È il cittadino, il professionsita in quiescenza che scrive e vede rosso appunto. Non la manda a dire quando afferma: “La condotta sottomarina è un coacervo complesso di interessi: progettuali, socio-economico-finanziari, Pianificazione delle Acque, rischio di infrazione europea, risarcimenti per mancato guadagno,  puntiglio politico- amministrativo regionale e  dell’AQP di non modificare il progetto,  pressioni  pungenti di Porto Cesareo.” 

La questione è sempre una, Risi e la sua Giunta continuano imperterriti nel rimanere sordi, non ascoltano l’ambiente ferito, continuano nel percorso disfattista intrapreso in contrapposizione alla volontà del territorio e a favore degli affaristi.

E senza tanti preamboli, a difesa di una politica territoriale e di una dignità territoriale, oramai svenduta, rimanda al mittente “qualche consigliere regionale” l’interesse dimostrato per questa comunità e questa maggioranza (Risi è rimasto solo) nel sollecitare la “firma”. Caro compagno, Nardò non è Patù, nel senso che necessità di una gestione politica, strutturale, ambientale e territoriale più elaborata e attenta alle sue prerogative di sviluppo sia per estensione che dal punto di vista demografico.

Ultima nota, ci chiediamo anche noi dove sia finito il “sindaco di Puglia” sembra essersi dimenticato di Nardò, eppure ha avuto un riscontro positivo dal punto di vista elettorale. Noi no, non abbiamo avuto nessun riscontro in relazione ad un suo interessamento sulla questione “condotta” ed altro. 

Lo ribadiamo da diverso tempo ormai, è una questione di rappresentanza politica ma anche di qualità politica nel rappresentare, e anche non dovesse esserci alcuna elezione nelle varie istituzioni territoriali gli impegni presi con i cittadini vanno mantenuti, in egual modo tale elezione dovesse pervenire.

Pietro Nenni diceva: “In politica ci sono sempre due categorie di persone: quelli che la fanno e quelli che ne approfittano.” (n.d.r)

LA CONDOTTA SOTTOMARINA DELL’AQP. LA “CONDOTTA” DELL’AMMINISTRAZIONE RISI.

Il lettore non resti sorpreso per questo titolo.

C’è infatti un sottile filo che lega le due condotte.

La differenza, diciamola subito, è che una deve andare fisicamente e forzatamente a mare (“vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole”) e l’altra attendere, da dove si “puote” importanti ristorazioni politiche e amministrative.

Di razionale, di buon senso, di attenta valutazione, di univocità risolutiva, di risparmio economico, di progresso civile e civico, di semplificazione progettuale con riduzione dei depuratori, di lesioni della scogliera, di salvaguardia della flora e della fauna marina, di vietare lo scarico a mare dei depuratori per non rendere il nostro mare Ionico una vera e fetida cloaca, vi è ben poco, anzi si prediligono grandi investimenti in nome di pseudo benefici per l’ambiente, per il litorale neretino di Torre Inserraglio e per la popolazione.

La Condotta sottomarina, lo sappiamo tutti, è un “grosso affare” fognario e ambientale che coinvolge Enti, imprese, maestranze e luoghi turisticamente pregevolissimi.

Cosa curiosa è sapere che qualche consigliere regionale, in questi momenti di crisi nera, viene a sollecitare la sottoscrizione del Protocollo d’intesa per bloccare le speculazioni e realizzare concreti benefici per la comunità neretina (sic!).

Peccato per lui, ha perso l’occasione di studiare l’argomento, di verificare quanto di giusto le associazioni ambientaliste, le opposizioni e il Centro Studi “don Milani” hanno valutato e proposto contro l’incivile Condotta sottomarina progettata dall’AQP!

Il suo è uno sterile tentativo di “soccorso rosso” per “riacchiappare politicamente consensi elettorali” alla A. C. ormai volati via!

Al Consigliere importa poco se è stato richiesto un referendum sull’argomento, se la sanificazione del territorio comprende anche la Vora delle Colucce; Vora nella quale si scaricano acque reflue a Tab 2 provenienti, lungo il canale ASSO, da 5 depuratori e peraltro su un letto improprio dal momento che lo stesso dovrebbe essere adibito al solo scolo delle acque meteoriche e non reflue!

