Nardò 7 Apr:_Siamo stanchi di continuare a vedere queste esternazioni miste tra comportamenti selvaggi e inappropriati e mistificazioni di avvenimenti solo descritti, per ora, nel libro dei sogni. Non è accettabile constatare ancora una volta l’approssimazione di questa amministrazione farla da padrona.
Come è possibile convocare due ore prima della riunione straordinaria del Consiglio Comunale la prima commissione Urbanistica per prendere consapevolezza di un progetto di così vasta portata? Non si spiegherebbe altrimenti una riunione a ridosso di una situazione straordinaria che ha certamente bisogno di molta attenzione e di un approfondito studio nel merito.
Certamente i notevoli errori compiuti per la voglia dimostrata, dagli uomini di palazzo, di mettersi in mostra prima di aver risolto adeguatamente un problema sono davanti agli occhi di tutti, ciò nonostante si continua a ripercorrere questa strada sicuramente sbagliata:
Errare humanum est, perseverare autem diabolicum, et tertium non datur!
“Commettere errori è umano, perseverare è diabolico e non è concessa una terza possibilità!”
Ci piace rispolverare, in attesa di riscontri oggettivi che ci possano chiarire in meglio le prospettive e i vari scenari di realizzazione delle modifiche progettuali che riguardano il trattamento dei reflui fognari per Nardò Porto Cesareo, una pensiero di Alessandro Robecchi riguardo il nuovo modo di intendere la politica : “La vittoria non è questione di chi vince o chi perde, ma di chi la decreta, l’annuncia e celebra”. Sparala grossa e dopo festeggia, non importa se poi non succede .
Ancora una volta viene utilizzato questo modus operandi per coprire le proprie mancanze e croniche inefficienze. Vogliamo ricordare che l’approvazione del Progetto di Fattibilità da parte del Consiglio Comunale, nella prossima riunione straordinaria di lunedì 10 Aprile, è solo l’avvio di un iter del cui termine e risultato non vi è certezza alcuna.
Vogliamo ribadire che il processo per avviare i lavori di un’opera da appaltare ha vari livelli progettuali in cui la “Fattibilità” rappresenta solo l’inizio di un lungo percorso nel quale per giungere alla fine occorre oltrepassare uno studio “Definitivo” sino al traguardo operativo rappresentato dall’“Esecutivo” Art 23 DLGS 50/2016 .
Ci preme sottolineare, inoltre, che qualsiasi nuova ipotesi diversa dallo scarico a mare, che per essere chiari non è stata assolutamente eliminata nell’ipotesi di “Progetto di Fattibilità” avanzato , dovrà superare o in deroga o attraverso modifiche i divieti normativi previsti dal Piano Tutela delle Acque (PTA) regionale che sino a oggi hanno reso nulle tutte le richieste che non prevedessero lo scarico in acque marine dei reflui fognari.
Questo in virtù delle distanze minime previste dal regolamento per realizzare recapiti alternativi al mare,  che i depuratori di Nardò e Porto Cesareo non possiedono, per ottenere soluzioni contrarie a questa scelta. Senza dimenticare infine che se non si riuscirà a formulare, nel breve futuro, un sistema di riuso realmente efficace in agricoltura anche questa idea positiva risulterà vana e sarà destinata a ripercorrere l’inefficienza odierna dimostrata dal depuratore di Gallipoli dove solo il 4% dei reflui depurati viene riutilizzato per lo scopo prefisso e la parte restante viene puntualmente sversata in mare, a Torre Sabea, nel cuore della zona balneare ionica.
Siamo coscienti che esiste una volontà di cercare soluzioni compatibili con le richieste cittadine ma da quì a cantare vittoria e continuare a utilizzare l’autoreferenzialità quotidiana prima di aver raggiunto un minimo risultato ci appare insolito e poco accettabile soprattutto poi, quando si lanciano strali anche contro chi ha cercato di avanzare delle scelte altrettanto credibili per il riutilizzo dei reflui in agricoltura.
Il cammino è ancora irto di imprevisti e sarebbe opportuno, al momento, creare un’intesa (pax) cittadina al posto di incrementare una frattura insanabile frutto di esternazioni inutili.

Manduria insegna che nonostante i buoni propositi, l’ unione di intenti e la conquista di un progetto efficace si corre sempre il rischio che il lavoro svolto venga reso inutile dalle opinioni e scopi differenti dei personaggi coinvolti.

 

Nardò non deve cadere in questi errori e il Sindaco deve iniziare finalmente a svolgere il proprio lavoro secondo ottiche globali e non parziali come fatto sinora. Dovrà rispettare l’impegno preso, come promesso nel discorso del suo insediamento, di svolgere il suo ruolo ricordando di essere il “Sindaco di Tutti” e non quello dei suoi “cortigiani”.

 

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