Nardò 5 Apr:_L’estate è ormai alle porte, i lavoratori stagionali stranieri iniziano già ad arrivare in cerca di un impiego e bussano alla porta della Masseria Boncuri, gestita da cinque mesi dall’Associazione Diritti a Sud. Da luogo simbolo delle lotte dei lavoratori contro lo sfruttamento e il caporalato, Boncuri è diventata casa per i sedici migranti che ci vivono stabilmente e punto di riferimento per quelli che gravitano nella zona di Nardò e dintorni. All’interno della masseria vive e coabita una comunità coesa e nuova, un melting pot in cui le diversità culturali, di origine geografica, linguistiche, religiose, coesistono solidaristicamente nel solco di una normalità che viene spesso dipinta come un punto di straordinario interesse nell’alveo del panorama delle esperienze di accoglienza su tutto il territorio nazionale.

Nella sede della Masseria Boncuri, a partire da novembre 2016, con cadenza settimanale e continuativa, ha inoltre trovato luogo l’implementazione a titolo gratuito di un servizio legale, psicologico e psicolegale. Trattasi di interventi specifici offerti dai legali del Consiglio Italiano per i Rifugiati in stretta collaborazione con una psicologa esperta in traumi estremi e supporto ai migranti. Lo staff, attraverso la strutturazione di un setting stabile, ha favorito l’emersione e la presa in carico di questioni legate al diritto al lavoro, ad un luogo sicuro, alla protezione, all’esistenza più in generale, guidando le persone verso lo sviluppo di una conoscenza del proprio status giuridico. Non solo. La congiunzione dell’area legale con quella psicologica ha consentito l’esplorazione di forme di disagio multidimensionale, legate ai vissuti precedenti nei paesi d’origine (diverse persone sono titolari di permessi di protezione internazionale), alle forme di traumatizzazione passate e a quelle connesse alla loro permanenza in Italia.

Nel corso di questi mesi sono state anche organizzate diverse iniziative all’interno della masseria, grazie anche alla collaborazione e all’impegno di numerosi enti e associazioni, come Emergency, Farsi Solidali Onlus e il GUS-Gruppo Umana Solidarietà, Net-Zanet Solidaria, Fuori Mercato – Autogestione in Movimento e ancora Salento kmzero, il Movimento Sem Terra e altri, e di professionisti che seguono gli ospiti della masseria in attività formative, come ad esempio un laboratorio artistico creativo.

Ora però, giunti al mese di aprile, la preoccupazione per la stagione di raccolta che incombe, si fa sentire. Le istituzioni ancora una volta sembrano distratte e l’organizzazione di un sistema di contrasto delle dinamiche di sfruttamento e asservimento dei lavoratori migranti stagionali tarda a fare capolino. Si rischia di giungere, nonostante i proclami e le intenzioni, come purtroppo accade ogni anno ormai da troppo tempo, al famigerato stato d’emergenza.

Il fenomeno, che presenta tutti gli elementi della strutturalità e conoscibilità, rischia anche quest’anno di essere trattato come un evento inaspettato ed improvviso, con l’unica conseguenza di autorizzare una gestione emergenziale e di conseguenza estemporanea e priva di capitalizzazione per gli anni a venire.

Le aspettative convergono sul tavolo territoriale convocato per il prossimo 10 aprile dalla Prefettura di Lecce, con la speranza che tutti i soggetti, istituzionali e non, in esso presenti, possano dare, con senso di responsabilità, delle risposte chiare su quale sia l’idea e la strategia per l’accoglienza imminente dei lavoratori stagionali e quali i modelli che possano contrastare le dinamiche di sfruttamento e asservimento di questi lavoratori.

L’auspicio è che le istituzioni tutte si sentano investite direttamente della gestione del fenomeno e diano segnali chiari, univoci e immediati di intervento.

Ognuno faccia la propria parte.

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