Il consigliere di minoranza del governo Mellone, Lorenzo Siciliano (PD)  con tenace e ferma determinazione “da a Cesare quello che è di Cesare” a proposito delle paternità di azioni come quella della messa in sicurezza e ristrutturazione del palazzo dello sport di via Giannone (n.d.r)

Nardò 7 ott:_ di Lorenzo Siciliano . Ormai, quella di parlare alla pancia delle persone mistificando la realtà, è una consuetudine di Pippi Mellone, alla quale danno sponda, in egual misura, i suoi assessori e i suoi consiglieri. Un dejavù che forse non è neppure più necessario stigmatizzare.

La Città si sta pienamente rendendo conto dello scarso spessore politico ed amministrativo oltre che della disonestà intellettuale che contraddistinguono il sempre più solo uomo al comando.

Ed è eclatante, sul tema della disonestà intellettuale, il clamore con cui Mellone si compiace del buon andamento dei lavori di adeguamento e messa in sicurezza del palazzetto dello sport, senza però ricordare chi ha reso possibile dapprima il finanziamento e poi la realizzazione di quell’intervento.

Leggendo la determina n. 589 del 29/05/2016, è abbastanza evidente e facilmente riscontrabile, per chi avesse un minimo di interesse ad approfondire le questioni senza lasciarsi trascinare dalla inutile propaganda, che l’iter amministrativo che ha portato alla realizzazione del progetto per rendere sicuro e moderno l’impianto sportivo di via Giannone è da ascrivere alla precedente amministrazione ed in particolar modo al Sindaco Marcello Risi che, anche questo come facilmente riscontrabile dagli atti e non dai parolai di quarto ordine, con sua direttiva (prot.23694 del 27/05/2016) destinava il finanziamento necessario per la messa a norma del palazzetto dello sport dando, cito testualmente, “indirizzo al Dirigente dell’area I di attivare le procedure necessarie alla redazione in tempi rapidissimi del progetto esecutivo dell’intervento.”

Dunque perché Mellone getta fango su chi ha governato prima di lui, ma al contempo pare non disdegnare foto in posa con caschetto annesso nei cantieri aperti da chi egli ritiene abbia “ridotto la Città in macerie”? E soprattutto perché non è onesto, come dovrebbe essere chi rappresenta le istituzioni, riconoscendo la valenza del lavoro svolto per tante opere pubbliche da parte di chi lo ha preceduto?

I progetti per lo sviluppo della Città, purtroppo per lui, però, della precedente amministrazione si avviano verso la conclusione e tra poco dovrà dimostrare di riuscirne a mettere in campo qualcuno di suo. Non si può governare di rendita a lungo.

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