L’ennesima bocciatura da parte del TAR di Lecce della “pianificazione costiera cittadina” ci interroga, come cittadini, sulla necessità da parte del primo cittadino di assumere, sia sotto il profilo politico, che tecnico-amministrativo, opportuni provvedimenti.
L’assunzione di spese legali, per oltretutto ritrovarsi perennemente soccombenti, da parte della nostra Comunità in relazione ad un ripetuta violazione, da parte dell’Area Urbanistica, di interessi legittimi degli operatori turistici del territorio, rappresenta un vulnus grave alla reputazione della nostra comunità, già colpita da altre gravi circostanze inerenti altri settori.
Preservare la poltrona di assessore e dirigente al ramo rappresenterebbe un atto di conservazione misto ad arroganza insopportabile in un momento di crisi come questo.Questa sentenza conferma l’assoluta mancanza di visione urbanistica ed una asimmetria tra le esigenze di sviluppo del territorio gli indirizzi politici e la capacità di attuazione degli stessi di questa amministrazione.
I cittadini non meritano questo, e soprattutto ,quanto appena evidenziato stride con l’autoreferenziale autovalutazione premiante, confermata dall’OIV, che determinerà in favore dei dirigenti e del personale tutto un salario accessorio e premialità per un ammontare complessivo, salvo errore, superiore a 150 mila euro.
Le sentenze del Tar per quanto riguarda l’urbanistica e le inchieste giudiziarie che riguardano altri settori (si veda tra tutte la Farmacia Comunale, che cristallizza il default dei controlli, che coinvolge praticamente tutti (o quasi) i dirigenti) smentiscono clamorosamente la valutazione lusinghiera o meglio il giudizio di se stessi promosso dai nostri Burocrati. La Corte dei Conti, recentemente, per stigmatizzare le condotte “anomale” degli enti locali ha usato il termine di Leviatano, sarebbe opportuno proporre un intervento anche a Nardò al fine di riequilibrare le posizioni facendo pendere la bilancia dalla parte dei cittadini e quindi domare il Leviatano di Palazzo Persone.