Tutto può ancora accadere perché nulla può durare per sempre.! Ecco, cari lettori, mi sembra il modo migliore per interpretare l’avvicendarsi delle notizie degli ultimi tempi nella nostra amata Nardò. In particolare, “quel pasticciaccio di Via Volta”, in quel dell’Urbanistica, che con la Trasparenza si iscrive come “musa ispiratrice” nell’evento cinematografico dell’anno, dopo Zalone, della nostra città: “L’ISOLA CHE NON C’E’”! 

Alla regia Maurizio Leuzzi – produttore Marcello Risi – attore protagonista: Piero Formoso, attori non pratogonisti: il Responsabile dell’Anticorruzione – Il Responsabile della Trasparenza – il consulente legale esterno – pubblico pagante: i cittadini censiti tra i contribuenti, non paganti: i furbi, furbastri, presunti tali e non abbienti veri.

Peccato di non trovarci in una vera “fiction” e di dover parlare di una tragicommedia realmente accaduta e che si sta evolvendo con contorni sempre più esilaranti.

Sia chiaro, il rinvio a giudizio dell’Ing. Formoso, che, da reali garantisti, non provoca, in noi, alcun particolare effetto, rappresenta solo la punta di un iceberg, che declina la caducità, anzi l’inesistenza di un sistema di controlli; tale da far sentire ogni cittadino se non tutelato, quanto meno rispettato, nei suoi diritti ad una amministrazione imparziale e trasparente, per quanto d’uopo, obiettiva ed efficiente, madre e non matrigna.

La domanda da porsi o porci, scegliete voi, è una sola: Chi controlla il controllore?

Può ammettersi che, solo a fine 2015, il Responsabile del procedimento afferente l’affidamento delle concessioni del demanio marittimo possa ricordarsi di essere incompatibile per ragioni di parentela. Delle due l’una: o le parentele sono una recente acquisizione e quindi pregiudicano il divenire del procedimento, per cui, la declinazione di incompatibilità oltre che corretta è tempestiva, ovvero, le parentele esistevano già prima e quindi pregiudicano l’esistente ed il già fatto, per cui, la tardività della dichiarazione è inconfutabile.

Non credo alla malafede del declinante ritardatario, più probabile che ci sia stata superficialità, incuranza, colpa grave, ma non dolo.

Adesso sarà facile per molti individuare un capro espiatorio, in quanti pronunceranno: ecco è lui, è colpa sua – “Piero – l’uomo solo al comando”!

Del resto dai tempi di Pilato è facile trovare un accomodamento semplice per cose complesse, crocifiggere uno per tutti e per il resto, appunto, liberi tutti.

Chi sono i tutti che dovevano intervenire e non sono intervenuti nella vicenda?

Il dato, di questa storia, che più di altri dispiace è quello di avvertire come il Palazzo (Personé) consideri un po’ tutti noi cittadini come inutili appendici di una realtà già scritta, dove tutto si accomoda ed alla fine non paga nessuno se non noi stessi, vittime della nostra ignoranza.

Ignoriamo, per esempio di aver diritto che, ci sia un controllo da parte di persone, che vengono pagate per questo scopo, e che in base a leggi vigenti, dalla Severino all’ultima istitutiva dell’Anac, avrebbero dovuto verificare l’inesistenza di ragioni di incompatibilità, a partire da quella parentale di Formoso, che tutto sommato, forse, non è nemmeno la più grave ad altre sin dall’inizio del procedimento afferente il piano comunale delle coste.

A tal fine sarebbe interessante capire ad esempio chi ricopre, attualmente, l’incarico di Responsabile dell’Anticorruzione e chi ricopre l’incarico di Responsabile della Trasparenza, atteso che dal sito del Comune i nominativi non si conoscono.

Ci piacerebbe individuare questi nomi semplicemente accedendo al sito dell’Ente, che ha subito un grazioso restyling stilistico lasciando invariati i limiti contenutistici.

Ci piacerebbe sapere perché, nella pagina “amministrazione trasparente” non è stato pubblicato, ad oggi, il provvedimento con il quale l’ANAC ha chiesto al Comune di Nardò di sostituire il Responsabile della corruzione per inconferibilità dello stesso e di darne pubblicazione sul sito.

Ci piacerebbe sapere se il Responsabile dell’Anticorruzione e quello della trasparenza attuali assicurino, come previsto per legge, attraverso l’adozione di procedure specifiche modalità atte a prevenire ipotesi di inconferibilità e/o incompatibilità.

Se ci fossero queste procedure sarebbe bello conoscerle sempre tramite un semplice accesso al sito e non per grazia ricevuta mercè l’intervento del potente o presunto tale di turno.

Nello specifico ragioni di trasparenza imporrebbero in fase di conferimento di incarico a consulenti esterni la valutazione di astratte ipotesi di incompatibilità.

Tra queste a titolo di esempio si potrebbe citare: la coincidenza del domicilio legale tra il conferente (o almeno uno dei conferenti) l’incarico ed il destinatario dello stesso.

Per non apparire troppo astratti e tornare sul concreto siamo certi che, il Responsabile Anticorruzione, di allora, abbia valutato, positivamente, la coincidenza del domicilio legale dell’assessore al ramo con lo studio legale del professionista incaricato di estendere il parere legale prima e di difendere in giudizio il Comune, poi.

Auspichiamo che la circostanza, di per sé non inibente l’affidamento dell’incarico, per altro a professionista di eccezionale levatura, sia stata comunque soppesata dall’Ente, ai fini di preservare la reputazione dell’Amministrazione dal mero ed astratto sospetto di parzialità nella scelta.

Purtroppo questa Amministrazione ci consente una casistica vasta e sarebbe troppo lungo in questa sede attardarsi nella relativa disamina.

Motivare ciò che si fa, lasciare traccia delle cose fatte, comparare gli interessi in gioco rispettare le regole rappresentano principi imprescindibili a cui non ci piace rinunciare tanto facilmente.

A questo punto la situazione, ahinoi, è tanto confusa e compromessa che l’intervento della Magistratura inquirente, amministrativa e contabile Oltre che necessario sembra auspicabile, chiaramente solo a tali autorita’ competono i giudizi, le nostre sono solo opinioni.

Anonimo Neretino

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