All’approssimarsi del Capodanno cominciano ad intensificarsi le esplosioni di petardi in preparazione della “notte di fuoco” che solitamente segna il passaggio all’Anno Nuovo.
Come sempre l’incivile usanza crea problemi di sicurezza legati all’imperizia dei manovratori dei petardi che sempre di esplosivo sono costituiti e che, in certi casi, non hanno nulla da invidiare ai veri e propri ordigni bellici. Il bilancio nazionale dei danni provocati dalle esplosioni assume sempre un aspetto da bollettino di guerra nel quale sono contemplate le lesioni tangibili provocate agli esseri umani che parlano di ferite, ustioni, amputazioni di arti se non proprio di decessi. Ma le statistiche ignorano gli effetti più subdoli per la salute umana che sono quelli non immediatamente rilevabili e quindi sono considerati trascurabili.
Sono gli effetti prolungati nel tempo delle sostanze rilasciate dalle esplosioni; bisogna ricordare che in generale i metalli non si incendiano e non esplodono se non quando sono ridotti in polvere. E gli esplosivi sono proprio metalli polverizzati. Un’esplosione quindi rilascia polveri sottili che formano quel “fumo” caliginoso che invade strade e piazze dopo la “guerra dei botti” della notte di San Silvestro. Fumo dall’odore acre che provoca immediati disagi alla respirazione dei soggetti più sensibili e che comunque comporta l’inalazione di polveri sottili in tutti.
Bisogna riflettere che un petardo da 200 grammi di peso (generalmente costituito da nitrato di potassio, carbone e zolfo) immette nell’atmosfera 100 grammi di biossido di carbonio come polveri sottili oltre a solfuro di potassio e azoto. In altre combinazioni esplodenti si rilasciano anche polveri di stronzio, bario, rame, alluminio, titanio e ferro con effetti non propriamente salubri per gli apparati respiratori di tutti in generale e degli asmatici e degli allergici in particolare. Con la particolare situazione meteorologica di quest’anno e lo stagnare di tanti inquinanti nell’atmosfera la situazione peggiorerà, subdolamente, le condizioni di salute generali.
Senza dimenticare poi gli effetti sugli animali di affezione che percepiscono i suoni a frequenze molto più elevate rispetto agli uomini e che quindi soffrono delle esplosioni che scatenano in loro terrore incontrollabile e conseguenze anche molto più gravi.
Con queste motivazioni si moltiplicano, in tutta Italia, le ordinanze che vietano l’uso dei petardi contro i rischi di inquinamento moltiplicati dal meteo corrente e per salvaguardia dei cardiopatici e degli animali di affezione.
A Nardò non esiste la necessità di apposita ordinanza dato che il vigente Regolamento di Polizia Urbana all’art. 7 comma 1 lettera k recita testualmente essere vietato “accendere fuochi o gettare oggetti accesi nelle strade e nei luoghi di passaggio pubblico, nonché sparare mortaretti o altro simili apparecchi causando pericolo o disturbo alle persone”
Quindi non esiste la necessità di emanare specifica norma. Rimane da vedere in che modo la si farà rispettare e quanta solerzia sarà spesa per il rispetto di una regola che vale anche a tutela della salute umana non soltanto nell’evitare danni traumatici ma, soprattutto, nella prevenzione di tutte quelle affezioni dell’apparato respiratorio probabile effetto dell’inalazione di sostanze tossiche e nocive.
FARE VERDE
Nucleo di Nardò