Il re è morto, viva il re! Niente paura cari cittadini, non è di morte fisica che si parla ma di perdita del potere. Era questa la formula rituale con la quale nella vecchia Francia monarchica si annunciava al popolo la morte del sovrano e la salita al trono del suo successore. Potrebbe sembrare una affermazione anacronistica ma non lo è. Nardò in questi anni ne ha visti e sopportati diversi, insieme alle loro corti.

Marcello Risi è appunto uno di questi, anche se il suo trono da sempre scricchiola. Di fatti, in questi mesi, qualcuno ha tentato di strappargli lo scettro, proponendo più o meno velatamente colui che gli succederà.

Posizione scomoda quella del vecchio Re, il cui regno è sotto attacco. Sembrerebbe infatti che a Nardò sia in atto una battaglia per accaparrarsi il potere,  i vari business e governare gestendo questi ultimi.

Corsa al potere che si fa sempre più accesa creando solo incertezze a questa città e ai suoi cittadini. Tant’è che, muniti di “casco blu”, sono scesi in campo amministratori come Mellone con Andare Oltre, chiamando a rapporto i pentastellati del neo eletto consigliere regionale Casili, e i vari movimenti dall’impegno civile, aggregazioni di studio apparentemente apolitiche, aree di centro destra frutto della recente scissione Fitto-Berlusconiana, ambientalisti dal profondo e indiscusso sapere ma dalle idee concetti non inequivocabilmente orientati.

Anche per questo è in corso un durissimo scambio di accuse tra gli attori istituzionali in gioco. Il nervosismo è aumentato velocemente anche perché all’apparenza sembrava che il piano funzionasse ma la realtà si è dimostrata ben diversa.

Sembra, quindi, che qualcosa stia andando storto rispetto ai piani prefigurati, forse gli aspiranti al trono si sono sopravvalutati?

E’ giusto che ognuno possa maturare una propria convinzione, è il bello della democrazia partecipata e della libertà di pensiero. Infatti per far vacillare il trono del re si è scelto di affrontare populisticamente temi come la discarica che oggi si trova quasi nel centro abitato, la chiusura dell’ospedale, la condotta sottomarina, la discarica di amianto, le cave di calcinerete, impianto di biogas e via discorrendo. Una carta molto spesso utilizzata come mezzo per garantire il controllo del consenso.

Quello che è certo e che siamo pericolosamente in piena emergenza ambientale. “Castellino” deve essere messa in sicurezza, altri siti non meno importanti costantemente monitorati, la condotta sottomarina così com’è non va bene, lo dicono Ministero ed Unione europea con insistenza, ma l’alternativa ad oggi ancora non c’è.

Solo belle parole!

Il problema di fatti rimane, se non  fosse altro perché queste questioni sono il frutto di scelte scellerate di politici di lungo corso, ahinoi ancora “a piede libero”. Infatti la discarica, la condotta, l’ospedale sono simboli della inefficienza di un certo tipo di politica che, in tantissimi anni, non ha saputo o voluto rispettare quelle leggi che lei stessa si è data.

Quelle norme che in qualsiasi contesto, servono innanzitutto a garanzia dei più deboli contro  il dominio arrogante  del potere.

Ad ogni modo tentare di sbrogliare la matassa sarà compito del neo eletto governatore della Regione Puglia Michele Emiliano che pure qualche messaggio l’ha mandato. Anche se non sarà facile ed è lui stesso il primo a riconoscerlo.

Alla fine dei conti ad uscirne con le ossa rotte, di certo non hanno fatto una bella figura, è stata dunque l’intera opposizione demagoga con amici più o meno vicini, dalla quale, a fronte delle oltre tremila firme per il referendum contro la condotta a mare, ci si aspettava più delle poche decine di presenti.

Qualcuno ha persino scambiato l’evento per un comizio di Risi.

Sarebbe come se ad un funerale ci fossero solo due persone che tra loro si domandano: “eppure aveva tremila amici su Facebook”.

Un duro colpo all’impianto accusatorio messo su contro l’intera politica locale da chi denuncia colpe nella gestione della cosa pubblica ma che a questo punto dimostra solo di non avere né appoggio né peso politico.

Di fatti la stessa  manifestazione era stata da tempo ben pubblicizzata sui vari giornali e con un incessante tam-tam sui social network.

In realtà se si pensa che la manifestazione gemella di Manduria ha registrato una di gran lunga superiore partecipazione ci si potrebbe chiedere anche se a mancare non sia solo la classe politica, incapace di orientare il proprio elettorato, ma sopratutto i diretti interessati ovvero i cittadini ormai senza più alcuna giustificazione morale civile e politica. Questo è il vero ed unico motivo per cui oggi stiamo in questa situazione.

Tutto il resto sfiora la noia e la banalità. Al limite della stucchevole tifoseria di parte.

Un BRAVI! per la manifestazione, va però senza ombra di dubbio ad Agostino Indennitate & Roberto De Pace che da subito hanno chiarito che la loro idea era quella di sensibilizzare l’opinione pubblica e che la politica come dire avrebbe fatto meglio a girare al largo. Andate avanti ragazzi!

E’ l’arroganza del potere o solo sciatteria? Ai cittadini-elettori l’ardua sentenza? No! Hanno fatto già abbastanza guai. Troppe le volte che hanno preferito girarsi dall’altra parte, troppe le volte che hanno deciso di chinare il capo quando era il momento di far valere i propri diritti.

In realtà un piccolo barlume di speranza si potrebbe ricercare nella buona riuscita del Referendum popolare che comunque sarebbe un messaggio chiaro a questa maggioranza qualora i cittadini con spirito referendario volessero dare un segnale forte senza rimanere ancora inerti davanti alle scelte fatte da chi li governa.

 

 

 

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