigurato per non dimenticare mai l’immane prezzo che hai pagato per liberarci.
“Gesu’ crocifisso – ha pregato ancora il Papa – rafforza in noi la fede, che non crolli di fronte alle tentazioni, ravviva in noi la speranza che non si smarrisca seguendo le seduzioni del mondo”.
“Custodisci in noi – ha continuato Francesco sempre pregando ad alta voce dalla terrazza del palatino dopo la Via Crucis – la carita’, che non si lasci ingannare dalla corruzione e dalla mondanita’. Insegnaci che la croce e’ via alla risurrezione. Insegnaci che il Venerdi’ Santo e’ strada verso la Pasqua della Luce”
La croce portata anche da siriani, iracheni e cinesi – Mentre vengono lette le parole del vescovo Corti sui cristiani perseguitati, nella VI stazione della Via Crucuis la Croce e’ affidata alle domenicane irachene Sr. Sundus Qasmusa e Sr. Susan Sulaiman. La VII stazione coinvolge Philip Astephan e Wael Salibe dalla Siria. L’VIII Leo Udensi e Charles Nwoke dalla Nigeria. La IX e’ di Malak Gergis e Maikel Hanna dall’Egitto. Nella X, poi, la Croce viene portata da Ivan Zhano e Qi Qiaosu che vengono dalla Cina. La XI stazione coinvolge una realta’ missionaria: l’Istituto Maria Santissima Annunziata con Sr. Silvana Parmegiani e Sr. Mariangela Addis. La XII stazione tocca a due frati della Custodia di Terra Santa, Evenzio Herrera e Gianfranco Pinto Ostuni, che e’ stato portavoce dell’Ordine dei Frati Minori ed e’ ben conosciuto dai giornaliti vaticanisti.
“In Gesu’ caricato della Croce si possono scorgere uomini e donne imprigionati, condannati o trucidati, perche’ credenti o impegnati in favore della giustizia e della pace”. Con queste parole, nelle meditazioni della Via Crucis, e’ stato evocato il sacrificio dei cristiani perseguitati di oggi che “si possono intravedere nella tristezza e nell’angoscia di Cristo che va incontro alla morte”, ha sottolineato la meditazione letta da Francesca Fialdini, che stasera ha affiancato la “voce ufficiale” di Radio Vaticana, Orazio Coclite.
La riflessione proposta dai due speaker, scritta dal vescovo emerito di Novara e ex ausiliare del cardinale Martini, ha passato in rassegna le sofferenze degli innocenti “feriti dalla solitudine, dall’abbandono, dall’indifferenza, dalla malattia”. “Nella sofferenza del Dio fatto uomo c’e’ quanto, oggi, viene ferito da odio, falsita’ o cuori di pietra”, ha sottolineato il commento raffrontando “l’immagine di Gesu’ spogliato delle vesti e umiliato raffrontata al traffico di esseri umani, alla condizione dei bambini-soldato, alla schiavitu’, ai minori abusati”. Nel “libretto” monsignor Corti ha elencato le domande che l’atrocita’ patita da Cristo fa scaturire: “perche’ ancora la tortura, la pena di morte, la violenza?”. Ed e’ riportata la testimonianza di Shahbaz Bhatti, il ministro pakistano per le minoranze che ha pagato con la vita la sua difesa dei cristiani, il cui testamento spirituale e’ citato insoeme agli scritti di alcuni padri della Chiesa, e a quelli del beato Paolo VI e del cardinale Carlo Maria Martini.
Papa Francesco ha raggiunto la terrazza del Palatino, adiacente alla chiesa di Santa Francesca Romana, e da qui segue il rito della Via Crucis. Il piazzale davanti all’anfiteatro e’ gremito di fedeli. Un applauso ha salutato il Pontefice quando ha raggiunto la sede che fu per lunghi anni di San Giovanni Paolo II e poi di Benedetto XVI. Francesco ha poi introdotto la Via Crucis con il segno della Croce. Lo speaker della Radio Vaticana, Orazio Coclite, ha quindi ricordato alcune parole dell’omelia della messa d’inizio del Pontificato di Bergoglio, pronunciate il 19 marzo 2013, dedicate alla figura di San Giuseppe, custode di Gesu’, della Chiesa e di tutta la creazione. (AGI) .