Il progetto relativo allo smaltimento dei reflui fognari di Porto Cesareo e Nardò sta per giungere ad un antidemocratico epilogo! Il Governo centrale, nell’intento di risolvere le tante situazioni esplose nel paese, relative a situazioni di mancati interventi di “collettamento, depurazione e fognatura” in vari Enti locali e per le quali esistono di fatto minacciose infrazioni da parte dell’UE, ha nominato un Commissario unico per la soluzione delle varie controversie esistenti nel Paese.

A questo punto che dire politicamente delle Amministrazioni locali?

Cosa ancora è possibile fare?

Occorre intanto prendere atto:

1)  del sonoro schiaffo elargito a tutti gli amministratori locali, dal 2012 ad oggi, di Nardò e Porto Cesareo, incapaci di risolvere il problema del collettamento dei reflui in maniera politica, democratica e civile.

2) che certe amministrazioni, pur contando su referenti regionali e nazionali di peso, hanno preferito farsi abbindolare dalla tessera di partito anziché sostenere sino in fondo le proprie ragioni.

3) che il teatro dei tiramolla non dovuti, capziosi, manichei fra amministratori locali, regionali e nazionali, ha provocato un irritante gioco che ha penalizzato fortemente   (bocciatura) l’Amministrazione di Centro sinistra della Città di Nardò.

Amministratori che anziché stringersi e unanimemente sostenere una unica tesi, hanno giocato al tiro alla fune, un po’ sostenendo il progetto redatto dall’AQP, un po’ votando all’unanimità contro la realizzazione dello stesso e infine scriteriatamente, senza autorizzazione del Consiglio comunale, accettare un protocollo di frivola convenienza, dal momento che i contentini promessi rientravano già tra quelli da tempo programmati per il nostro territorio!

 

4) che Porto Cesareo, pur avendo tante ragioni da vendere a salvaguardia del suo ristretto territorio, è riuscito a sensibilizzare positivamente il Pd locale e nazionale a difesa delle proprie peculiari e interessate posizioni fognarie, sacrificando l’interesse primario di salvaguardare il mare e la costa dell’arco ionico.

L’amministrazione neritina di Centro sinistra nella circostanza ha affrontato il problema dello smaltimento dei reflui nella identica maniera superficiale con cui ha difeso l’apertura dell’Ospedale San Giuseppe –Sambiasi.

Ora vi è una nuova Amministrazione comunale che dei reflui ha fatto una bandiera contro lo scarico a mare per cui non può non difendere questo grande Bene comune costituito dalle coste neritine, cesarine e dell’arco ionico!

Il Commissariamento non deve vedere le due Amministrazioni ancora contrapposte, come i capponi di Renzo, ma unanimemente concordi nel sostenere il NO! dei reflui a mare ma loro utilizzo in tutti gli usi non potabili.

La notizia del Commissariamento, intanto, sta registrando compiacenti espressioni di “vittoria di Pirro” in coloro che   hanno sostenuto capoticamente la condotta sottomarine e dei sostenitori della doppia tesi: NO! alla condotta, SI! alla stessa, alle condizione previste dal Protocollo!

Espressioni lanciate on line che suonano più come vittoria suicida, di bottega fra PD neritino e Cesarino, una resa dei conti che sta   trucidando la bellissima idea condivisa da tutti quella di una costa libera da ogni refluo sia esso di Nardò o di Porto Cesareo.

Il PD, ex maggioranza bulgara a Nardò e oggi presente anche a Porto Cesareo, si è perduto nelle chiacchere, nella fiducia e negli ossequi reverenziali del potere ignorando il vero nemico: il totem inattaccabile, il sacro feticcio del Piano delle acque del 2009, dietro il quale si sono trincerati: la burocrazia regionale, i tecnici dell’AQP e qualche amministratore regionale!

Noi del Centro studi “don Milani” ancora oggi ci chiediamo: il “Piano di Tutela delle Acque” è aggiornato ai nuovi bisogni che emergono dalle comunità?

Continua ad essere valido per tutta la Regione oppure occorre rivederlo?

Noi   abbiamo sostenuto nel passato che occorreva aggiornarlo e continuiamo a dire che è uno strumento amministrativo “perfettibile”,  adeguabile alle nuove esigenze sanitarie, economiche, sociali e turistiche che emergono prepotentemente dai territori.
Arriva sempre il momento in cui certe regole vanno maggiormente riviste  comprendendo quelle istanze che lo rendono migliore.
E questo noi pensiamo sia  molto importante e democratico!

Il Piano delle acque è un complesso atto amministrativo Regionale, che può essere modificato e aggiornato alla realtà territoriale, turistica, sociale ed economica del territorio in qualsiasi momento.

Da tempo Il Centro studi “don Milani” ha individuato il perno dei dinieghi e delle insofferenze regionali nel Piano delle acque, chiedendone la revisione.

Revisione che richiede tempo e lavoro; che può ammettere eventuali superficialità amministrative e nessuno dei responsabili, per non contraddirsi, vuole perdere tempo per un mare periferico come quello di Nardò e Porto Cesareo!

La nomina del Commissario unico significa partita chiusa???

Nessuno canti vittoria!

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