Nardò,10 gennaio_ COSIMO POTENZA_ Negli ultimi giorni è tornata agli oneri della cronaca l’annosa vicenda sulla realizzazione del resort “la Sarparea” in località Sant’Isidoro. La struttura ricettiva in questione dovrebbe sorgere nel bel mezzo di 30 ettari di splendido e prestigioso oliveto plurisecolare, su una zona che ospita numerosi esemplari monumentali, le cui presenza sul territorio risale già al 1400, come emerge dagli archivi del Monastero di Santa Chiara. La questione pareva essersi conclusa già nel 2014 quando il progetto ideato da una cordata d’investitori inglesi, aveva incontrato oltre alla ferma opposizione delle varie organizzazioni ambientalistiche, anche il parere sfavorevole del Comune di Nardò e dell’ente Regione Puglia; all’epoca dei fatti l’allora presidente Vendola in persona si occupò di coinvolgere la Procura della Repubblica perché potesse essere vagliata la sussistenza di eventuali profili di rilevanza penale. Le criticità che emersero in merito alla realizzazione della struttura erano legate essenzialmente alla fragilissima situazione geologica ed idrogeologica della Palude del Capitano, che avrebbe potuto riguardare anche la località Sarparea, vista la vicinanza. Ad aggravare ulteriormente la situazione, poi, vi era anche il fatto che la zona balneare di S. Isidoro è già satura dopo la recente realizzazione di un altro villaggio in zona e l’intervento urbanistico proposto era in contrasto con le Nta del PUTT/P”. Inoltre erano evidenti, fin dagli albori della stesura del progetto, macroscopiche forzature come le altezze degli edifici più elevati degli alberi e la profondità delle fondamenta che avrebbero comunque intaccato le radici degli ulivi in netto contrasto con l’asserzione di voler mantenere intatto l’oliveto. Inoltre, da più parti si paventava la preoccupazione che la previsione di un Resort composto per il 70% da villette a schiera mal celasse in realtà l’intento di realizzare delle “case a vendere”, come del resto già successo per la quasi totalità dei precedenti simili progetti nei dintorni.Quindi, no way, il progetto era irrimediabilmente bocciato, con buona pace degli investitori d’oltre manica, anche perché si diceva che si trattava “di un struttura che non avrebbe portato richezza al territorio” o, peggio, che si fosse davanti “al solito gioco degli esploratori che offrono perline di vetro in cambio di tonnellate d’oro”.Ebbene si diceva, ma da chi?Ecco è qui che la vicenda, come spesso accade nell’ambito del comune neretino, assume dei tratti tragicomici.Infatti, le succitate dichiarazione appartengono ai primi e più fermi oppositori alla realizzazione del Resort “la Sarparea”, ovvero l’allora consigliere comunale Pippi Mellone, nonché il Presidente dell’Associazione ambientalista “Fare Verde” Graziano De Tuglie, oggi rispettivamente primo cittadino ed assessore all’ambiente del comune di Nardò.I due, che oggi sembrerebbero strizzare compiacevolmente l’occhio alla progetto prima tanto osteggiato, forse dimenticano le numerose dichiarazioni rilasciate solo qualche tempo addietro sulla inefficienza e vetustità del progetto “la Sarparea” e sulla catastrofica incisività dello stesso su una economia che punta tutto sulla intangibile naturalezza dei propri paesaggi incontaminati.In particolare, lascia sgomenti come l’assessore De Tuglie possa dimenticare quanto denunciato nella relazione della Consulta dell’ambiente del comune di Nardò, per puro spirito di completezza di seguito in allegato, in merito alle problematiche legate alla realizzazione del progetto in questione e al suo impatto devastante sul territorio.Il presidente della Associazione ambientalista “Fare Verde” De Tuglie aveva evidenziato come la costruzione del Residence “La Sarparea” avrebbe inciso negativamente sull’area interessata per ragioni di natura idrologica, “la zona della Sarparea è, al pari del sito della Palude del Capitano, distante solo qualche centinaio di metri in linea d’aria, caratterizzata da doline, doline di crollo (Spundulate) e polle sorgive a mare (ben visibili quelle che sgorgano nell’impianto di Stabulazione di proprietà Murciano)”, per motivi di stampo antropico, legate alla “recente realizzazione di altro villaggio turistico nelle immediate vicinanze della spiaggetta di S. Isidoro ha ulteriormente sottoposto a stress antropico un tratto di litorale che si rivela appena sufficiente per il turismo residenziale”, ed in fine paesaggistico, essendo “l’intervento urbanistico proposto è in contrasto con le NTA del PUTT/P che disciplinano i processi di trasformazione fisica e d’uso del territorio in rapporto alla valorizzazione e alla salvaguardi delle peculiarità paesaggistiche e ambientali del territorio”.E’ inconcepibile che oggi, a ridosso dell’incontro organizzato dall’establishmentdi OASI Sarparea s.r.l. con il coinvolgimento anche dell’amministrazione comunale, sia il Sindaco che l’assessore all’ambiente tacciano su tale delicata vicenda.Non si può non domandarsi come vada interpretato il silenzio da parte delle massime autorità locali su tematiche che solo poco addietro con tanto fervore venivano contrastate.Semplici prese di posizione in linea con il dicta per cui “all’opposizione si dice sempre no!” o siamo davanti ad un incredibile dietrofront?E’ possibile che su questioni così rilevanti per il comune neretino il sindaco Mellone e l’assessore De Tuglie possano smentirsi e contraddirsi in maniera così lampante?E per cosa?Solo per un pugno di perline di vetro?
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