L’attività del comitato è continua e l’attenzione è molto alta. Ecco perché, in data 7 febbraio 2017, è stato inviato al Comune di Nardò e a tutti gli enti competenti, un documento ufficiale con osservazioni e richieste ben specifiche. Il comitato ha inoltre richiesto un incontro ufficiale con il Sindaco per discuterne.
Il rischio di speculazione edilizia allarma e mobilita i suoi componenti, associazioni e singoli cittadini, ogni giorno più numerosi. I tecnici e gli esperti che compongono il nucleo operativo del comitato hanno redatto dei documenti che comprendono una prima tavola (tavola 1) in cui si evidenziano gli alberi di ulivo realmente esistenti (censiti dalla Regione Puglia e non censiti, rilevati mediante fotointerpretazione su ortofoto SIT – Puglia), cerchiati di grigio con buffer di rispetto di 10 metri; una seconda tavola, (tavola 2) in cui è riportata una porzione dell’area oggetto di intervento (perimetro rosso) e gli ulivi censiti come monumentali con una fotointerpretazione molto eloquente. Le tavole sono accompagnate da commento.
Sulla base di questi documenti e di uno studio molto approfondito dell’intervento presentato dalla società Oasi Sarparea che ha come unico socio un’altra società con sede in Lussemburgo, (intervento costituito per il 65% da villette bifamiliari tra i 125 e i 150 metri che appaiono più della tipologia di villette di lusso a vendere che residence per uso turistico occasionale), dunque, il 7 febbraio scorso, il Comitato Salviamo la Sarparea ha depositato le importanti osservazioni con le quali ha formulato:
– richiesta di annullamento del provvedimento regionale contenente parere di compatibilità paesaggistica del PdL (DGR n. 1173 del 26.07.2016);
– richiesta di dichiarazione di monumentalità dell’oliveto;
– richiesta di rigetto della richiesta di approvazione del piano di Lottizzazione
– richiesta di modifica della destinazione urbanistica dell’area con adeguamento del Piano alle previsioni del PPTR.
Chi guarda queste tavole, chi leggerà le osservazioni del comitato, non potrà non convenire sul fatto che questo progetto non è realizzabile se non distruggendo gran parte della natura del luogo, ed eradicando gran parte degli ulivi che, è sempre bene ricordarlo, appartengono a un unicum, una foresta di ben 849 ulivi ricadenti nella sola area di intervento, la vera ricchezza di questa area.
E’ un’elaborazione cartografica mediante Sistema Informativo Geografico (GIS), a cura del comitato “Salviamo la Sarparea”, avente come base la tavola n 4a della società Oasi Sarparea ed ortofoto del SIT Puglia. Sono necessarie le seguenti precisazioni.
1. Il comparto oggetto della lottizzazione è perimetrato in rosso. Mediante foto-analisi delle ortofoto ufficiali SIT Puglia, sono stati battuti gli ulivi presenti nell’area di intervento (n° 850 esemplari) e rappresentati da un pallino verde scuro. Sono presenti nella tavola del proponente altri disegni di alberature che non corrispondono ad esemplari presenti; queste alberature, rappresentate da uno spot verde e ininfluenti ai fini della presente elaborazione sono state lasciate per rimanere fedeli alla tavola originaria di progetto.
2. E’ stato disegnato un buffer di 10 metri di raggio con centro in ogni ulivo presente nella zona di intervento e vicino all’insediamento residenziale. La DGR 1173 del 26/7/2016 prescrive infatti che
-“al fine di salvaguardare gli apparati radicali degli ulivi di cui non si prevede l’espianto, i
sottoservizi a rete e/o le infrastrutturazioni interrate e le relative operazioni di scavo siano
realizzati ad una distanza superiore a 10 metri dal tronco
– reimpiantare nella stessa area d’intervento gli eventuali esemplari da espiantare”
3. E’ importante notare che la suddetta prescrizione si riferisce a tutti gli ulivi presenti e non solo a quelli censiti come monumentali. Le aree a maggior concentrazione di ulivi monumentali sono, invece, totalmente interdette all’edificazione.
Inoltre l’area di rispetto prescritta consiste di un cerchio di raggio pari a 10 metri con centro nel tronco dell’albero, non diametro pari a 10 metri come in alcune tavole del proponente. Il divieto di scavo entro i 10 metri di un albero da non espiantare comporta l’impossibilità di fondazioni e quindi di edifici all’interno della stessa distanza. L’esame della mappa mostra che la quasi totalità degli ulivi nella zona d’intervento interferisce con gli edifici.
Se dunque l’intervento potrà realizzarsi secondo la prescrizione summenzionata sarà necessario espiantare e reimpiantare centinaia di alberi,da sommare ai 40 già dichiarati dalla società nel piano finanziario per espianti e reimpianti lungo la rete veicolare pubblica.
Non trova riscontro l’affermazione della ditta proponente (tavola 8 del progetto adeguato) di un espianto/reimpianto non superiore al 15% delle alberature presenti, se queste sono riferite al perimetro dell’edificato. Ben 20 ulivi si sovrappongono al resort, 10 alle villette limitrofe all’attuale lottizzazione della Soviva, altri 90 al resto delle villette poste nella zona con maggiore densità di alberi.
E tutto questo senza considerare il buffer di 10 metri: in tal caso quasi nessun albero all’interno del perimetro edificato è libero da interferenze. L’area individuata dal proponente per il reimpianto della alberature (esterna al comparto e limitrofa alla sede stradale, si veda la Tav. 11) appare da Google Earth già satura di alberi di ulivi, con possibilità di ospitarne poche nuove unità.
Gli ulivi espiantati dovranno essere quasi totalmente impiantati in altra zona, contravvenendo alla prescrizione surichiamata.
Appare evidente che l’intervento proposto è totalmente incompatibile con la salvaguardia degli ulivi. Il rispetto della prescrizione comporterà l’espianto totale degli ulivi, il non rispetto il loro danneggiamento irreversibile per danneggiamento degli apparati radicali nelle operazioni di scavo.
Pur essendo le tavole di progetto indicative, come dichiarato dal proponente, appare impossibile risagomare o spostare gli edifici per evitare sovrapposizioni con le alberature.
In accostamento due fotografie di un gruppo di ulivi censiti come monumentale e di un altro non censito. E’ evidente che non vi sia alcuna differenza e che il censimento non sia completo. All’interno del comparto situazioni simili, inspiegabili se non con l’incompletezza del censimento, appaiono numerose.