Una delle menti più illuminate del secolo scorso Simone Weil, in un suo saggio, affermava” Il potere non è un fine. Per natura, per essenza, per definizione, esso costituisce solo un mezzo. Il potere sta alla politica come un pianoforte alla composizione musicale (…). Sfortunati noi, che abbiamo confuso la fabbricazione di un pianoforte con la composizione di una sonata”.  Il potere dell’informazione dovrebbe consentire di porre un argine a questa confusione che rappresenta il leitmotiv della nostra città.  Anche perché se non c’è il contropotere dell’informazione, visto il muro di gomma che chi amministra oppone al diritto di conoscere di noi cittadini, davvero, la democrazia rischia di dimorare altrove consegnandoci una controfigura, peraltro, particolarmente, sbiadita.  

 

Non una parola sulla carta stampata in merito al disastro sulla trasparenza che è emerso già dalle prime battute della commissione consiliare garanzia e controllo, svoltasi ieri.

Per fortuna a squarciare il silenzio della carta stampata è intervenuto il web con la pluralità di forme e di espressioni cui ci ha abituati.

Tra le tante, appare, per lo meno singolare, e non poco, la ricostruzione dei fatti proposta da un noto web magazine locale, che a mò di organo di partito, davanti ai fatti inquietanti, che la realtà ci offre, sembra ostinarsi alla ricerca della contro notizia per confondere ancora di più il panorama di per sé ingarbugliato.

Ed ecco che, assurge ad importanza “ la presenza dei consiglieri di minoranza e di maggioranza” ed emerge un dato di cronaca (essenziale direi alla comprensione dei fatti), il Sindaco avrebbe chiesto di attendere con l’inizio dei lavori per consentire l’arrivo di consiglieri di maggioranza, desiderosi di partecipare alla riunione e non far mancare il numero legale a discapito dei gufi, che non speravano altro.

 Davvero commovente lo zelo ed il rispetto per le incombenze legate al ruolo, dei nostri consiglieri comunali, costretti per un misero gettone di presenza a riscaldare sedute, che per quanto comode, attesa, anche, la corsa affannosa a rioccuparle, implicano un livello di attenzione fuori dal comune su materie quasi sconosciute come: la trasparenza e l’anticorruzione, (vorrei vedere se capitasse a qualcuno di voi tale iattura…).

Ed ancora, sul punto (il primo di tanti) all’ordine del giorno, della commissione, inerente le incompatibilità del dirigente dell’urbanistica, la redazione del noto portale, indugia su un profilo tecnico, a mò di leguleio chiamato ad una improbabile difesa d’ufficio.

Ci fanno sapere dal giornale web che : “Il dirigente ha comunicato alla presidenza e ai consiglieri la sua incompatibilità per motivi di parentela nel caso dovesse nuovamente pubblicare i “rende noto” per ciò che concerne le concessioni sul piano coste, così come comunicato formalmente al sindaco con una lettera.”

La lettera è quella del 19 dicembre a firma del “Dirigente” e le tre righe sono estrapolate da quella lettera.

Righe, che evidenziano un punto di vista particolare di un soggetto interessato ai fatti di cui si parla e non sono certo un passo del vangelo o un dogma, che in quanto tale o si accetta o si rifiuta.

Nel senso che , le incompatibilità e i conflitti di interesse come, ci dice la legge (per chi la legge, chiaramente), e non l’opinione di qualche perito tecnico o legale vanno valutati “prima” di assumere le funzioni e non “nel mentre”, secondo una interpretazione più conveniente adottata a Palazzo (Personé)!

In particolare, l’art. 13 del D.P.R. 62/2013 prevede espressamente che, il Dirigente prima di assumere l’incarico ha l’obbligo di indicare all’amministrazione: “(…) partecipazioni azionarie e gli altri interessi finanziari che possano porlo in conflitto di interessi con la funzione pubblica che svolge e dichiara se ha parenti ed affini entro il secondo grado, coniuge o convivente che esercitano attività politiche, professionali o economiche che li pongano in contatti frequenti con l’ufficio che dovrà dirigere o che siano coinvolti nelle decisioni o nelle attività inerenti l’ufficio”.

Lascio, a ciascuno di voi, miei amatissimi lettori, le considerazioni sull’applicabilità degli ultimi capoversi dell’articolo citato ai fatti attenzionati.

Ma non basta il web magazine si supera toccando le corde del sentimentalismo spinto, allorché, propone l’immagine del primo cittadino, pur con sembianze diverse, a mò di Garrone del libro “Cuore” : “Lo stesso Risi ha comunicato che già mesi fa Formoso aveva comunicato questa circostanza così che una autorizzazione è stata rilasciata a nome di un altro dirigente comunale per non incorrere in un conflitto di interesse.” . Che coraggio, che forza! Chapeau bas e mano ai fazzoletti per dissimulare la commozione per tal nobil gesto, proprio di altri, tempi.

Conclude il giornalista : “ ad un certo punto la riunione è stata presieduta dal vice presidente del Consiglio Comunale” (roba da far tremare i polsi, però, che notiziona) .