Di quest’ultimo argomento nessuno ne parla, meglio non sapere, meglio non intrattenersi, nemmeno prevederlo nel Piano delle Acque!

E’ evidente che Nardò non è PATU’!

La democrazia non si pratica in ugual misura, le delibere assunte all’unanimità possono essere cancellate, la richiesta di referendum può essere dribblata e resa superata, serve solo a far perdere tempo!

Il “centralismo democratico” sepolto da tempo ritorna in nome di pseudo benefici sociali, turistici e igienico sanitari (non degli apparati)!.

I molti milioni fatti balenare a parole per sanificare le marine, le Cenate, migliorare tecnologicamente l’impianto di Nardò, sono solo favole edulcoranti per condizionare l’approvazione del Protocollo d’intesa.

I milioni di cui si fa cenno esistono già, e alcuni di essi sono stati già spesi per la fognatura dell’abitato di Santa Maria con canalizzazione verso santa Caterina.

Di che si parla? Allora!

Alla Regione e all’AQP interessa solo l’approvazione immediata del progetto, poco importa se lo stesso è peraltro obsoleto, superato dalla moderna tecnologia, inquinante e insicuro, ammorbante e nocivo per la flora e la fauna marina e desertificante per il suolo.

Approvato il progetto finisce la querelle, “fatta la festa, gabbato il Santo”.

Il decantato Protocollo d’intesa è una ripetizione, una riedizione di quello Ospedaliero, non serve a nessuno, perché il contraente e garante delle promesse, che è lo stesso di prima, è già andato via!

Per la firma dei due Protocolli non notiamo comportamenti e modalità diverse tra le due amministrazioni nell’affrontare e risolvere i problemi!

Sia l’una che l’altra amministrazione hanno trattato i problemi con superficialità, con incontri aleatori e pochissime concessioni.

Nessun confronto reale, nessuna visita dei luoghi, della struttura, nessun confronto con le proposte provenienti dal mondo delle associazioni, dalla delibera del Consiglio comunale e dalla popolazione.

Solo trattative perditempo!

Alla fine per l’Ospedale è venuto fuori non la sopravvivenza agognata di alcuni reparti ospedalieri ma un Protocollo d’intesa faraonico di ambulatori e specializzazioni, a tutt’oggi libro dei sogni, incompleto, con il garante regionale non più Presidente!

Per la realizzazione della Condotta sottomarina l’Amministrazione si è prima espressa favorevolmente al progetto generale redatto dall’AQP e solo successivamente approfondendo, sotto le pressione, gli interventi scritti e orali delle associazioni ambientaliste, del Centro Studi “don Milani, di alcune opposizioni e denunce avanzate alla Procura della Repubblica, ha fatto marcia indietro fino a respingere con una delibera votata all’unanimità lo scellerato progetto vituperato da tutti.

Anche qui le estenuanti trattative anziché portare alla modifica del Progetto si promettevano pannicelli caldi, soldoni via via sempre più copiosi, in cambio del parere favorevole.

Una vergogna condizionare i promessi soldoni al parere positivo e non al riconoscimento dell’esistenza del problema da risolvere comunque da parte della Regione Puglia.

“La condotta deve arrivare a mare” e se non basta 1 KM, ne concediamo 2; prendere o lasciare! Mai ragionare per darle una diversa funzione, destinazione e qualificazione civile.

Questa trattativa si è svolta con le stesse modalità, lungaggini ed esiti (ossia sia fatta la volontà altrui).

Si sottolia inoltre la contraddizione amministrativa del neo Presidente Emiliano che per la condotta di Porto Cesareo ha confermato il Protocollo mentre per la Condotta dei Comuni di Manduria , Sava, Avetrana non ha previsto lo sbocco al mare dei reflui depurati ma la loro utilizzazione interamente nell’agricoltura e negli altri usi compatibili.

Qualcuno ingenuamente si chiede: i nostri “Santi” dove sono?

PD, UDC, liste civiche, NCD, coalizione di maggioranza, se ci siete “battete un colpo”!

Nardò, 13 novembre 2015

 

IL PRESIDENTE        IL COORDINATORE

Giovanni PERO’          Paolo MARZANO

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