2016 prima giunta comunale governo Mellone

Nardò,18 aprile_di COSIMO POTENZA_Nella folle corsa iniziata il giorno dopo le ultime elezioni amministrative dal neo Sindaco, Avv. Pippi Mellone, si nota la voglia sfrenata di quest’ultimo di ottenere consensi ad ampio raggio per avviare un roseo movimento politico per espandere il suo Verbo nell’intera provincia.

Il via al suo percorso è stato dato facendo salire, il giorno dopo la proclamazione a Primo Cittadino, sul carro dei vincitori i componenti numericamente forti che lo hanno ostacolato, dileggiato e combattuto costantemente con assoluta acrimonia in campagna elettorale nelle file dell’opposizione per potersi garantire un futuro politico in caso di cadute improvvise del suo governo per incapacità manifesta.

Una mossa che ha creato già le prime crepe tra coloro che si erano avvicinati alle file melloniane sperando in un reale Cambiamento e che si sono visti, già dal primo istante, riposti in un angolo perchè non allineati e probabili futuri pensieri critici del disegno Reazionario già presente nella mente del deus ex machina una volta salito al potere.

Come i migliori storici “strateghi”  ha epurato,dopo la sua ascesa sul trono, con l’aiuto dei suoi fedeli Bravi (manzoniani) tutte le opinioni diverse presenti nella sua coalizione mantenendo ben stretti, con premi e vantaggi evidenti coloro che si sono prostrati al suo volere senza alcuna discussione.

Emblematico il caso di Riprendiamoci Nardò, associazione che ha portato alla vittoria la Coalizione per il Cambiamento, poi volutamente delegittimata e corrosa nel suo interno per togliere di mezzo gli spiriti liberi a vantaggio di coloro che si sono piegati al Credo sindacale.

Unica lista, nonostante avesse i numeri per poterlo pretendere, a non aver visto promuovere il primo dei non eletti Ilenia Marsella poichè anima, insieme ad altri componenti del sodalizio, difficilmente gestibile dall’alto del potere appena stabilito. Questa linea di condotta è continuata con l’ex assessore Daniela Dell’Anna che, nonostante stesse ben operando nei primi mesi del suo insediamento portando a rapida soluzione casi spinosi che via via si erano presentati sin dalle prime battute della sua dirigenza, è stata defenestrata per far posto a una vecchia cambiale firmata dal sindaco in campagna elettorale.

Il rammarico di questo allontanamento traspare dalle parole dell’ex assessore espresse in una sua intervista rilasciata alla Voce di Nardò (9aprile2017/pag.8) “Sicuramente non abbandono ma dimissioni non volontarie. Mi è stato detto che con i miei 100 voti avevo fatto l’assessore per sette mesi e quindi bastava…” . 

Quale coerenza giudica insufficienti i voti, il tempo e la passione dedicata a un progetto per fare spazio a coloro che questo disegno lo hanno ostacolato?

Quale logica potrebbe giustificare l’avvento dell’assessore Albano e la recente nomina del nuovo coordinatore Mino Natalizio, con deleghe di assessore in pectore, se non quelle di distruggere le voci critiche e difficili da controllare per amplificare attraverso una “premialità” diffusa quelle abituate agli inciuci di palazzo che trovano tranquillamente normali i comportamenti incoerenti a vantaggio di un interesse particolare?

E’ fantastico notare le abili manovre compiute, dal numeroso staff addetto alla comunicazione con la stampa presente nell’organico di comando, per ufficializzare nella vigilia di Pasqua lo scomodo nome di Mino Natalizio quale coordinatore del Parco di Porto Selvaggio e Palude del Capitano sperando di far passare in sordina la notizia della avvenuta promozione nella memoria della popolazione in festa secondo il già noto “modus operandi” di “Panem et circenses” tanto caro alla compagine di governo.

Ciliegina sulla torta poi la conclusione del comunicato stampa diramato dal comune “L’incarico è svolto a titolo onorifico e durerà per tutto il mandato del Sindaco”. Affermazione quest’ultima che sta a ribadire che se 100 voti non possono essere utili a pretendere un posto stabile ma solo con un termine prefissato, 0 voti al contrario, se accompagnati da un segnale di sottomissione o di inciucio manifesto, possono giustificare un premio per tutta la durata della prima era melloniana per colui che sino a ieri è stato considerato, dagli attuali dirigenti di palazzo, incapace di portare a termine in maniera adeguata il ruolo svolto nella passata amministrazione.

Citiamo un adagio che probabilmente calza come un guanto quando parliamo di coerenza umana …

La coerenza è comportarsi come si è, e non come si è deciso di essere …

(Sandro Pertini)

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