In calce, finalmente, la nota del Presidente della Commissione controllo e garanzia, che pare essere quasi un’appendice necessaria e fuorviante, non la ragione dell’articolo, ma un ammennicolo ininfluente e chiaramente strumentale, e fine a se stesso, del resto, signori si legge anche sugli autobus di linea “non parlate al conducente”.

Ecco, ma cosa ci dice il Presidente della commissione Garanzia e Controllo, ci informa di alcune notizie, per carità, ragazzi cosa volete che sia la rimozione da ruoli dirigenziali, a partire dalla responsabilità della prevenzione della corruzione del nostro segretario generale.

E se fossimo giornalisti, purtroppo, chi vi scrive non lo è, essendo un mero amatore dello scrivere (anche troppo), ci interrogheremmo in merito alle fonti di siffatta notizia e qui che casca l’asino, perché il mio non è un sentito dire, il documento esiste.

Infatti, con nota prot. N. 0118001 del 17.09.2015, a firma del Prof. Francesco Merloni, l’Autorità Nazionale Anticorruzione, meglio nota come ANAC comunica al Sindaco “…nell’adunanza del 9 settembre il consiglio dell’Autorità ha deliberato che sussiste inconferibilità in capo all’avv. Leopizzi (…) si chiede, pertanto, di porre in essere le azioni previste dall’art. 15 del D.lgs. 39/2013 (…) nonché di procedere alla pubblicazione sul sito dell’atto di accertamento della violazione delle disposizioni di cui al d.lgs. 39/2013”.

Che strano,  una notizia con un fondamento documentale e che, siamo certi per mera dimenticanza non è stata pubblicata sul sito del Comune di Nardò, alla pagina amministrazione trasparente, come auspicato o meglio determinato dalla stessa ANAC.

Ma vi è di più, continuando nella lettura, davvero pensavo ad un lapsus calami o piuttosto ad un atto di cattiveria gratuita, alla Franti, per non abbandonare definitivamente, De Amicis, di Mellone, quando dichiara che : a ricoprire la responsabilità vacante della prevenzione della corruzione vi è il Sindaco, invece, signore e signori sembrerebbe essere proprio così.

Ce lo dice la griglia in formato excel pubblicata sulla pagina Amministrazione Trasparente del sito del Comune – alla Casella Responsabile Anticorruzione risulta appunto il nome e la data di nascita del nostro primo cittadino.

Tuttavia senza essere Calamandrei o Cassese, ci sembra di poter sostenere che siffatta determinazione, pur palesando una originale capacità ermeneutica, quasi normofilattica, della nostra classe dirigent,e è davvero fuori da ogni pur minimo rigore normativo.

Insomma, la classe dirigente politica e non solo ha preso una “cantonata” è in balia delle onde di un mare in burrasca; purtroppo a naufragare siamo noi cittadini, messi all’oscuro di tanta superficialità ed approssimazione.

Siamo solo al primo atto della commissione, giovedi ci sarà il secondo atto, sarà interessante sentire cosa avranno da dire il rimosso Responsabile Anticorruzione e l’attuale Responsabile Anticorruzione, tra le altre cose, a proposito dello scandalo Farmacia Comunale.

Non ci basterà il pilatesco: sta indagando la Magistratura Penale; ci interesserebbe conoscere: quali misure (amministrative) sono state adottate: quali sono le motivazioni, che hanno portato alla  conferma di uno dei precedenti componenti del CdA, di tutto il collegio sindacale e della direzione tecnica; vorremmo sapere, per quale ragione la Farmacia Comunale nonostante il reato subito non si è dotata di un modello organizzativo ex D.Lgs. 231/01 come imposto dalle recenti normative e da un recente orientamento dell’ANAC.

Un capitolo a parte, meriterebbe la grave e reiterata violazione di legge, che vede, oltre tutto, silente l’unica donna della giunta, per altro, ricoprente la delega delle pari opportunità e che afferisce: al  D.P.R. n. 251 del 30 novembre 2012, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale il 28 gennaio 2013, in ottemperanza a quanto previsto dall’articolo 3 della legge 12 luglio 2011, n. 120, che stabilisce  i termini e le modalità di attuazione della disciplina concernente la parità di accesso agli organi di amministrazione e di controllo delle società, costituite in Italia, controllate ai sensi dell’articolo 2359 codice civile dalle pubbliche amministrazioni.

 Cantonate su cantonate che minano il rapporto di fiducia tra cittadini e classe dirigente.

 Insomma, stiamo leggendo una brutta pagina, nonostante, il tentativo mal riuscito di molti,  di nascondere la polvere sotto il tappeto e di preservare una immagine ormai logora di amministrazione imparziale ed efficiente, che meriterebbe davvero l’interessamento di autorità di controllo indipendenti e sovraordinate al fine di ritornare al prestigio che si confà alle istituzioni.

 Tuttavia, da ogni problema un’opportunità, forse da questa dolorosa e triste vicenda potrà scaturire qualche riflessione, se non ripensamento, per chi, in questi giorni, si sta affannando con le strategie per l’accaparramento della poltrona, esercitandosi con gli algoritmi matematici e la sommatoria dei consensi portati dai soliti Caporali esperti in “fabbricazione di voti di scambio” ;  l’aria amici cari sta cambiando e anche a Nardò non ci sono solo sudditi e schiavi .   A buon intenditor…

 

 

Anonimo Neretino

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