Si avvicina il momento di compilare la propria dichiarazione dei redditi e l’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti (Uaar) – con l’obiettivo di fornire quante più informazioni possibile per effettuare una scelta consapevole

– ha pensato di offrire ai contribuenti uno strumento per giudicare il grado di laicità di 40 fra le associazioni che – insieme all’Uaar – concorrono alla ripartizione dei fondi statali messi a disposizione ogni anno sotto la voce “5 per mille” (quantificate per l’anno 2014 in 400 milioni di euro).

 

Un progetto – il Laicometro – che nasce per verificare se e quanto il mondo del non profit sia laico, anche se non è ovviamente tenuto a esserlo. È legittimo infatti avere finalità confessionali o clericali ed è altrettanto legittimo – pensiamo – darne notizia a tutti i potenziali interessati.

La ricerca, condotta dai soci Uaar, ha preso in considerazione cinque criteri: la neutralità dello statuto; la neutralità degli spazi; la pluralità dei convegni organizzati; la promozione o meno di atti di culto; l’attenzione per alcuni temi laici (precisamente: laicità della spesa pubblica, laicità della scuola, diritti riproduttivi, diritto di famiglia, diritti sessuali, libertà di espressione, scelte di fine vita).

A ognuna delle associazioni è stato assegnato un punteggio per ognuno dei criteri esaminati: +2 impegno concreto pubblico in direzione laica; +1 impegno al proprio interno in direzione laica; 0 neutralità; -1 impegno al proprio interno nella direzione opposta; -2 impegno concreto pubblico nella direzione opposta.

Le più laiche risultano essere ActionAid e Amnesty International (che totalizzano un totale di 4 punti); seguite da Amref, Auser, Federconsumatori e FISH (con un punteggio di 3). La meno laica in assoluto, di quelle in esame, è l’Ai.Bi. Amici dei Bambini che si occupa di abbandono minorile e che totalizza il massimo del punteggio negativo (-10): lo statuto non contiene elementi religiosi, ma l’associazione, condividendone valori e finalità, è legata alla Fondazione Ai.Bi., istituita dall’associazione di fedeli cattolici “La Pietra Scartata”, fa parte del Forum delle associazioni familiari e sul suo sito – dove si legge che scopo dell’associazione «è tentare di dare ad ogni bambino abbandonato una famiglia» – non mancano esplicite condanne delle adozioni omosessuali. Secondo gli ultimi dati disponibili, nel 2012 Ai.Bi. ha ricevuto poco più di 160mila euro dai fondi 5 per mille.

 

Seguono l’Ai.Bi. a distanza ravvicinata (totalizzando entrambe -7) l’Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica – che nello statuto si dichiara aconfessionale ma è fermamente contraria all’eutanasia e in passato ha partecipato al Meeting di Rimini di Comunione e Liberazione, con cui ha anche collaborato – e Ant Italia, che si occupa di assistenza socio-sanitaria domiciliare oncologica, che ha statuto neutro ma è contro l’eutanasia.

 

Complessivamente delle 40 associazioni monitorate 15 registrano segno negativo, altrettante segno positivo e le restanti 10 neutralità: ma il tasso di laicità globale è piuttosto basso, registrando come picco un misero +4. E infatti la somma dei dati porta segno negativo.

 

Nelle note relative a ogni associazione sono linkate le fonti, affinché ognuno possa valutare l’operato. La ricerca è stata condotta quasi esclusivamente in base a quanto disponibile su internet. L’Uaar è la prima a ritenerla un esperimento da perfezionare e si rende pertanto disponibile ad accogliere osservazioni e consigli sia da parte delle associazioni citate, che da parte dei nostri lettori.(Fonte Cronache laiche)

 

 

 

Uaar, Unione degli atei e degli agnostici razionalisti

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