Non vi è che dire, il mio post o tweet, che dir si voglia, di qualche giorno fa sta sollevando una serie di considerazioni e qualche polemica. Singolari ed originali le dichiarazioni riportate sulla stampa del Consigliere provinciale Siciliano, quest’ultimo per un verso si intrattiene in insegnamenti di educazione civica, dicendo, (in soldoni) che,

 

chi sa ha l’obbligo morale della denuncia e, per altro verso, derubrica la pratica inquisita, (peraltro, confermata da personale dell’ufficio del lavoro di Nardò, per quanto riportato dalla stessa Gazzetta, ieri) del ritiro di certificazione attestante lo status di disoccupato, come, perfettamente, inutile, in quanto: “ trattandosi di azienda privata (…) sicuramente la proprietà svolgerà selezioni, successivamente, all’apertura, tra i diplomati dell’alberghiero”.

Al netto di quest’ultime preziose informazioni, in merito ai criteri ed alle tempistiche che, la proprietà o il gestore del prestigioso Albergo ristrutturando seguiranno, che fanno supporre una conoscenza diretta degli stessi, vorrei rassicurare il Consigliere provinciale che, in merito alla proposizione della denuncia alla magistratura inquirente non c’è una scadenza dei termini imminente e, senza indugio, parlo per me, procederò a tanto non appena una delle vittime di questi “ricatti clientelari” sarà disponibile a confermare accuse e nomi dinanzi alla Magistratura, magari, se dovesse occorrere e se sarà richiesto, anche con l’assistenza tecnica e gratuita del sottoscritto.

Tuttavia, a mio modesto avviso, almeno sotto il profilo etico, il fatto di aver lanciato pubblicamente l’allarme, in merito, alla triste pratica del voto di scambio, assume già il connotato di una pubblica denuncia.

Anche perchè trattandosi di reati perseguibili d’ufficio, attesa l’obbligatorietà dell’azione penale, meriterebbero e magari, chissà sono già in atto, accertamenti investigativi da parte delle forze di polizia, che, come tutti noi, leggono i giornali e vivono e conoscono il territorio.

Non mi è sembrato di vedere: a parte Pippi Mellone e Annalisa Cuppone, da parte dei politici cittadini, nette prese di distanze rispetto a pratiche perniciose ed abiette, che costantemente si ripresentano, nella nostra città, ad ogni tornata elettorale; tra queste è utile annoverare: oltre al classico, che non passa mai di moda, delle promesse di favori successivi all’elezione, nel mentre, il “rimborso spese” ai rappresentanti di lista e altre piccole regalie utili a consolidare il consenso.

Ancora una volta, il silenzio e i distinguo, i se e i ma, dei più, su un tema tanto delicato come la legalità e la morale mi fanno pensare male.

Mi spingerei col dire che, a Nardò, paradossalmente, il problema sembra essere “l’onestà” e non i ladri e, soprattutto, che, per esprimere giudizi di riprovazione sociale e censura rispetto a condotte eticamente riprovevoli come, il voto di scambio, occorre attendere una sentenza del Giudice Penale;

ignorando che, per chi svolge o si candida a svolgere funzioni pubbliche, l’art. 54 della Costituzione, oltre alla legalità fa assurgere a dignità costituzionale, regole comportamentali come la “disciplina e l’onore”. Ecco perché , alle volte, per molti sarebbe auspicabile un onorevole silenzio.

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