Come ciliegia finale delle varie discussioni fuori e dentro la Commissione regionale (alla quale partecipava IL Centro) si è appreso che il Piano di Tutela delle Acque è un “totem” inviolabile, un “feticcio” religioso,
uno “strumento pianificatorio” immodificabile (che vuole ad ogni costo immettere in mare i reflui con una condotta sottomarina)!!???.
A nulla le obbiezioni fatte dai rappresentanti del Centro che qualsiasi Piano, proprio perché amministrativo e programmatorio, può essere modificato, aggiornato, adeguato alla realtà e alla necessità che si riscontrano in loco.
Bastava un po’ di buona volontà.
Deduzione finale del Centro Studi: gli interessi e le procedure organizzate non corrispondono alla realtà dei luoghi, né alle esigenze del territorio ma a qualcosa che si cela nella burocrazia tecnica e amministrativa.
Oggi finalmente stoppata da Emiliano!
Nardò, 4 luglio 2015