Nardò,09 maggio_di COSIMO POTENZA_Dopo numerosi convegni sulla legalità e sul controllo del territorio, volti noti, cariche istituzionali autorevoli, veniamo a scoprire che nonostante le belle parole spese, le disamine attente e precise sulle problematiche inerenti le tematiche trattate, Nardò ancora una volta si sveglia con notizie a dir poco rassicuranti sulla questione sicurezza.
Amministratori che fanno a gara per presenziare agli avvenimenti mondani che affrontano con dovizia di particolari la materia solo per procurarsi un selfie e non per attuare sul campo le nozioni ricevute lasciano intendere, ai comuni mortali, che ormai c’è la consapevolezza che sul territorio i nuovi “conquistadores” dell’impunità legalizzata trovino terreno fertile visto lo stato di abbandono in cui riversa la nostra cittadina. A cosa serve impiegare risorse per eventi di informazione e cultura e sicurezza quando poi non si impone il rispetto del territorio a coloro che lo vogliono distruggere?
La nostra città possiede 23 km di costa, bellezze architettoniche, culturali, centri di svago, ma non riuscire a garantire protezione a operatori economici e turisti equivale a far allontanare sia i possibili investitori che gli ospiti che non vedrebbero più la nostra zona come un luogo di relax e puro divertimento ma la vivrebbero con paura e voglia di andarsene al più presto con grave e irrimediabile danno per tutta l’economia locale. Nei paesi che vivono di turismo i visitatori vengono trattati con il massimo rispetto ad iniziare dall’incolumità sino a porre l’ attenzione più alta affinchè non venga procurato alcun disagio che possa tramutare un periodo di vacanza in un incubo.
A Nardò tutto questo non avviene già lo scorso anno si sono verificati episodi incresciosi di furti, automobili distrutte, parcheggi incustoditi alla mercé di manovalanza delinquenziale. Oggi alle soglie della stagione turistica gli episodi di poca cura si vanno amplificando , incendi di varia natura alle attività commerciali, mezzi pubblici,auto private, ingorghi caotici in una giornata di semplice festa e non in periodo di criticità estiva, panchine divelte a Porto Selvaggio per essere rubate, nonostante è di pochi giorni la nomina di un responsabile dei luoghi scelto dall’amministrazione, furti a ripetizione ai danni di coloro che sono obbligati a scegliere di lasciare l’auto incustodita nei pressi della zona boschiva, semafori dissuasori spostati da luoghi di pericolo con sperpero di ingenti somme di denaro, invece di acquistarne, con poca differenza di denaro, uno nuovo e di sicura maggiore efficienza, vista la vetustà del vecchio impianto spostato.
Una carenza di personale nella polizia urbana che non può essere presa come giustificazione per una resa nei confronti dei teppisti o malavitosi di turno. Una cittadina che si rispetti inizia a pianificare e a segnalare le zone grigie che vanno messe sotto osservazione.
E’ inutile fornire la marina di S. Isidoro di un parcheggio e farlo passare come un successo raggiunto senza dare un nuovo assetto alla viabilità della zona balneare ,solo chi non conosce le realtà della marina sotto esame può pensare che tale intervento possa eliminare la sosta selvaggia a ridosso del mare. Pensare poi che questi posti così distanti dall’attenzione dei cittadini possano essere oggetto di continui furti sicuramente non è un’ipotesi remota come per le automobili isolate a Porto Selvaggio.
Possiamo affermare senza alcuna remora che l’assessore di riferimento De Tuglie si trovi in uno stato di riflessione e di assenza costante e forse sarebbe bene , vista le notevoli difficoltà dimostrate nello gestire un settore forse al di sopra delle proprie capacità di lasciare il posto a figure tecniche più qualificate per dare un riordino efficace a un settore allo sbando più assoluto. I cittadini hanno bisogno di risposte certe non di disegni allegorici.
E’ necessario una nuova istituzione del corpo dei volontari della Protezione Civile, stipulare convenzioni con associazioni, cittadini e cooperative che vogliono collaborare a controllare in determinate situazioni i luoghi di interesse, chiedere l’aiuto invece di ghettizzare le associazioni presenti nel nostro centro storico affinché possano essere attenti e vigili nel segnalare alle autorità competenti episodi di degrado.
La città è di tutti occorre, a questo punto, che ogni cittadino possa sentirsi parte di un progetto collettivo e non come accade in questi ultimi periodi dove le decisioni vengono prese da pochi eletti attraverso determinazioni di Giunta Comunale, senza dover passare, come sarebbe logico accadesse in una democrazia partecipativa, dal Consiglio Comunale per poter discutere anche con le minoranze dei progetti da portare avanti.
Non bisogna chiedere al cittadino solo di essere presente nel momento del voto per abbandonarlo a se stesso subito dopo, è necessario renderlo partecipe, nel paese, affinchè con il lavoro di tutti si possa rendere la città più vivibile e sicuramente più sicura e attraente anche agli occhi dei visitatori.