NARDO’ 14MAR:-A pochi mesi dall’apertura della stagione estiva la macchina turistica accende i motori con le fiere del turismo europei aperti alla concertazione di domanda e offerta in questo comparto lavorativo che ,ricordiamo, ha un giro economico di indiscutibile interesse. L’Italia si colloca in una nicchia di mercato appetibile, se pensiamo agli avvenimenti geopolitici di questi ultimi cinque anni ,la penisola per clima,storia e industria dell’accoglienza resta meta ambita per europei che non solo trovano conveniente ma sicuro trascorrere le vacanze sul nostro territorio.
La Puglia meta ambita per i vacanzieri nostrani, nel Salento in particolare, dove le tipologie di offerte diversificate sono all’altezza dell’aspettative di chi viene a soggiornare da queste parti . Turismo differente tra Ionio e Adriatico ma con la gastronomia condivisa a non meno di 50 km che li separa costa a costa.
Quindi se l’Adriatico è un turismo con strutture ricettive (stabilimenti balneari, hotel ristoranti, villaggi turistici ecc.) collaudate e funzionali. Lo Ionio , di contro, è un turismo low cost dove realtà ingarbugliate dell’improvvisazione, della mancanza di regole e di strutture adeguate , ha determinato uno sviluppo disarmonico penalizzante per un comparto dalle potenzialità dichiarate.
Non meno importante la rete viaria ancora concepita per buon 80 % dal trasporto su gomma che penalizza ulteriormente una politica turistica che dovrebbe guardare il problema da un angolazione diametralmente opposta a chi sino ad oggi ha sostenuto scelte perdenti.
L’ottusità non si limita solo a l’evidenza delle mille discrasie che ogni stagione affiorano e mettono alla berlina investimenti coraggiosi ma occorre sottolineare come la politica locale per carenze di adeguate risorse umane avvalla scelte dettate da ignoranza e da una visione di insieme ferma agli anni sessanta del secolo scorso.
Oggi parliamo, ciclicamente, di turismo sostenibile, di un indotto che farebbe partire un economia dove il consumo del territorio e non la tutela sono il modus operandi che ci sta conducendo ad un rovinoso sciacallaggio delle nostre risorse naturali. Autolesionismo sistematico quello che vede da un lato l’interesse a investire e pianificare una struttura turistica articolata e dell’altro si assiste al sistematico abuso del bene comune affidato per deturpare ciò che il passato ha preservato.
È arduo immaginare un futuro per questo territorio che millanta vocazione turistica se chi magnifica è anche lo stesso attore che sta condannando le risorse presenti.
Ci chiediamo a cosa serviranno stabilimenti balneari disseminati lungo la costa quasi a sopportare l’invasione “oceanica” di milioni di turisti quando occorre fare i conti con gli effetti del low cost turistico?
Possibile che la politica sia miope ma soprattutto incompetente? Possibile non accorgersi che le bugie restano sempre delle bugie? A chi giova il caos; a chi interessa che il pressapochismo sia attuato con determinazione?