Molti gli ex PD e amministratori che hanno sostenuto nel 2011 la candidatura di Marcello Risi dichiarano apertamente che l’esperienza del partito democratico risiano è fallita. Il tentativo di amalgamare le diverse anime soprattutto a livello locale, non e’ riuscito, circostanza che non e’ sfuggita a livello provinciale e regionale. Le rocambolesche “aperture” di Risi, sostenute dal segretario Giuri, hanno sostanzialmente dato vita alla logica delle correnti interne ed esterne, impedendo di fatto, sia a livello politico che amministrativo, un vero confronto sulle idee ed i programmi presenti (disattesi) e futuri (difficili da immaginare).

 

La fase di apertura ad altre componenti politiche di colore opposto presuppone una conoscenza diretta delle diverse anime che la compongono, ma se queste, per ragioni anche di natura “personale” non possono coesistere con altri soggetti presenti nel contenitore “ospitante”, la si potrebbe tranquillamente registrare come un principiante errore politico? La logica difficilmente trionfa nel contesto sociale, figuriamoci in quello politico.

Tutto ciò, nel tempo, ha impedito di creare un’alternativa politica  in grado di contrastare  il  tentativo di rafforzamento di un centro destra arcobaleno sfaldato in parte da continue faide al loro interno.

Questa incapacità della locale componente dirigenziale ed amministrativa di rappresentare le istanze del proprio elettorato, ha di fatto determinato un assetto precario della stessa, facendo si che per molti venissero meno le ragioni della loro permanenza nel partito democratico.

Ora, inutili sono e saranno le uscite sconclusionate? Della dirigenza PD, su soggetti o ex che a vario titolo non gradiscono o in futuro gradiranno sostenere le ragioni di una loro presenza “coatta” nel medesimo partito.

Né può la attuale classe dirigente/amministrativa sostenere le proprie ragioni, nei confronti di costoro, ponendole da un punto di vista personale, quindi sollevando impropriamente la questione morale.  Su  quest’ultimo aspetto ci riserviamo un ulteriore approfondimento, certamente, prima di sollevare questioni morali, il PD locale dovrebbe guardare al proprio interno con onestà e autocritica.

Come più volte in passato ribadito , Risi in occasione della recente pilotata crisi, avrebbe dovuto dare ascolto al proprio intuito e non a qualche cattivo “consigliere”. Infatti, all’indomani dello scongelamento della sua giunta, come prevedibile, diversi titolari e loro supporter in consiglio hanno chiesto a “qualcuno” di lasciare un posto libero in occasione delle prossime consultazioni locali.

Sottolineare criticamente l’appartenenza politica di un soggetto, un tempo vicino alle posizioni risiane, che intravede a torto o ragione la soluzione di alcune difficoltà locali in altri soggetti contrapposti per logica e colore, vuol dire non riconoscere che le medesime difficoltà sono di natura tale per cui le soluzioni tentate dal PD sono più o meno le stesse che potrebbe dare la componente contrapposta. Quindi non conta tanto da dove provenga l’iniziativa, potrebbe venire persino dalla luna purché si realizzi.

In conclusione, al politico ex assessore consigliamo la massima che segue: “a quanti vogliono sapere se io sono del centrodestra o centrosinistra, rispondo: sono del centro storico.” (Luciano de Crescenzo (1935 . Vivente ), ingegnere, saggista e scrittore italiano)

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