Berlino – Trionfo al Festival Internazionale del Cinema di Berlino per “Fuocoammare” di Gianfranco Rosi, prodotto con Rai Cinema insieme all’Istituto Luce Cinecitta’ e distribuito da 01.

 Il regista fa incetta di premi alla Berlinale, aggiudicandosi l’ambito Orso d’oro come miglior film, oltre all’Amnesty International,Okumenische Jury (Premio Giuria Ecumenica) e il prestigioso Morgenpost (Premio del pubblico). Fuocoammare è il docufilm che Gianfranco Rosi ha dedicato al dramma dei migranti che attraversano il Mediterraneo e tentano di arrivare a Lampedusa. Rosi ha dedicato il premio alla “splendida e generosa gente” dell’isola. In lizza c’erano 18 film, ma il documentario e’ stato molto applaudito e la rivista Screeen lo ha giudicato il migliore in corsa.

“Il successo di “Fuocoammare” ci riempie di gioia – dichiara il Direttore Generale della Rai Antonio Campo Dall’Orto, che condivide la soddisfazione con la presidente della Rai Monica Maggioni – per il fatto di essere parte di un progetto in cui il talento di un grande regista italiano fa e fara’ riflettere tutta l’Europa sul delicato tema del rapporto con i flussi migratori. Gianfranco Rosi e’ riuscito con grande sensibilita’ e senza retorica a indagare dentro i sentimenti umani con inedita profondita’ e a lasciarci un’opera che da’ un contributo fondamentale rispetto al tema che piu’ di tutti sta oggi definendo il rapporto con la contemporaneita’.

Ci tengo a ringraziare il lavoro prezioso di Rai Cinema che ha creduto nel progetto fin dall’inizio, dimostrando cosa significhi oggi per noi essere Servizio Pubblico, supportando la creativita’ del nostro Paese, a maggior ragione quando affronta sfide ambiziose come quella del racconto di Gianfranco Rosi”.

Con “Fuocoammare” il cinema italiano continua nella sua migliore tradizione a manifestare a livello internazionale la capacita’ di cogliere i cambiamenti epocali delle nostre societa’, anche i piu’ complessi, e di riuscire a raccontarli e a restituirli con uno sguardo universale. Anche in questo campo la Rai, in piena trasformazione, ha il privilegio di essere in maniera qualificante accanto al cinema piu’ lucido e piu’ attento alla contemporaneita’. L’opera di Rosi e’ un prezioso documento girato in “presa diretta” nell’isola di Lampedusa, che ha richiesto un anno e mezzo di lavorazione. Racconta la tragedia dell’immigrazione in una terra “di confine”, dove il fenomeno degli sbarchi coinvolge non solo i migranti, ma anche gli isolani che vivono tutti i giorni a contatto con una realta’ cosi’ complessa.

L’ultimo Orso d’Oro italiano era stato vinto nel 2012 dai fratelli Giulio e Cesare Taviani per “Cesare non deve morire”, docu-dramma sulla messa in scena del Giulio Cesare di William Shakespeare dai detenuti del carcere di Rebibbia. Ancora prima nel nel 1991 fu premiato ‘La casa del sorriso’ di Marco Ferreri. (AGI)